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La mer, la fin...

giovedì 30 aprile 2009

Prato. Economia sommersa - 1

Interessanti alcuni dati riportati nell'articolo, che illustra l'ottima azione delle forze dell'ordine nella lotta all'economia sommersa.
Intanto, che su sessanta controlli in negozi e ristoranti, sono solo tredici le violazioni contestate: con molta probabilità, si facesse un controllo altrettanto sostanzioso su esercizi gestiti da italiani, otterremmo lo stesso risultato.
Poi, che ora gli italiani, per evadere totalmente le tasse (gli italiani, Milone, gli italiani...), fanno contratti di comodato gratuito, per affittare gli stanzoni e gli appartamenti...
A ben vedere, un fenomeno molto più complesso delle quotidinane semplificazioni.
MV

da il Tirreno del 30/04/09
Giro di vite sull’economia sommersa

In un colpo solo la guardia di finanza controlla 50 aziende cinesi
A Poggio a Caiano trovati sette chilometri di falso tessuto marca Louis Vuitton
PRATO. L’elicottero giallo che molti pratesi non avranno fatto a meno di notare martedì mentre volteggiava sulla città ha vegliato su una delle più importanti operazioni di controllo compiute dalla guardia di finanza nei confronti delle aziende a conduzione cinese. I risultati sono eclatanti: 50 imprese sottoposte a verifica fiscale (6 delle quali sequestrate), 70 lavoratori a nero (50 dei quali clandestini), 30.000 giocattoli pericolosi sequestrati insieme a 200.000 tra borse e accessori, 50.000 capi d’abbigliamento con false etichette made in Italy e 7 chilometri di tessuto Louis Vuitton contraffatto.
Commentando l’operazione, che ha impegnato oltre 200 finanzieri provenienti anche da Firenze e Pistoia, il tenente colonnello Marco Defila ha ammesso che si è trattato di un intervento volutamente “rumoroso”, «per dare un messaggio, o meglio un monito: abbiamo voluto far capire che il territorio è sotto controllo». Un controllo prettamente economico.
Per la prima volta si è proceduto in un colpo solo alle verifiche fiscali di decine di aziende, molte delle quali erano recidive ai controlli sulla presenza di clandestini. E il numero di operai senza permesso di soggiorno rintracciati (50) non deve sorprendere: rientra nella media. Altri 20 erano in regola ma lavoravano a nero.
Il risultato più eclatante è arrivato da Poggio a Caiano, dove in un’azienda cinese di via Lombarda sono state trovate 200.000 tra borse e accessori contraffatti, oltre a una grande quantità di tessuto a falso marchio Louis Vuitton: se srotolato, misurerebbe 7 chilometri e chissà quante altre borse si sarebbero potute confezionare.
Al Macrolotto è stato invece trovato una sorta di spedizioniere senza licenza. Si tratta di un deposito di capi d’abbigliamento importati dalla Cina, ai quali erano state aggiunte altrettante etichette made in Italy e che erano pronti a partire per la Spagna, la Francia e la Germania. La piattaforma logistica per lo smistamento di merci vagheggiata dagli amministratori locali per ridare fiato all’economia, insomma, nel distretto cinese è già una realtà. Nemmeno un capo tra quelli sequestrati risulta ufficialmente depositato nel magazzino, altri risultano venduti a società inesistenti: un ginepraio.
Ma la vera sorpresa è arrivata da via Bologna, all’altezza di Santa Lucia, dove la guardia di finanza ha controllato un laboratorio realizzato in un seminterrato. L’immobile, compresi gli appartamenti soprastanti, risulta dato in comodato gratuito da una società italiana ai cinesi. Un sistema, secondo la Finanza, per evadere in toto le tasse. Se risulterà non essere un caso isolato, potrebbe essere la spia di un fenomeno preoccupante. D’altronde sono italiani anche i proprietari degli immobili di sei confezioni cinesi che sono state sequestrate per i consueti abusi edilizi (i dormitori dei clandestini, in alcuni casi è stato realizzato un collegamento tra gli stanzoni e gli appartamenti): anche su di loro verranno fatti accertamenti di carattere fiscale.
I 30.000 giocattoli sequestrati nel corso dell’operazione sono privi di marchio Ce di sicurezza, o col marchio contraffatto. I controlli hanno riguardato anche i negozi e ristoranti gestiti da cinesi, che sono stati battuti a tappeto dai finanzieri: complessivamente sono stati eseguiti 60 controlli, che hanno portato alla contestazione di 13 violazioni e alla sospensione temporanea della licenza commerciale per la mancata emissione dello scontrino fiscale.
P.N.

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