TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

lunedì 20 aprile 2009

Cultura/Necrologio. E' morto Ballard.

Grazie e addio...
mv
Morto Ballard, lucido narratore dell’apocalisse
il Secolo XIX 20.04.'09

«Ho sempre scritto sul cambiamento, dagli anni Cinquanta, quando vennero introdotti tutti gli elementi della modernizzazione: la televisione, i mass media, i supermercati, le tangenziali. Cambiamento: ecco la cosa che fonda la fantascienza», affermava lo scrittore James Graham Ballard, morto ieri a 78 anni, dopo una lunga malattia. Era diventato un autore di culto con “Crash” (1974), specie dopo che nel 1996 David Cronenberg ne trasse l’omonimo film, e con “L’impero del sole” (1984), sulla sua esperienza di internato da ragazzino con la famiglia nel campo di prigionia giapponese di Lunghua durante la Seconda guerra mondiale, opera portata sul grande schermo da Stevan Spielberg.
Per anni ha scritto senza successo e con difficoltà di pubblicazione, «poi, in modo naturale, è successo l’inevitabile e quello che sembrava buttare giù il tempio è stato accettato». Negli anni Settanta, mentre i critici affermavano che nel suo lavoro non c’era niente di nuovo, Ballard ha lasciato la fantascienza vera e propria e ha scritto “Crash”. I suoi libri presentano visioni apocalittiche della Terra distrutta dalla tecnologia, dalla natura e dalla superbia dell’uomo. Passando con il tempo dal noir al giallo sociale, i suoi romanzi hanno affrontato con una vena visionaria e grottesca le storture e la mancanza di valori del moderno mondo di massa e della globalizzazione, «novelle morali» che attaccano il proliferare delle auto, la vita in palazzi giganteschi di cemento, i villaggi vacanze e così via.
«Il futuro è morto, e noi siamo sonnambuli in un incubo», diceva icasticamente, aggiungendo: «Vedo periferie che si diffondono per il pianeta, la suburbanizzazione dell’anima, vite senza senso, noia assoluta. Una specie di mondo della tv pomeridiana, quando sei mezzo addormentato. E poi, di tanto in tanto, bum! Un evento di una violenza assoluta, del tutto imprevedibile: qualcosa come un pazzo che spara in un supermercato, una bomba che esplode. È pericoloso».
Tra i tanti titoli, che spesso parlano da soli, ci sono “Cocaine nights”, “Condominio”, “Il paradiso del diavolo”, “L’isola di cemento”, “Super Cannes”. Ballard, era nato il 15 novembre 1930 a Shangahi, dove suo padre lavorava, e dopo l’attacco di Pearl Harbor venne internato con la famiglia in un campo di prigionia giapponese. Solo nel 1946 riuscì a tornare in Inghilterra. Abbandonati gli studi di Medicina, entrò nella Royal Air Force che lo trasferì in Canada, dove avvenne la sua scoperta della fantascienza. Del 1970 è “La mostra delle atrocità”, per molti il suo capolavoro: 15 racconti uniti dal protagonista comune e dall’ossessione per la guerra del Vietnam, la pornografia, il potere dei media: profetizzò con 10 anni d’anticipo l’elezione di Ronald Reagan alla presidenza degli Usa. Trasferì quelle stesse ossessioni nel connubio mostruoso di incidenti stradali e sesso che diedero poi vita a “Crash”. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia è l’autobiografia “I miracoli della vita”, nella quale rivelava la sua malattia terminale.

Nessun commento: