Pare che il noto Pinot del marchese Pancrazi abbia avuto una riduzione della produzione del 30% a causa dei cervi che bazzicano la zona di Bagnolo. Poi c'è la Val Bisenzio che da anni lamenta una presenza eccessiva di ungulati erbivori nel suo territorio.
TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!
La mer, la fin...
domenica 14 settembre 2008
Animali. Fucili in difesa del Pinot.
Stessa fibrillazione nel pistoiese (e quando mai?) e al di là dell'Appennino, nel Bolognese, dove sta anche il cervello faunistico della zona, cioè l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica che rilascia pareri obbligatori sulla necessità degli abbattimenti.
Da noi i coltivatori, e lo stesso presidente della Comunità Montana, hanno chiesto alla provincia di Prato di intervenire e prontamente l'assessore Rosati ha risposto che convocherà un incontro con la "consulta della caccia" per verificare la situazione e decidere gli investimenti necessari (!) per -e viene da ridere- il ripristino ambientale nell'Alta Val Bisenzio.
Tradotto vuol dire che l'equilibrio ambientale richiede l'abbattimento di numerosi capi, per ridurre in modo consistente gli attuali 850 che sarebbero stati censiti quest'anno. Per eseguire la mattanza, chiamerà a raccolta i 100 cacciatori abilitati a questo tipo di attività venatoria.
Rosati però, scartabellando nella sua scrivania, ha visto che di denunce di danni causati dai cervi, alla provincia non ne sono arrivate, quindi ha fatto richiesta ad agricoltori e comunità montana di "formalizzare lo stato di disagio".
In agosto i quotidiani, che seguiamo con molta diligenza, hanno dato notizia di un caso di bracconaggio piuttosto spettacolare perchè effettuato, da un vaianese, con l'arco. Sono stati i carabinieri ad intervenire e non le guardie venatorie provinciali, molto più rare oltre che dei cervi, anche delle stelle alpine. Altri animali muoiono in seguito ad incidenti stradali.
Oltre a questa selezione "innaturale", vi è quella comune delle malattie o a seguito dei, per la verità rarissimi, predatori. Fatta questa precisazione bisona sapere che i censimenti svolti da istituti faunistici, enti locali o associazioni, non hanno niente di oggettivo e di scientifico ma si basano su una serie di dati che poi inducono i ricercatori a fare delle ipotesi. Molte ipotesi si basano sulla registrazione di bramiti notturni dei cervi maschi, un po' di impronte e resti della defecazione.
Ultima osservazione: lo spostamento dei gruppi di ungulati nei nostri boschi è condizionato dalla presenza umana e dalle attività, che riducono di anno in anno il territorio pascolabile in tranquillità.
Per concludere diremo che dei censimenti non ci fidiamo affatto perchè non provano niente sulla reale consistenza delle comunità animali. Riteniamo anche poco provate e poco probanti le proteste degli agricoltori e senz'altro insincere le pressioni dei cacciatori.
I capi in abbattimento previsti per l'anno venatorio in corso sono 94.
Per Municipio Verde,
la zia Alma
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento