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La mer, la fin...

martedì 19 maggio 2009

Prato. Tarli nel tavolo

Gli industriali lo avevano annunciato, che avrebbero disertato il tavolo di distretto perché all'ordine del giorno c'era la questione dei rapporti tra committenti e terzisti, fortemente voluta dalle associazioni di categoria artigiane.
Certo che il segnale è notevole, e dimostra che, in fondo, questi tavoli partono già "tarlati", perché gli stessi attori non sono disponibili a negoziare, e ad affrontare, le questioni più spinose...
MV

da il Tirreno del 19/05/09
Scricchiola il tavolo di distretto

Gli industriali disertano e tra gli altri membri prevale l’amarezza
L’Unione non ritiene che sia la sede per parlare dei rapporti di filiera
PRATO. Le dichiarazioni sono pesate parola parola. Ma ieri la diserzione annunciata dell’Unione industriale al tavolo di distretto ha avuto un peso. L’illustre assenza infatti ha messo una grossa ipoteca sul funzionamento del tavolo, luogo diventato il centro del confronto tra tutte le associazioni economiche, i sindacati e le istituzioni della città. Un punto di incontro nato per organizzare la mobilitazione per la crisi ma presto diventato tra i componenti un luogo super partes per parlare di rilancio. Evidentemente non per l’Unione che non ha accettato l’invito per parlare di rapporti tra committenti e terzisti.
L’unione e la comunione di idee che hanno fatto forte Prato in queste ultime settimane si è, di fatto, incrinata. Con una nota ufficiale il tavolo di distretto che si è riunito ieri (presenti i rappresentati degli artigiani, del sindacato, della Provincia) parla di «un’assenza che ha creato grande rammarico». «Si ribadisce - continua la nota - la centralità delle relazioni tra i soggetti del distretto per affrontare la crisi. Sarebe un grave errore, adesso, mettere in discussione un valore rilevante come quello del confronto e della concertazione come elemento centrale per il governo e il superamento della crisi».
L’incontro per parlare dei rapporti interni alla filiera era venuta da Cna e Confartigianato. Ed è naturale che Anselmo Potenza (presidente di Cna) e Luca Giusti (presidente di Confartigianato) siano i più amareggiati. «Provo molto dispiacere ed amarezza per l’assenza degli industriali. Con la nostra richiesta non volevamo entrare nel merito delle tariffe e dei rapporti di singole imprese ma della cornice del rapporto tra terzisti e committenza». «Non abbiamo aperto né volevamo aprire diatribe. Ritenevamo che il tavolo di distretto fosse il luogo ideale dove affrontare le problematiche attuali. Siamo rimasti sorpresi della reazione dell’Unione che ha dimostrato un atteggiamento irriverente nei confronti del tavolo di distretto che ha le potenzialità per essere sfruttato anche per discutere di problemi interni e non solo per chiedere aiuto all’esterno. Gli industriali avrebbero dovuto partecipare ribadendo le loro posizioni lì e non disertarlo: chi è assente ha sempre torto».
Per il presidente della Provincia Massimo Logli «i rapporti interni alla filiera sono un elemento centrale per pensare al rilancio della città e quindi si deve parlarne. Questo atteggiamento dell’Unione non consente l’apertura di una fase 2 del tavolo per parlare a tutto tondo di un piano industriale. Credo gli industriali abbiano fatto un errore e spero ci ripensino».
Gli industriali avevano annunciato la loro assenza descrivendo come «impropria la sede del tavolo di distretto per attivare un confronto sulle tematiche inerenti i rapporti tra le aziende tessili contoterzi e le aziende committenti. Al tavolo di distretto attribuiamo il ruolo di soggetto coordinatore delle varie iniziative e istanze di interesse comune e condivise congiuntamente dalle componenti istituzionali e dalle parti sociali del distretto, da avanzare nelle varie sedi regionali, nazionali comunitarie così come proficuamente è stato fatto fino ad oggi».
Un modo diverso di intendere le competenze del tavolo di distretto che metterà una grave ipoteca sul suo futuro. Anche per l’assenza, dopo le elezioni, del suo ideatore, il presidente Logli. Grande mediatore dei vari interessi delle parti.

da la Nazione del 19/05/09
La Uip diserta il tavolo Logli: «È un errore»

Salta (come annunciato) il confronto con i terzisti
TAVOLO di distretto, riunione dedicata ai rapporti rea committenti e contoterzisti: il dilemma morettiano («Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?», dal film ”Ecce Bombo”) viene sciolto dalla Uip con la seconda opzione. Così, come annunciato nei giorni scorsi, gli industriali non sono andati alla riunione di ieri del tavolo di distretto, sollecitata dalle associazioni artigiane, ritenendo che quella non fosse la sede idonea per discutere di rapporti interni alla filiera. Un’assenza che decisamente è stata molto notata e che ha suscitato perplessità e «grande rammarico» dagli altri partecipanti alla riunione e che ha amareggiato anche il presidente della Provincia, Massimo Logli, che ha promosso e coordina il tavolo del distretto: «Nel merito della questione gli industriali possono anche aver ragione, ma non capisco perché, invece di scrivere una lettera, non sono venuti direttamente a dircelo. Io credo che l’assenza sia un elemento che non facilita le relazioni positive. Non partecipare è sempre sbagliato». Nel documento finale della riunione (alla quale erano presenti la Provincia, i Comuni di Prato, Poggio a Caiano e Carmignano, la Camera di commercio, Cna, Confartigianato, Cgil, Cisl e Uil) «si ribadisce la centralità delle relazioni tra i soggetti del distretto per affrontare la crisi. Sarebbe un grave errore, adesso, mettere in discussione, un valore rilevante come quello del confronto e della concertazione come elemento centrale per il governo e il superamento della crisi». Provincia, Comuni, sindacati e associazioni artigiane «invitano quindi gli industriali a tornare la tavolo di distretto – non per una azione di contrattazione – quanto piuttosto per un confronto necessario sulle relazioni di filiera e per individuare il percorso strategico per il superamento della crisi».

NEL CORSO dell’incontro, le associazioni degli artigiani hanno puntato il dito su «importanti industrie locali che sono diventate ormai grossiste commerciai abdicando al ruolo di committenti industriali». Due le questioni su cui Cna e Confartigianato hanno chiesto di aprire il confronto: la mole delle commesse da produrre localmente per mantenere una filiera produttiva degna di questo nome e tutto il capitolo dei rapporti di filiera con i tempi certi di pagamento e l’etica delle relazioni. Agli industriali, però, lo spiegheranno un’altra volta.

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