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La mer, la fin...

venerdì 26 settembre 2008

Appello per una diversa politica sui rifiuti

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, questo "appello" lanciato da Giuliano Ciampolini
MV

Alla Regione Toscana
Alle Province di Pistoia, Prato, Firenze
Ai Comuni dell'area metropolitana
Alle persone in indirizzo
Alla Stampa
In un'intervista (il 7.3.08, a QN) alla domanda "lei ha detto che la Regione metterà a disposizione 25 milioni per la raccolta differenziata porta a porta, mentre il Cispel ritiene che servono 120 milioni di euro. Quello che manca uscirà dalle tasche della gente ?"
Claudio Martini, Governatore della Toscana, ha risposto:
"Per quanto riguarda la raccolta differenziata è vero che i costi sono stimati in 120 milioni di euro ma per 4 anni, dal 2009 al 2012. La Regione con 25 milioni all'anno - quindi 100 milioni - coprirà i costi quasi interamente. I 20 milioni mancanti arriveranno da un incremento dell'efficienza ma, soprattutto, dal risparmio dei costi ottenuto grazie alla crescita della raccolta differenziata e quindi a una minore quantità dei rifiuti che sarà smaltita in discarica(120 euro a tonnnellata di risparmi)".
A distanza di oltre 6 mesi continuo a chiedermi se questa risposta è stato un ennesimo spot elettorale(in marzo eravamo in piena campagna elettorale per le elezioni politiche ed il Pd aveva necessità di recuperare credibilità sul fronte dei rifiuti), oppure se è stata una risposta seria e sincera, che troverà una conferma a partire dal Bilancio Preventivo della Regione Toscana per il 2009: ovviamente, fosse così, saremmo di fronte ad una svolta importantissima della Regione Toscana in direzione di una diversa politica sui rifiuti e - di conseguenza - anche delle Province, dei Comuni e dei loro Ato e del Cispel(che rappresenta sicuramente la maggiore "resistenza conservatrice" con un potere enorme di condizionamento anche di Comuni e Province).
Sulla questione del nuovo Ambito Territoriale Ottimale sui rifiuti nell'area Firenze, Prato, Pistoia, in questi giorni si è aperto un acceso dibattito nel Consiglio Comunale di Pistoia e Rifondazione vuole presentare un emendamento allo Statuto del nuovo ATO "per ripristinare il potere decisionale dei Consigli Comunali... almeno sui Piani industriali dell'Ato"(cioè sugli impianti necessari, sulla loro gestione e sul servizio): a mio parere è una proposta bella ma demagogica(se non altro per il fatto che anche in passato, se non sbaglio, i Consigli Comunali dovevano esprimere un parere consultivo sui Piani Rifiuti e conseguenti piani industriali, ma il potere di approvazione definitiva avveniva nei Consigli Provinciali) anche perchè in un Ato con circa 70 Comuni non mi sembra realistico affidare a ciascun Comune un "potere di veto" sulle scelte che saranno fatte in un'area così vasta(inoltre, aggiungo, questo improvviso segnale di vitalità critica del Prc in Consiglio Comunale a Pistoia mi suscita qualche diffidenza e qualche timore che ci siano secondi fini in vista delle prossime elezioni amministrative e conseguenti "trattative" in corso con il Pd, su alleanze e posti di potere, anche perchè ricordo benissimo che - nel gennaio 2007 - il Prc consentì al Sindaco di Pistoia di andare in Regione a firmare il Protocollo d'intesa sui rifiuti nell'area metropolitana senza chiedergli neanche di presentarlo preventivamente e discuterne nel Consiglio Comunale di Pistoia.
La scelta di andare verso un Ato di area metropolitana era contenuta in quel "Protocollo d'intesa"(firmato il 31 gennaio 2007) ed oggi mi sembrerebbe più utile far esprimere i Consigli Comunali sulle scelte che devono essere fatte nel nuovo Ato per una diversa politica sui rifiuti e per confermare che il Piano Rifiuti e il conseguente Piano Industriale del nuovo Ato devono avere un passaggio vincolante di consultazione nel Consigli Comunali e di approvazione nei Consigli Provinciali di Pistoia, Prato e Firenze.
A proposito di obbiettivi e di scelte per una diversa politica sui rifiuti, il "Patto dell'area metropolitana" impegnava Province, Comuni e Ato a raggiungere il 55 % di R. D. ed a ridurre del 15 % la quantità dei rifiuti(entro il 2010) e - nel gennaio 2008 - Claudio Martini e la Giunta della Regione Toscana hanno precisato "non è sufficiente il 55% di raccolta differenziata entro il 2010 dobbiamo proporci il 65% entro il 2012".
All'annuncio di quest'ultimo obbiettivo il primo pensiero è stato: "ci stanno prendendo per il culo... sono passati quasi due anni e quegli obbiettivi da raggiungere entro il 2010 sembrano un miraggio... anche perché la Regione ha fatto pochissimo e Province e Comuni non hanno fatto niente per raggiungerli davvero(tramite progetti, finanziamenti, capacità professionali da attivare, ecc), quindi hanno deciso di aumentare l'obbiettivo di R. D. e di spostare l'arrivo(e la verifica) al 2012. Intanto nel 2010 arriveranno un nuovo Presidente e nuovi Assessori e spetterà a loro il compito (e la responsabilità) di realizzarli (Martini ed alcuni dei suoi assessori, nel 2012, saranno gia altrove... promossi in altri incarichi politici/amministrativi, e nessuno gli presenterà il conto delle promesse non realizzate)".
Ovviamente, "la prova del nove..." (per vedere se fanno sul serio o se ci prendono per il culo) è quella della conferma dei primi 25 milioni di euro a sostegno della raccolta differenziata "porta a porta", da stanziare nel Bilancio Preventivo della Regione per il 2009 e nelle scelte che dovrà fare - rapidamente - il nuovo Ato dell'area metropolitana.
Essendo una persona che vuole il cambiamento della politica sui rifiuti, ma che ha anche i "piedi per terra", a mio parere, per realizzare quegli obbiettivi sulla raccolta differenziata sono necessarie tre scelte urgenti:
1) Nel corso del 2009, in tutto l'Ato dell'area metropolitana, deve essere fatta un'immediata riorganizzazione degli attuali servizi di raccolta dei rifiuti, separando in modo generalizzato i "rifiuti organici" da quelli "secchi".
E' una scelta semplice e fattibile in tempi rapidi - alcuni mesi - perchè basta separare i rifiuti solo per tre componenti: in un sacchetto(biodegradabile, in materiale biologico) si conferiscono gli scarti da cucina e tutti i residui umidi e putrescibili, nell'altro i rifiuti domestici solidi e nell'ultimo i rifiuti di carta. Fatto questo tutto il resto viene da se... basta mettere i cassonetti per i rifiuti organici dove ancora non ci sono(per esempio, a Montale, Agliana e Quarrata non ci sono).
Troppo semplice?
Una riorganizzazione dei servizi sulla base della separazione umido/secco può richiedere qualche settimana per informazione l'utenza e qualche mese per riorganizzare i servizi di raccolta: nel giro di pochi mesi nelle discariche e negli inceneritori esistenti andranno solo rifiuti secchi non putrescibili. (con una conseguente riduzione anche per i rischi ambientali/sanitari).
2) la seconda scelta è quella degli impianti necessari per recuperare/riciclare davvero i "rifiuti secchi" e quelli "organici": non sono a conoscenza di quanto tempo è necessario per costruire nuovi semplici impianti di compostaggio (biocelle che accelerano la stabilizzazione del materiale riutilizzabile in agricoltura) e per costruire impianti per separare i materiali "secchi" tipo plastiche, metalli, alluminio ed i materiali di scarto non recuperabili (da conferire in discariche ed essendo materiali non putrescibili non si formeranno percolati pericolosi per le falde acquifere e puzzolenti e la parte che andrà all'incenerimento non provocherà abbassamenti delle temperature e quindi diminuiranno anche le emissioni di diossine).
Sicuramente questi impianti sono realizzabili in tempi molto più rapidi di quanto comporta costruire un inceneritore: per i "rifiuti secchi", intanto, la prima urgenza è dare una soluzione positiva all'attuale situazione fallimentare (per incapacità imprenditoriale) della Recoplast di Agliana e poi si tratta di valutare, nell'area metropolitana, dove costruire due impianti come il "Centro Riciclo Vedelago"(Treviso), dove vengono trattati i rifiuti secchi di ben 800.000 abitanti( http://www.centroriciclo.com - http://it.youtube.com/watch?v=Y8GuPmr8zeY - http://it.youtube.com/watch?v=X8egCU6ECx4 ).
3) la terza scelta è quella di elaborare/approvare un Progetto per realizzare la raccolta differenziata "porta a porta" in tutto l'Ato dell'area metropolitana, sapendo che (per realizzarlo in modo generalizzato in un'area così vasta... con 4 medie e grandi città) sono necessari diversi anni e quindi si tratta di iniziare utilizzando i 25 milioni di euro annuali della Regione Toscana(e, possibilmente, quelli aggiuntivi di Province e Comuni).
Queste sono le mie proposte e, a mio parere, potrebbero contribuire a rendere più realistica anche l'utopia "rifiuti zero" su cui (di seguito) incollo un Appello del Comune di Capannori(che è un buon esempio anche per gli altri Comuni... anche perchè è una dimostrazione che quando si ha un'utopia... si realizzano anche scelte concrete e coerenti che vanno in quella direzione).
Cordiali saluti e spero in qualche risposta dalle persone a cui invio questa e-mail.
Giuliano Ciampolini

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