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La mer, la fin...

mercoledì 29 aprile 2009

Prato verso le amministrative. Basta con i comunisti?

Mazzoni ci dovrebbe cortesemente spiegare dove si trovano oggi i "comunisti" nel PD... al limite, forse (con tutti i dubbi del caso) qualche macchiolina rossa-falce-e-martello la possiamo trovare tra gli alleati, con il PdCI. Per il resto, è grassa se parliamo di un melassone "rosina pallido", né carne né pesce!
Comunque, forse sarà per arginare il "pericolo rosso" che accettano anche l'appoggio del neofascismo di CasaPound?
MV

da la Nazione del 29/04/09
«Basta coi comunisti»

Mazzoni attacca: «Sicurezza, Carlesi non è credibile»
«STASERA apriamo le pratiche per il divorzio fra Prato e i comunisti». Ha usato toni berlusconiani il coordinatore del Pdl Riccardo Mazzoni per aprire ufficialmente la campagna elettorale del centrodestra. Una campagna partita davanti a circa 300 militanti all’hotel Palace e soprattutto con la presenza di Roberto Cenni, che il capogruppo in Regione Alberto Magnolfi ha definito «il futuro sindaco di Prato», accolto sul palco addirittura con una standing ovation. Non solo, oltre alla corsa elettorale, dopo le scaramucce dei giorni scorsi, Mazzoni ha aperto anche il fuoco contro gli avversari. Mettendo nel mirino, molto chiaramente, il candidato del centrosinistra Massimo Carlesi: «E’ un incidente di percorso, un candidato che non volevano. Lui è un cattocomunista vero, coerente, per carità, ma poco credibile. Per lui se un clandestino delinque è colpa della società: come può parlare di sicurezza? Ma chi ci crede...». Proprio sulla sicurezza, e al Palace lo si è capito bene, sarà incentrata la campagna elettorale del Pdl: «In questi mesi in Parlamento ho cercato di lavorare per Prato — ha detto ancora Mazzoni — e so che c’era la possibilità di avere qui una ventina di soldati. Ma il centrosinistra non li ha voluti, loro preferiscono gli spacciatori pakistani a dei ragazzi italiani in divisa». Un altro tema forte, oltre al rilancio economico, sarà la ricerca del consenso fra gli elettori del centrosinistra. Basta ascoltare ancora Mazzoni: «Noi non siamo contro chi ha votato finora per il centrosinistra, noi siamo contro i burocrati del socialismo municipale».
Anche Cenni, che ha incassato dal palco l’appoggio del partito dei pensionati, si è sforzato di presentarsi non come il candidato di una parte, ma come quello del buon senso, accettabile quindi da tutti: «Bisogna dare speranza alla città e questo obiettivo non è di destra o di sinistra. Com’era bella Prato quando c’erano certi personaggi, che bella gente, che belle piazze piene di voglia di discutere». Poi sulla polemica con Mattei a proposito del cardato: «Io ci credo, è un progetto positivo. Nessuno vuole il passato, ma io non voglio nemmeno scordarmi le mie radici». Cenni ha accennato anche ad un progetto legato all’arte, con opere sparse per la città, per creare «un percorso fra l’antico e il moderno da Firenze fino alla villa di Celle».
Ha puntato molto sui progetti anche la candidata alla Provincia Cristina Attucci: «La Provincia da mesi è senza guida, purtroppo dopo averla tanto desiderata i pratesi devono confrontarsi con un grigio carrozzone inefficiente. Prendiamo la variante di Poggio: in cinque anni il centrosinistra non è stato in grado di fare una strada di un chilometro e mezzo, trecento metri l’anno... A me interessa un ente che lavori per i cittadini, che punti su turismo, infrastrutture, un collegamento rapido con Barberino e l’A1, un ente che favorisca la presenza di più presidi sanitari sul territorio. Lo chiedo a voi: chi sa che cosa fa la società della salute?». Energia e polemiche, gli ingredienti principali della serata.
Una serata condotta da Magnolfi, che ha invitato il popolo Pdl «a spingere ai margini il centrosinistra», «farcita» dalle parole del coordinatore vicario Filippo Bernocchi («Mi sono riletto le carte e 15 anni fa Prato aveva gli stessi problemi, il centrosinistra ci ha fatto solo perdere tempo») e conclusa con una chiamata alle armi di Cenni: «Adesso siamo una squadra — ha chiuso — Adesso tocca anche a voi, mi raccomando. Di là c’è una macchina da 800 persone che lavora da 4 mesi...». Risposta: «Niente paura». Energia e polemiche.
Leonardo Biagiotti

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