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La mer, la fin...

martedì 7 aprile 2009

Prato. Ipotesi sul Piano Casa

Il "piano casa" renderà o no? In realtà, non si sa ancora bene... Nel frattempo, l'assessore Ciuoffo ci illustra l'idea meravigliosa della "perequazione" alla pratese: demolisco e faccio ricostruire volumi maggiori in altre parti della città.
Dalle nostre parti, significa colate di cemento in più...
MV

da la Nazione del 07/04/09
Il piano casa? Vale 5,5 milioni Ogni intervento costerà 34mila euro

IL PIANO CASA del governo? Per Prato potrebbe valere 5,5 milioni di euro. L’indagine che quantifica la possibile ricaduta dei provvedimenti voluti da Roma e oggetto del recente accordo con le Regioni, peraltro da perfezionare e da chiarire in diversi punti, è stata realizzata dal «Sole-24 Ore» e si basa su alcuni parametri statistici ancora virtuali che però aiutano a capire la possibile portata del provvedimento, anche se il vice sindaco e assessore al bilancio Roberto Bencini resta scettico: «Sono ipotesi, di certo c’è soltanto che il mancato gettito dell’Ici non è stato integrato come promesso».

LE PREMESSE dell’indagine sono due. La prima è che il 10% dei proprietari di villette e piccole palazzine, gli immobili che in ogni provincia potranno essere ampliati, decida effettivamente di applicare le nuove norme previste dal piano casa. La seconda è che l’Iva generata dagli interventi possa rimanere sul territorio come richiesto dagli enti locali (al momento però la risposta del governo è stata negativa). Accettate le premesse, i numeri sono questi: a Prato il piano casa potrebbe riguardare 37.829 proprietari, un numero piuttosto basso rispetto alle altre province. Soltanto a Massa Carrara (32.628) gli «utenti» sarebbero meno, mentre tutte le altre grandi città farebbero meglio: 45.799 proprietari a Pistoia, 58.992 a Pisa, 66.869 a Livorno e 160.972 a Firenze. La spesa media per ogni singolo intervento sarebbe invece nella parte alta della classifica, segno che in provincia il settore dell’edilizia, crisi o no, non ha ancora dovuto abbassare bruscamente i prezzi. Ogni ampliamento costerebbe infatti 34.710 euro, circa 2mila euro in meno che a Firenze, ma di più che a Livorno (31.662), Massa (28.971), Lucca (33.627) o Grosseto (35.331) e poco meno che a Siena (35.160).

INFINE IL GETTITO. L’Iva generata dagli ampliamenti sarebbe 5,25 milioni, mentre il gettito Tia, in funzione dell’aumento della superficie degli immobili, salirebbe di quasi 200mila euro. Numeri bassi rispetto al resto della Toscana, se si pensa che solo a Massa gli introiti per gli enti locali sarebbe inferiori. Forse Prato potrà ottenere più successo sul piano normativo. L’assessore all’urbanistica Stefano Ciuoffo, infatti, pensa di proporre alla Regione due norme che qui sono già in vigore: «Da noi si possono ampliare gli edifici produttivi per sviluppare l’attività, mentre la demolizione e ricostruzione dei palazzi potrebbe essere regolata dalla perequazione. In sostanza il Comune dovrebbe decidere, in caso di demolizione, se far ricostruire nella stessa zona o da un’altra parte con un volume maggiore. Così si potrebbe governare meglio la trasformazione della città».
L.B.

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