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La mer, la fin...

venerdì 19 settembre 2008

Scuola. Educazione venatoria in classe? Roba da pazzi.


Da Green Report apprendiamo questa notizia. Non intendiamo commentare per non scadere negli insulti. D'ALTRA PARTE è DIFFICILE NON RIMANERE INORRIDITI.

mv


Arci Caccia: insegnare l´attività venatoria a scuola


La scuola è nella bufera del maestro unico e delle estemporanee proposte di un ministro che ogni giorno tira fuori un coniglio dal cappello, quel che è certo è che maestri e professori verranno falcidiati nei prossimi anni e che la scuola pubblica soffrirà molto mentre quella privata sorride sempre di più, eppure Osvaldo Veneziano, presidente dell´Arci Caccia pensa che ci sia spazio per insegnare una materia in più, magari inserendola tra l´educazione ambientale che la stessa Maria Stella Gelmini vorrebbe rendere obbligatoria (per l´ennesima volta).

Alla vigilia dell´apertura della caccia Veneziano scrive al ministro dell´istruzione, Università e ricerca: «Sottoponiamo alla sua attenzione ed alla sua sensibilità un tema che troppe volte è risultato marginalizzato: la possibilità che la scuola, nel promuovere una maggiore attenzione alle questioni ambientali, focalizzi il tema della conservazione del patrimonio faunistico informando correttamente sul contributo prezioso di una corretta gestione dell´attività venatoria. Non le chiediamo di fare alcuna forzatura ´etica´, che appartiene al singolo individuo, ma di prevedere che nelle scuole italiane i nostri ragazzi possano conoscere, anche al fine maturare coscienza critica e sviluppare il libero pensiero, le positive modificazioni di tutela dell´ambiente rurale e faunistiche intervenute grazie all´applicazione della legislazione vigente. Le attuali norme, ove applicate e rispettate, determinano un prelievo venatorio eco-conservativo, in sintonia con le indicazioni della scienza e quale conseguenza dell´impegno che migliaia di volontari (cacciatori, agricoltori e ambientalisti) dedicano con passione e impegno morale, con sacrifici di tempo e di risorse, ai ripristini ambientali, alla vigilanza, alle iniziative a sostegno di specie in difficoltà».

Per questi motivi, l´Arci Caccia chiede al ministro Gelmini di sollecitare «il lavoro del corpo docente alla corretta informazione degli studenti in modo tale che possano fare le loro scelte partendo dalla realtà delle regole e avendo presenti le migliori prospettive che si possono costruire nell´interesse della conservazione della fauna selvatica».
Sdegnata la reazione di Massimo Vitturi, responsabile settore fauna della Lega antivivisezione che «respinge con fermezza e disappunto la sfacciata proposta avanzata da Arcicaccia di inserire a scuola l´insegnamento della caccia. L´Italia ha bisogno di promuovere e implementare una sana e davvero coerente educazione ambientale, basata anche sui diritti degli animali, non di insegnare ai giovani ad imbracciare il fucile: equivarrebbe ad uccidere anche la scuola e le sue finalità pedagogiche, peraltro in una società sempre più preoccupata per l´escalation di violenza. La figura del "cacciatore-ambientalista" è una favola, un´invenzione recente, una figura creata a tavolino dagli strateghi della doppietta negli anni in cui la loro popolarità aveva raggiunto i minimi storici: la realtà è che i cacciatori sono responsabili della strage di milioni di esseri viventi, preziosi come lo è ogni vita e per l´ambiente».

1 commento:

Anonimo ha detto...

La scuola dovrebbe essere il luogo di vita di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, dove si impara a fare, a comunicare, a essere.
Si dovrebbe imparare a essere persone dotate di moralità.
Allo sport spesso mancano le qualità morali. Nella caccia sportiva e nella pesca sportiva il piacere di fare sport va di pari passo con la sofferenza di esseri viventi. Quindi non può entrare comunque nella scuola per questi motivi morali. La caccia, poi, utilizza armi da fuoco, strumenti di morte, e quindi è doppiamente immorale.
Simone Puggelli