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La mer, la fin...

sabato 4 aprile 2009

Le Mani sulla città. Rassegna stampa - 2


da il Tirreno del 04/04/09
Town Meeting: nuove critiche dei comitati cittadini
«Chi ha partecipato al voto non aveva conoscenze sufficienti»
PRATO. Town Meeting, tutto da rifare. Le argomentazioni sollevate dal gruppo dei comitati della città, gettano ombre sull’intero svolgimento del processo partecipativo che avrebbe dovuto garantire un’assemblea di cittadini consapevoli per deliberare sulle tematiche del piano strutturale di Prato. Secondo il parere dei Comitati, i partecipanti al voto non avevano sviluppato un’adeguata conoscenza dei temi oggetto della discussione finalizzata a influire nei processi di governo del territorio. Le stesse domande del televoto sarebbero state formulate per orientare la discussione a confermare gli indirizzi governativi. L’accusa mossa nei confronti dell’amministrazione comunale che ha guidato il processo, si basa sui risultati di un sondaggio effettuato tra i partecipanti: dalle risposte emerge che su 93 intervistati (140 erano i cittadini votanti) quasi il 90% non era a conoscenza dell’esistenza di una prima fase di preparazione. Nonostante 67 cittadini su 93 si siano dichiarati consapevoli che gli atti da loro deliberati condizioneranno il Piano strutturale, oltre il 50% ha lamentato carenza d’informazione. Alla domanda sullo Statuto del territorio oltre la metà degli intervistati (52%) ha dichiarato di non sapere che cosa definisca e il 63% di non conoscere il significato delle invarianti strutturali, oggetto di deliberazione.
«Complessivamente - ha dichiarato Lanfranco Nosi alla presentazione dei dati raccolti dai Comitati - una buona parte del campione ha deliberato senza avere compreso cosa andava a determinare. In questo senso il Town Meeting ha rappresentato una sconfitta politica perché nonostante le critiche mosse verso tutto il processo, l’amministrazione ha ottenuto una legittimazione formale del proprio operato».
Riguardo le procedure di svolgimento dell’evento, è stata messa in dubbio l’effettiva casualità del campione scelto. «Ci chiediamo quale sia stata la funzione del comitato di garanzia visto che - ha aggiunto Nosi - per il reclutamento degli immigrati (l’11%) sono state coinvolte le associazioni delle comunità di Prato, che hanno inviato i loro rappresentati, tra cui anche una persona di Scandicci. Nel coinvolgimento degli studenti, avvisati solo il giorno prima, sembra invece che siano stati organizzati dei turni di partecipazione». Prima del 21 aprile quando verrà reso pubblico il rapporto finale del Town Meeting i comitati consegneranno all’Autorità garante un report contenente tutti questi elementi e una loro proposta di partecipazione a Prato.
Barbara Burzi

da la Nazione del 04/04/09
«Il town meeting grande manipolazione»
«UNA SCONFITTA della partecipazione, una vittoria della manipolazione». Non va molto per il sottile il Coordinamento dei comitati cittadini, dopo la presentazione dei risultati del Town Meeting sul piano strutturale, proponendo una lettura dei fatti molto in disaccordo con quella fornita dal Comune. «La giunta è riuscita ad ottenere una legittimazione ed una conferma del proprio operato e della propria proposta di piano strutturale – spiega Lanfranco Nosi – ponendo le questioni in modo tale da indirizzare le risposte verso i propri interessi».
Le accuse dei comitati si basano soprattutto su una serie di dati raccolti con un contro sondaggio effettuato in contemporanea con l’evento: il 63% del campione di partecipanti al Town Meeting intervistato non era a conoscenza della prima fase informativa del processo e, tra quelli che invece ne erano a conoscenza, la maggioranza ne ha avuto notizia soltanto nei giorni a ridosso della riunione. Circa il 60% degli intervistati non sapeva cosa fosse lo statuto del territorio e addirittura l’80% non ha saputo definire esattamente il concetto di variante strutturale. «Sono tante le scorrettezze e le forzature messe in atto – prosegue Nosi —. Il campione di cittadini non è stato selezionato in maniera casuale: gli immigrati erano stati segnalati dalle associazioni delle varie comunità, mentre i ragazzi più piccoli erano stati mandati dalle scuole senza nemmeno sapere di cosa si parlasse».
Per i comitati ci sono quindi ombre sul reale successo partecipativo di una iniziativa comunque costata diverse migliaia di euro. «Noi presenteremo tutto il materiale in nostro possesso – conclude Nosi – all’autorità garante per la comunicazione. Il town meeting è uno strumento importante di dialogo, ma in questo caso si è persa una occasione per ascoltare veramente le idee dei cittadini. Per questo rinnoviamo la nostra richiesta di creare una commissione di valutazione dell’intero processo partecipativo».
Leonardo Montaleni

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