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La mer, la fin...

domenica 26 aprile 2009

Prato. Economia: il termometro della logistica segna febbre

Ancora qualcuno ci deve spiegare come l'Interporto possa veramente aiutare l'economia pratese.
Vogliamo fare di Prato un enorme scalo merci? e soprattutto, tutti hanno una benché minima consapevolezza delle logiche lavorative che circolano attorno alla logistica (dalle "cooperative" che gestiscono interi hub ai "padroncini" che altro non sono che dei dipendenti a partita IVA, per non parlare delle problematiche connesse ai call center, e via dicendo... vedi anche l'articolo sotto)?
A parte i dati congiunturali - che certo dovrebbero far riflettere, soprattutto sul fallimento complessivo dell'intermodalità, visto che il trasporto su rotaia è quello che ha subito la maggiore flessione - a noi l'idea di una Prato ridotta ad un grande parcheggio per tir non piace affatto... Andate a chiedere agli abitanti della "Terra di nessuno" intorno all'Interporto che piacere sia averlo accanto...
MV

da il Tirreno del 26/04/09
Prato alla ribalta con la nomina di Albini. Attive 40 aziende

La logistica conquista un ruolo di primo piano
PRATO. Logistica pratese in primo piano, nonostante la crisi. Lo conferma la recente elezione di Ferdinando Albini alla presidenza di Confetra, la confederazione delle categorie imprenditoriali del trasporto, spedizione, logistica e deposito merci. Sono infatti una quarantina le aziende di spedizione e trasporti strutturate, di livello nazionale e internazionale, insediate a Prato e con sede operativa nel distretto.
Il gruppo Albini & Pitigliani occupa il 19º posto per fatturato nell’elenco, redatto dalla stessa Confetra, delle prime 800 imprese italiane del settore (dati 2007, gli ultimi disponibili). «Siamo molto soddisfatti dell’elezione di Albini alla presidenza di Confetra - commenta Lorenzo Meoni, presidente della sezione Spedizioni e trasporti dell’Unione industriale - Lo siamo per più motivi: perché Albini è un ottimo imprenditore e un vero esperto del settore, e anche perché questa nomina porta alla ribalta il nome di Prato. Il nostro settore è, rispetto all’andamento generale dell’economia, un po’ un termometro, che purtroppo in questo momento segna febbre. I dati Confetra del 2008 non erano drammatici: si parlava di -2% per i trasporti nazionali su strada a carico completo, -1% per quelli internazionali, associati comunque ad un calo del 2% del peso medio delle partite. Ma già l’accelerarsi della contrazione delle movimentazioni nel corso dell’anno preludeva a quanto si sta verificando oggi. Cito di nuovo dati resi pubblici da Confetra, che per il primo bimestre del 2009 evidenziano una riduzione del -15% del traffico dei mezzi pesanti sulle autostrade, del -10% del trasporto merci per via aerea, del -10-15% della movimentazione container nei porti e addirittura del -50% del trasporto per ferrovia. Sono dati nazionali, ma riportabili nelle linee generali anche a Prato, una “piazza” che continua ad essere interessante. Non a caso - continua - il settore annovera da noi, oltre ai classici spedizionieri, anche aziende che si occupano di trasporto e logistica di generi alimentari sia deperibili che non, di abbigliamento inclusi anche i capi appesi, ed ultimamente anche dei trasporti eccezionali. E’ fuori dubbio che fra le vocazioni del territorio vi sia anche quello dello sviluppo di funzioni logistiche: l’interporto - conclude - per quanto a metà del guado, costituisce già un polo importante, e l’auspicio è che possa crescere ancora aiutando l’economia locale».

da il Tirreno del 26/04/09
«Camioncini fantasma nella ditta di trasporti»

PRATO. Alberto Abeti lavorava per un’azienda di trasporti con altri 3 colleghi. Dodic-tredici viaggi al mese a Innsbruck senza mai vedersi pagate le trasferte. «Poi il titolare - racconta - ci ha detto che stava attraversando un momento di difficoltà e ha cominciato a non pagarci gli stipendi. Dopo 5 mesi ci siamo licenziati. Io devo avere 5.000 euro di Tfr, 5 mensilità e le trasferte pagate. Il giudice l’aveva condannato a pagarci 500 euro al mese dopo 3-4 mesi non si è visto più un euro. Abbiamo provato con l’istanza di fallimento ma non è stata accettata». L’azienda intanto è ancora aperta, ci sono nuovi dipendenti. «Abbiamo richiesto un pignoramento su dei mezzi ce l’hanno accettato ma quando vanno per sequestrarli non si trovano. I camion vengono parcheggiati ora qui, ora là. E quindi sono, per la legge introvabili».

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