Un appello “tutto laico” quello del Santo Padre per il rinnovamento della politica nel nostro paese. Questo appello non è - e non potrebbe essere altrimenti , visto l’ecumenismo dell’espressione dedicata con forza allo “sviluppo sostenibile” (quale meta comune da perseguire sopra ogni altra) - solo un messaggio rivolto all’area cattolica, ai credenti, bensì è un messaggio dato a tutti gli uomini di buona volontà che, a destra, al centro o a sinistra, si trovano oggi sbattuti dall’arroganza di un potere incomprensibile e strisciante, governato soprattutto dall’ignoranza che ormai da anni guida la deriva sociale ed economica della nostra decadente civiltà. Non ci sono parabole ad illuminare l’assunto asciutto del Santo Padre, di colui che umilmente lavora nella vigna del Signore, quanto la sola, immensa forza di un secco no all’edonismo, a quel fare “affarismo politico” di tutto e, nello stesso tempo, un secco no allo sciagurato uso delle risorse umane e di quelle naturali del nostro pianeta, fuori dalla solidarietà e dalla fratellanza che ci deve necessariamente unire.
Un appello soprattutto al rinnovamento etico e morale della politica, per recuperare tutti un senso civico perduto che guardi alla storia per tracciare il futuro, che guardi ai giovani come vitale speranza di crescita, che finalmente impari dal passato per saper crescere in pace ed in armonia, limitando prima di tutto gli errori dello sfrenato consumismo odierno.
Un appello da non lasciar cadere o “inzozzare” nelle diatribe faziose dei soloni che tutto pensano di poter regolare a proprio piacimento, dichiarandosi scioccamente uomini liberi o liberi pensatori.
Prato, 8 Settembre
Giuseppe A. Centauro
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