TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 22 aprile 2009

Prato. Economia: terzisti e "guerre fra poveri"

La vicenda dell'artigiana, riportata da entrambe le testate locali, è sicuramente sintomatica di uno stato di profonda difficoltà di un tessuto economico creatosi durante un periodo di grande espansione e successivamente costretto a fare i conti sia con la crisi perdurante del distretto sia con i comportamenti scorretti, dei committenti e della concorrenza (e, se ci fate caso, nessuno sembra parlare dei cinesi... quindi dobbiamo legittimamente supporre che la concorrenza sleale sia per la maggior parte italiana...).
Ma sono problemi noti da tempo, e potremmo dire pure tipici dei distretti dove ad un certo punto è stato incentivato l'esodo dei dipendenti verso l'attività autonoma spesso promettendo lavoro assicurato e grandi prospettive di guadagno, salvo poi fargli scoprire una ben diversa, e spesso più amara, realtà.
Oggi, oltre a risolvere i problemi contingenti - come quelli del credito, e degli ammortizzatori sociali che in Italia sono inesistenti, per il lavoro autonomo - sarebbe fondamentale far riscoprire a tutti il valore dell'etica nei comportamenti economici, parola quantomai desueta in una città che in fondo ha sempre e solo badato al soldo.
MV

da il Tirreno del 22/04/09
«Ho venduto la casa per tirare avanti»

Lo sfogo di un’artigiana durante l’assemblea dei contoterzisti

«Siamo costretti a lavorare a tariffe stracciate»

PRATO. Prima strangolata dalle banche, poi costretta a vendere la casa per tirare avanti e pagare il mutuo dopo averlo rinegoziato. Non ha usato mezzi termini lunedì sera un’imprenditrice artigiana, la titolare della filatura San Donato, per raccontare la sua vicenda personale durante l’assemblea pubblica convocata da Confartigianato e Cna per tentare di dare risposte alla base di associati contoterzisti.
Una testimonianza toccante, quella di questa artigiana che ha trovato il sostegno di tanti colleghi che le hanno applaudito, immedesimandosi nella sua dura situazione. «Se si andrà avanti così, per noi arriverà la condanna a morte. Vorrei far notare che, mentre i nostri dipendenti usufruiscono degli ammortizzatori sociali per campare e far mangiare la sua famiglia, a noi artigiani non ci toccano aiuti. E siamo schiacciati dalla logica di un mercato che costringe a lavorare a tariffe stracciate. Per non perdere la commessa, ho accettato la cifra ridicola di un euro al chilo di filato. Tra terzisti si combatte ogni giorno una guerra fra poveri».
L’imprenditrice ha affondato il coltello poi nella piaga del credito, raccontando il suo viavai di banca in banca durato un anno e mezzo. «Non c’è stato verso trovare liquidità per la mia azienda. Oggi a Prato non solo è difficile accedere al credito, ma il problema è che le banche te lo diminuiscono, togliendo tutti i fidi e le garanzie. Mi è toccato rinegoziare un mutuo da 80mila euro, di cui 2mila finiti a vuoto nelle casse dell’Artigiancredito. Se non vendevo la casa, smettevo di mangiare. E non ci si fa veramente a pagare più i dipendenti. Mi domando quanta vita rimanga ancora per i terzisti».
All’artigiana ha risposto Andrea Belli, presidente dei tessili di Confartigianato, che ha ricordato le recenti conquiste strappate dalla categoria al Governo attraverso il tavolo di distretto, non ultimo un allungamento della cassa integrazione per le imprese sotto i 15 dipendenti.
«Sul fronte del credito - ha aggiunto Belli - alcune agevolazioni sono state concesse, come la sospensione dei mutui e leasing, ma occorre aspettare i provvedimenti attuativi».
Variegata la platea dell’artigianato che non ha disertato l’incontro di lunedì sera con i vertici di Cna e Confartigianato: si sono affacciati anche i terzisti facenti capo a Prato Artigiana, che hanno fatto sentire più volte la loro voce. «Ci avete abbandonato», ha polemizzato qualche artigiano contro i dirigenti delle associazioni (oltre a Belli di Confartigianato, c’erano Anselmo Potenza e Roberto Fabbri per Cna). E tra il pubblico di lunedì sera hanno fatto capolino anche i politici: in platea c’erano anche il candidato del Pd alla presidenza della Provincia, Lamberto Gestri e quello a sindaco per la lista “Prato Libera & Sicura”, Aldo Milone.
Maria Lardara

da la Nazione del 22/04/09
«Ho venduto casa per pagare i debiti dell’azienda»
«COSTRETTA a vendere la casa per far fronte ai debiti della mia ditta». È stata la testimonianza, drammatica e vibrante, di un’imprenditrice uno dei momenti più intensi dell’assemblea organizzata da “Prato Artigiana” lunedì sera per fare il punto sulla battaglia dei conto terzisti del distretto pratese. La donna, titolare di una filatura, racconta un’odissea tra banche e associazioni varie: «Nessuno mi ha aiutato — attacca l’artigiana — le banche non mi sono venute incontro, anche Artigiancredito prima ha rifiutato la mia richiesta, poi l’ha accolta ma con spese di istruttoria troppo alte, assurde per chi è già in difficoltà. E anche dalle associazioni anti-usura non ho avuto sostegno». Insomma, un quadro di disperazione, una situazione drammatica (situazione comune a tante aziende della subfonitura, strangolate tra il poco lavoro, le tariffe basse e anche clienti che non pagano) che per la signora e la sua famiglia ha trovato un solo sbocco obbligato: la vendita della casa. «Alla fine — ha concluso amaramente la donna alla fine della riunione — non mi resterà altro che spararmi una fucilata..». Il tema del difficile rapporto con il credito è stato al centro della riunione di lunedì sera, così come, però, anche le opportunità nuove offerte da alcuni istituti bancari.

L’ASSEMBLEA è stata partecipata (circa 120 persone), ma meno“turbolenta” di quella organizzata nella sede del Comune, quando i vertici di Confartigianato e Cna furono sonoramente contestati. Lunedì sera il clima era decisamente più tranquillo, ma non per rassegnazione, piuttosto per cercare di passare dalla fase della protesta a soluzioni più operative. Il tutto anche con la presenza dei dirigenti delle due associazioni artigiane, dei candidati alla carica di presidente della Provincia, Lamberto Gestri (Pd) e alla carica di sindaco, Aldo Milone (Prato libera e sicura).
«I drammatici problemi emersi in questa serata — commenta Manuela Biliotti, leader e animatrice del gruppo Prato Artigiana — non rappresentano che solo l’inizio se lo Stato non prenderà provvedimenti. Crediamo che l’unione faccia la forza e per questo sollecitiamo anche l’Unione industriale a partecipare a un grande evento sui problemi del distretto, un incontro tra industriali e terzisti è un’occasioneda non perdere per entrambe le parti».
R.D.P.

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