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La mer, la fin...

giovedì 18 settembre 2008

Zingari. L'Europa fischia l'Italia.

Da il Manifesto del 17.09'08


Rom, l'Europa critica l'Italia per la schedatura
Contestato il sottosegretario Rocella. In serata la protesta di Roma
Alberto D'Argenzio

BRUXELLES
Non sempre basta presentarsi in punta di piedi per passare inosservati, di certo non basta mandare un rappresentante di basso profilo, la sottosegretaria alla salute Eugenia Roccella, per non dare nell'occhio nel primo vertice europeo sull'inclusione dei rom.

Sull'Italia sono piovute molte critiche fin dallo start, fin dal secondo intervento, quello del milionario ungherese George Soros: «Le misure italiane sono illegali, bisogna portarle di fronte alla corte di giustizia», ha detto. Prima di lui il Presidente della Commissione José Manuel Durao Barroso si era detto «d'accordo» con una maglietta sfoggiata da molti rappresentanti rom, una maglietta più forte di uno slogan: un'impronta digitale sormontata dalla scritta Against Ethnic Profiling, contro la schedatura su base etnica. Subito dopo il commissario al lavoro Vladimir Spidla afferma che la «classificazione su base etnica è inaccettabile». Critiche che in serata suscitano la reazione ufficiale di Roma. Il rappresentante permanente d'Italia presso l'Ue, l'ambasciatore Nelli Feroci, ha inviato una lettera al Commissario Wladimir Spidla, per esprimere rincrescimento a nome del governo italiano per il fatto che, in occasione del «Vertice europeo sui Rom», non sia stato consentito al sottosegretario Roccella di pronunciare il proprio intervento in un clima sereno a causa di una serie di accese contestazioni da parte di alcuni elementi del pubblico. A dire il vero, la Commissione ha recentemente benedetto il decreto italiano, ma nutre ancora dubbi sulla sua implementazione. E i dubbi si sono notati, ieri. Lo stesso commissario alla giustizia Jacques Barrot, intervenuto nel pomeriggio, afferma dapprima che «i testi normativi sui censimenti sono in linea con le leggi europee», ma poi precisa che «bisogna valutare la sua applicazione». In una lettera inviata a Maroni dallo stesso Barrot, il commissario assicura che «continuerà a seguire con estrema attenzione tutte le informazioni» sul censimento, augurandosi che vi sia «un'applicazione rigorosa delle linee direttrici», comunque in linea con i diritti sul «trattamento dati personali». Insomma il giudizio dell'Europa sull'Italia è formalmente positivo, ma materialmente sospeso.

Il giudizio dei rom sull'Italia è, invece, chiaramente negativo. E anche questo si nota. È il turno della Roccella. Lei spiega che in Italia, «a causa del flusso migratorio più ampio», si è determinata «una situazione di emergenza» che ha richiesto dei provvedimenti urgenti.

Si respira nervosismo, aumenta il rumore, partono i fischi, c'è chi esce dalla sala e chi urla «via, espulsa dal vertice!» sguainando dei cartellini rossi. Rai1 spegne le telecamere per oscurare la protesta. «Sono contestazioni di tipo ideologico dovute alla mancanza di informazione - ribatte Roccella - se si leggessero le linee guida che hanno seguito le ordinanze tanto contestate si vedrebbe che non c'è alcun problema di discriminazione etnica». Che ci siano o meno, cercherà di capirlo la missione della Commissione libertà pubbliche del Parlamento europeo che inizia domani la sua visita a Roma. Già ieri sono però emersi nuovi problemi che riguardano indirettamente (e nemmeno troppo) i rom. I servizi giuridici del Parlamento hanno infatti affermato che l'aggravante di clandestinità inserita nel decreto legge approvato dal Senato il 23 luglio è contraria al diritto comunitario quando si riferisce a delitti commessi «da un cittadino di uno Stato membro che si trova irregolarmente nel territorio di un altro Stato membro». Traducendo: l'Italia non può applicare questa aggravante ai rom rumeni. Può farlo sugli extracomunitari, ma solo perché la Ue in questo caso non può metter becco. Immediatamente alcuni eurodeputati hanno chiesto un deferimento dell'Italia di fronte alla Corte di giustizia Ue. E i guai non sembrano finire qui. Pure le espulsioni automatiche per i cittadini Ue irregolari, una misura allo studio del governo, non sono in linea con le norme dell'Europa unita. «Tutto ciò che è automatico è inaccettabile», la massima di ieri di Barrot.

Insomma molte polemiche e qualche problema, tutte all'italiana. Il tutto mentre il primo vertice sui rom scivola senza sussulti, con la Commissione che si dice disposta a coordinare gli sforzi pur riconoscendo che tocca agli stati membri fare il grosso dei lavori, soprattutto su occupazione, istruzione e casa. «È inutile dire di mandare i nomadi a scuola - ribatte Rudko Kawcynski, presidente del forum europeo dei rom - se poi non li fate entrare. I cani stanno meglio di noi, loro hanno almeno delle leggi che li proteggono». Per lui niente fischi, ma gli applausi più fragorosi.

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