TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 8 maggio 2009

Prato. Le cascine di Tavola in balia di Pecorario.

Roba da non credere. La commissione edilizia, agli ordini dell'architetto Pecorario, vero padrone dell'urbanistica a Prato, ha approvato in tempo record una variante al progetto per la costruzione di un residence di lusso ricavato dall'edificio principale delle Cascine di Tavola. Il progetto è ancora bloccato dalla magistratura (sotto accusa la Sovrintendenza che lo aveva autorizzato)e non si capisce la fretta di autorizzare altri sviluppi di questo sbagliatissimo intervento.
Il comune è in ogni modo il principale responsabile di questo allucinante episodio di barbarie edilizia e e le ipocrite affermazioni di Pecorario non cambiano di una virgola la realtà di un comune piegato agli interessi privati degli speculatori.
mv

il Tireno 8/5/'09
La storia infinita della Villa Medicea delle Cascine di Tavola Sospesa la concessione approvata la variante
PRATO. Non c’è pace per la Villa Medicea alle Cascine di Tavola. Rimangono i lucchetti della magistratura al cantiere posto sotto sequestro dal luglio scorso, in attesa che le indagini giudiziarie facciano il loro corso. Ma nel frattempo la proprietà ha incassato l’ok della commissione comunale edilizia, che ha approvato una variante al progetto originario che prevedeva la costruzione di un residence di lusso, ricavato dal manufatto storico della fattoria. Da questo scrigno di tesori antichi, durante i lavori di ristrutturazione, era emerso a suo tempo un mulino settecentesco che, alla luce del parere della commissione e fermo restando la ripresa degli interventi, dovrà essere interrato. «Le modifiche proposte - spiega Riccardo Pecorario, responsabile del servizio istanze edilizie del Comune - sono state giudicate positive sotto il profilo tecnico, anche se è stato sospeso il rilascio della concessione edilizia proprio per non interferire con le indagini in corso. Rispetto al contenzioso giudiziario, la posizione del Comune è quella infatti della non ingerenza. In ogni caso, l’esame della pratica faceva parte di un iter tecnico da completare». Nessuna concessione edilizia, insomma, almeno fino al momento del dissequestro del cantiere: una prospettiva che non convince l’architetto Maria Rita Cecchini di Legambiente Prato, per la quale in realtà le preoccupazioni sono altre: «La proprietà avrebbe tanti lavori più urgenti a cui pensare, non ultima la copertura della struttura che versa in condizioni di degrado e pericolo». Un problema che bene conosce il Comune: «Condividiamo la preoccupazione delle associazioni ambientaliste, per questo anche in sede di commissione abbiamo cercato di sollecitare un intervento di messa in sicurezza», fa notare l’architetto Pecorario. Ma il punto, secondo Legambiente, è un altro: «Si doveva discutere dell’opportunità o meno di concedere la variante. Vista la delicatezza della questione che coinvolge la magistratura, si poteva aspettare a esaminarla. Vedremo come andrà a finire, visto che la proprietà avrà sicuramente tutto l’interesse a portare avanti l’investimento iniziale».


Maria Lardara

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