TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 4 aprile 2009

Inceneritori. Diossina anche qui.

DATI CLAMOROSI DALL'INCENERITORE D MONTALE - LE DIOSSINE SONO NEL PIATTO - POLLI ALLA DIOSSINA ANCHE A PRATO SOTTO L'INCENERITORE DI BACIACAVALLO
I cittadini della Piana chiederanno l'intervento dei ministeri della Salute e dell'Agricoltura, della Comunità europea e si rivolgeranno alle Procure di Pistoia e di Prato per essere tutelati, visto che su 8 campioni di carne di pollo ben 5 sono fuori norma per il contenuto di diossine e, nonostante la legge preveda il divieto di consumo , nessuna autorità preposta interviene.
Le diossine sono fuori legge oltre che nella carne di pollo, anche nella carne di manzo e nelle uova di gallina, della carne di maiale non si sa nulla solo perché non è stata indagata.
A smentire le affermazioni di chi sostiene che l'inquinamento è diffuso ovunque e tenta in questo modo di assolvere l'inceneritore dalla responsabilità di inquinare pesantemente i nostri cibi, basta far osservare che i dati che sforano sono tutti nella zona di ricaduta, tranne uno che guarda caso però si trova a poche centinaia di metri dall'inceneritore di Baciacavallo.
Inquinati sono anche i prodotti vegetali: il piombo nel fieno in zona rossa è 8 volte superiore al limite massimo previsto per gli ortaggi e la frutta, prodotti che ci si è ben guardati da indagare.
Siamo preoccupati sia per i danni economici e di immagine arrecati ai produttori locali e a tutta l'economia agroalimentare del territorio, ma siamo preoccupati anche per chi giustamente vuole privilegiare il consumo dei prodotti locali e che non vede tutelata la propria salute dalle autorità competenti.
Chiediamo al Sindaco di Pistoia Renzo Berti, rientrato all'ASL come responsabile dell'igiene degli alimenti, che ne pensa del fatto che anche nel territorio che amministra, nella zona di maggiore ricaduta dell'inceneritore, al Bottegone, ci sono polli alla diossina e probabilmente anche cavoli al piombo che continuano tranquillamente ad essere mangiati.
La sfiducia nell'efficacia dei controlli e nella corretta gestione dell'impianto non può che aumentare di fronte alla constatazione che nel mese di febbraio per ben oltre 60 ore risulta che l'impianto ha funzionato senza carboni attivi. Tutto ciò è facilmente verificabile dal report mensile di autocontrollo scaricabile dal sito della provincia
(http://www.provincia.pistoia.it/AMBIENTE/InformazioneAmbientale/TermovalorizzatoreMontale/Gruppo5/REPORT_AUTOCONTROLLO_FEBBRAIO_09.pdf),
ed è potuto accadere nel totale silenzio, nonostante l'ARPAT, nella Trasmissione del Rapporto di Prova del 10 febbraio 2009, dichiarasse di "ritenere opportuno un approfondimento del sistema di monitoraggio in continuo ed in particolare della durata del campionamento", visto che nel mese di dicembre il campionamento in continuo delle diossine era durato un solo giorno contro i circa 20 previsti. .
I cittadini preso atto che la ASL non ha al momento preso alcun provvedimento a tutela della salute e della sicurezza alimentare dei cittadini, si rivolgeranno alle istanze superiori e valuteranno con i loro avvocati l'opportunità di intraprendere azioni legali mirate ad individuare e perseguire specifiche responsabilità penali non solo per omissione di atti dovuti ma anche per danni gravi a carico della salute. Visto inoltre le scarse garanzie di gestione dell'impianto e la discutibile efficacia dei controlli, chiediamo l'immediata chiusura dell'inceneritore e la bonifica dell'area.
Comitato contro l'inceneritore di Montale Coordinamento dei comitati della piana FI-PO-PT Forum ambientalista Toscano


da il Tirreno 5.4.'09
Polli alla diossina a Baciacavallo

La scoperta durante i controlli sull’impianto di Montale
I comitati all’attacco «A rischio la nostra salute ma nessuno fa niente»
PRATO. Polli alla diossina? Più che un’ipotesi è una certezza. Il limite di legge è di 4 nanogrammi di diossina e Pcb (policlorobifenile) per chilogrammo, ma i campioni raccolti lo scorso febbraio dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana in una delle aree a ridosso dell’inceneritore di Montale, hanno fatto addirittura registrare un valore esorbitante: 46,2 nanogrammi. Il problema è che i polli in questione appartengono ad un allevamento nel territorio pratese, posto a 7 chilometri e mezzo dall’impianto di Montale ma a poche centinaia di metri dall’inceneritore di Baciacavallo.
Logico quindi che il Coordinamento comitati della Piana, il comitato contro l’inceneritore di Montale e il Forum ambientalista toscano, si siano mobilitati chiedendo «l’intervento dei ministeri della Salute e dell’Agricoltura, della Comunità europea» e annunciando l’intenzione di rivolgersi alle Procure di Pistoia e di Prato «per essere tutelati visto che 8 campioni di carne di pollo ben 5 sono fuori norma (ma il limite più alto è proprio quello rilevato a Prato, ndr) per il contenuto di diossine e, nonostante la legge preveda il divieto di consumo, nessuna autorità preposta interviene. Le diossine sono fuori legge oltre che nella carne di pollo, anche nell carne di manzo e nelle uova di gallina, della carne di maiale non si sa nulla solo perché non è stata indagata». Adriana Pagliai, portavoce dei comitati, ricorda che il decreto legislativo 16 marzo 2006 nº 158 prevede in questi casi il divieto di uscita degli animali, il ritiro dal consumo dei prodotti derivati, l’abbattimento dei capi. Inquinato è risultato anche il fieno: il piombo è 8 volte superiore al limite massimo previsto per ortaggi e frutta, prodotti però non indagati.
Se i polli di Baciacavallo contengono diossina la colpa non sarebbe però né dell’impianto di Montale e nemmeno di quello di Baciacavallo. Infatti nel rapporto dell’Istituto zooprofilattico inviato al dottor Pietro Gabbrielli dell’Asl 3 di Pistoia, responsabile del dipartimento della Prevenzione, si afferma che «l’elevato rapporto fra Pcbs e diossine, in particolare nel campione 12p (Baciacavallo), depone a favore di un origine della contaminazione dovuta a fonti non riconducibili a processi di combustione ma piuttosto a situazioni ambientali da verificare da altri punti di vista, come l’eventuale possibilità della presenza di questi contaminanti a causa di situazioni critiche locali non chiaramente identificabili (è critica la conoscenza del modo in cui gli animali sono stati alimentati, dove hanno razzolato...)».
I comitati non credono però a questa spiegazione (che comunque prevederebbe interventi sulla commercializzazione dei polli) e si riservano di intraprendere azioni legali «per individuare e perseguire responsabilità penali non solo per omissione di atti dovuti ma anche per danni gravi della salute». Chiesta l’immediata chiusura degli inceneritori e la bonifica delle aree.
Giovanni Ciattini

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