TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 17 settembre 2008

Pantanelle. Altro che "benaltristi"!

Pubblichiamo questo intervento di Rita Cecchini, responsabile del settore energia per Lega Ambiente e Verde della Federazione di Prato, sul progetto di impianto fotovoltaico a Pantanelle. Il documento fa parte di una consultazione fra ambientalisti e comitati civici indirizzata a far rientrare la zona nel Parco della Piana, con il ruolo di Area Naturale Protetta. Leggetelo attentamente.
mv

Mi chiamo Maria Rita Cecchini, faccio parte di Legambiente per cui mi occupo di energia e territorio: da poco ho scoperto di far parte anche di un gruppo di benaltristi; quelli contrari all’operazione fotovoltaico a Pantanelle.
Mi appresto a questa discussione con il disagio di dover ogni volta ripartire dallo zero, dall’abc dell’ambientalismo, difendendo l’ambiente innanzi tutto come bene comune, e come tale andrebbe gestito..
Parliamo delle aree di proprietà comunale richieste come casse di laminazione per le opere della 2 tangenziale nell’area denominata Pantanelle, con deviazione di tracciato del Fosso Ficarello, a nord della cosiddetta area umida; il Comune le mette a bando per chi vorrà impiantarci un impianto fotovoltaico di circa 1Mw di potenza di picco. La prima volta che ho letto sulla stampa dell’iniziativa che la Giunta avrebbe preso sul fotovoltaico a Pantanelle ho pensato che non fosse una buona idea; per il pregio dell’area, in prima battuta; per l’incompatibilità tra elettricità ed acqua; per la mancanza di valide motivazioni all’intervento; perché non è una buona pratica replicabile, e il pubblico si deve porre l’obiettivo che il suo agire sia anche di esempio come buona pratica.
Quando assieme all’attuale consigliere verde Tommaso Rindi ci siamo occupati di emendare una recente variante al regolamento urbanistico, che introduceva la Disciplina della distribuzione e localizzazione delle funzioni compatibili con le destinazioni dell’attuale piano, ci ponemmo il problema di introdurre la funzione “produzione energie rinnovabili”, ritenendo che uno strumento di governo del territorio ha il compito di prevenire usi impropri e favorire quelli propri in anticipo sul loro manifestarsi; non fu ritenuto pertinente e necessaria la nostra osservazione, eppure oggi non saremmo qui a parlare di questo argomento perché l’Amministrazione avrebbe già manifestato la sua linea; che purtroppo per le energie rinnovabili non c’è.
Siamo inoltre convinti che il consumo di suolo debba essere motivato e inevitabile, in linea con la legge regionale di governo del territorio, così spesso disattesa; non a caso il Conto Energia incentiva maggiormente gli impianti collocati sugli edifici, sensatamente, e gli impianti fotovoltaici in terreno agricolo seguono logiche ben precise (sostegno delle attività agricole, sia come ulteriore sbocco produttivo che come apporto energetico alle attività agricole stesse). Siamo favorevoli a piccoli impianti a terra che progettati con la dovuta sensibilità siano posti accanto alle strutture che alimentano, in caso non ci siano collocazioni migliori; siamo favorevoli, e in questo senso Legambiente nazionale si muove, all’impianto di pannelli fotovoltaici sulle discariche dimesse, buchi neri nel territorio che non troverebbero altro impiego; non capiamo perché un’area naturalisticamente così importante come Pantanelle sia considerata marginale perché non pertinenziale, e se leggete la Delibera di Giunta n. 232 anno 2008 esecutiva dal 03/06/2008 che correda i materiali a disposizione su internet ve ne renderete conto:
E’ di tutta evidenza che si pone il problema della gestione di queste aree (attualmente circa 10 ettari ). Data la loro lontananza dal centro abitato, non sempre possono essere utilizzate per parchi e giardini. Si pone perciò il problema della loro valorizzazione economica da effettuarsi in modo tale che, sia pur mantenendo la loro funzione quali aree pertinenziali alla 2° Tangenziale per lo scopo di laminazione, possono essere contemporaneamente utilizzate in altro modo.

Anche le casse di laminazione possono costituire un’occasione progettuale con il coinvolgimento diretto dei cittadini. Un’idea non è buona sempre e in tutte le occasioni; dimostrare un nesso più stringente fra scelte amministrative e interesse pubblico sarebbe sempre auspicabile.


Ed ecco alcune perplessità:

La funzione ecologica di aree a verde, aree agricole o semplicemente aree abbandonate anche non direttamente fruibili è universalmente riconosciuta; permettono la vita di specie animali, contribuiscono al mantenimento delle catene alimentari, favoriscono la biodiversità; concetto elementare e basico di una scienza chiamata Ecologia Urbana, perlopiù ignorata dalla gran parte degli amministratori.
Si parla di Parco Agricolo e si continua a spezzettare il territorio con funzioni spesso fra loro non correlate, senza un disegno e uno scenario che costituisca un obiettivo condiviso;
Nello specifico del bando in questione, non sono stabiliti i costi di smantellamento delle strutture dopo i 25 anni di esercizio o oltre: speriamo sia un dato che compaia in altri documenti; essendo un onere rischia di mettere in crisi il calcolo economico di chi partecipa al bando o di pesare sul bilancio futuro della città.

Maria Rita Cecchini
Legambiente Circolo di Prato

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