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La mer, la fin...

venerdì 24 aprile 2009

Prato. I cinesi capro espiatorio delle proprie colpe

La "notizia", di per se, potrebbe non essere niente di che... O meglio, potremmo dire che era l'ora che SO.RI. iniziasse a fare il suo lavoro, e che in realtà inizia a farlo ora perché, se non ricordiamo male, sono stati aumentati gli aggi su queste tipologie di intervento.
Ma la cosa più clamorosa, e che dimostra in fondo quanta malafede ci sia nelle polemiche anticinesi che affollano le strade della nostra città, sono le dichiarazioni dei titolari italianissimi di due ditte controllate e trovate non in regola - che quindi hanno violato le regole, se vogliamo essere più precisi: addirittura arrivare a non pagare perché "i cinesi al Macrolotto fanno quello che vogliono".
Veramente, la faccia di bronzo (per non dire quella assomigliante a parte del corpo) non ha limiti, in questi casi: una volta presi in castagna, si usa il cinese come capro espiatorio per le proprie evidenti mancanze - e furbate.
Italiche genti...
MV

da la Nazione del 24/04/09

Pubblicità, il Comune batte cassa
Controlli a raffica su passi carrabili e suolo pubblico. Subito proteste: «Cinesi impuniti»
UNA RAFFICA di controlli che ha già fatto le prime vittime e che ha già scatenato le prime proteste. Il Comune va a caccia di irregolarità, e di soldi, cercando di stanare gli evasori e per questo ha affidato a Sori il compito di completare un censimento su insegne, cartelli e cartelloni pubblicitari, passi carrabili e occupazione del suolo pubblico. Un lavoro immenso che partirà entro un mese e che richiederà almeno un anno di tempo perché prevede centinaia di migliaia di controlli fra sopralluoghi diretti e verifiche delle diverse banche dati.

UN’ANTICIPAZIONE è andata in scena in questi giorni in via Toscana, al Macrolotto. Gli incaricati della Sori si sono presentati nella strada, piena di aziende cinesi, per verificare la presenza di insegne e targhe pubblicitarie, quelle che si mettono all’esterno per identificare un’attività. Le verifiche sono ancora in corso, ma pare che il 50% delle ditte controllate finora non fosse in regola con la richiesta di autorizzazione per esporre pubblicità nel territorio comunale. Così sono partite le prime lettere di contestazione che chiedevano di regolarizzare la situazione pagando circa 100 euro ed è facile immaginare, in un periodo come questo, che non sono state accolte affatto bene.
In sostanza chi ha un’insegna o ha attaccato fuori dall’azienda una targa identificativa non deve solo pagare l’imposta annuale sulla pubblicità, ma prima di tutto deve farsi autorizzare ad esporre pubblicità nel comune. Per l’istruttoria servono 60 euro, per i bolli 25. L’unica buona notizia, si fa per dire, è che il versamento va fatto una sola volta. La sanzione minima è di 250 euro, in più per chi non è in regola ci sono gli accertamenti tributari.

SORI HA chiarito di applicare norme previste a livello nazionale e dal regolamento comunale, ma sono già partite le prime proteste: «Noi toglieremo la targhetta, non vogliamo pagare ancora mentre i cinesi qui al Macrolotto fanno quello che vogliono — sottolineano Franca Franceschini e Roberto Petrocchi, titolari di due ditte della zona — Come mai noi dobbiamo sempre accettare i controlli, talvolta anche interrompendo l’attività lavorativa, quando per i cinesi è sufficiente non aprire, oscurare i vetri e usare le telecamere? Come mai la 626 è così rigorosa per noi quando abbiamo ‘vicini di casa’, più volte denunciati, che oltre a lavorare anche dopo le 22 trasformano i capannoni in alberghi a 3 euro al giorno e usano bombole di gas non idonee per cucinare? La legge è uguale per tutti».
Anche se sembra una provocazione, da Sori ribattono che è proprio per far valere questo principio che si farà il censimento. E c’è anche un’altra precisazione: come è già successo in via Toscana, saranno controllati tutti. Anche gli stranieri.
Leonardo Biagiotti

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