TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 23 aprile 2009

Prato. All'Ospedale manca il collaudo statico?

Ora, dato che manca il certificato di collaudo statico - per la parte dell'ospedale più recente, quella risalente agli anni Settanta/Ottanta - anche conoscere i piani di carico non può dare certezza, ed in Italia lo dovremmo ben sapere, che "da noi quello che è accaduto a L'Aquila non potrebbe succedere", per quanto sarebbe folle farsi prendere da un incondizionato panico.
Però, sta di fatto che il certificato manca...
MV

da il Tirreno del 23/04/09
All’ospedale manca il collaudo statico

La scoperta durante i controlli sugli immobili dell’Azienda sanitaria

Le rassicurazioni dell’Asl «Qui non si rischia il crollo come all’Aquila»
PAOLO NENCIONI

PRATO. Alla parte più recente dell’ospedale “Misericordia e Dolce”, quella costruita tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, manca un requisito non di poco conto, il certificato di collaudo statico.
Lo ha scoperto in questi giorni l’Azienda sanitaria nel corso di un censimento degli immobili di sua proprietà, disposto dalla direzione generale in seguito al clamore suscitato dalle irregolarità accertate in Abruzzo, che hanno aggravato le conseguenze del recente terremoto.
In realtà una segnalazione anonima, ma molto dettagliata, su presunte carenze strutturali degli immobili dell’Asl 4 era arrivata qualche giorno fa anche al Tirreno e le risposte fornite dal direttore generale Bruno Cravedi e dall’ingegnere Gavazzi dell’ufficio tecnico confermano in parte la segnalazione. Ma andiamo per ordine.
Il certificato sparito. Tra gli atti relativi alla costruzione dell’ospedale manca il documento che attesta il collaudo statico. E’ un adempimento che andava fatto più di trent’anni fa e ovviamente gli attuali vertici dell’Asl non ne sono responsabili. Sta di fatto che non si trova. Sono in corso ricerche al Genio civile, ma fino a prova contraria bisogna dedurre che il collaudo non è stato fatto. D’altra parte questo non significa che l’ospedale rischia di crollare. «I piani di carico li conosciamo - spiega l’ingegner Gavazzi - Li abbiamo accertati nel corso dei lavori di ordinaria manutenzione e sono compresi tra i 300 e i 400 chili per metro quadrato».
Hospice inagibile? Tra le segnalazioni figurava anche il caso dell’Hospice di piazza Cicognini, inaugurato l’anno scorso e già in funzione. Secondo l’anonimo è privo di agibilità e non sarebbe stata inoltrata nemmeno la domanda. Circostanza smentita dall’ingegner Gavazzi: «L’agibilità è stata chiesta nel giugno del 2008. A dicembre il Comune ci ha chiesto un’integrazione e abbiamo depositato i documenti il 10 febbraio. Da quella data scatta un periodo di sei mesi di silenzio-assenso, trascorso il quale si ottiene l’agibilità».
Il Dipartimento di prevenzione. L’edificio di via Lavarone, nel quale l’anno scorso si sono trasferiti il Dipartimento di prevenzione, l’ufficio igiene e altri servizi dell’Asl, non sarebbe formalmente idoneo perché non è stato progettato come edificio di importanza strategica (in origine doveva essere un albergo). «La normativa non è di facile interpretazione - spiega il direttore generale Bruno Cravedi - Secondo noi l’edificio di via Lavarone non rientra tra quelli che possono essere definiti strategici, anche perché non vi si fanno prestazioni sanitarie. In ogni caso ha il collaudo sismico e statico».
I progetti. Più che sull’adeguamento degli edifici esistenti, l’Asl è orientata ad assicurare le cosiddette “misure compensative”, vale a dire piani di emergenza da mettere in pratica in caso di terremoti. I piani ci sono già e sono già state fatte alcune esercitazioni. Edifici come il Centro Giovannini e le case di riposo di Narnali e Montemurlo (ancora in costruzione) sono considerati sicuri. Quanto all’ospedale, c’è da considerare che tra non molto ce ne sarà uno nuovo. «Teniamo conto che non siamo in una zona ad alto rischio sismico - ragiona il direttore Cravedi - Sarebbe irragionevole impiegare ingenti risorse per rafforzare una struttura come il “Misericordia e Dolce” quando tra tre o quattro anni avremo il nuovo ospedale. Su quello abbiamo posto la maggiore attenzione e ora la raddoppieremo».
«Anche in mancanza del collaudo statico - assicura l’ingegner Gavazzi - da noi quello che è accaduto all’Aquila non potrebbe succedere».

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perchè non chiederlo agli ex amministratori Comunali e dell'ex Ente Ospedaliero Misericordia e Dolce che sono ancora viventi ?
Franke