TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 21 aprile 2009

Archeoambiente. Arriva la Carta Archeologica della Provincia...

... e c'è pure Gonfienti!
Peccato che la vogliano reinterrare, e che il sito non sia praticamente mai stato usufruibile, nonostante dal 2005 si parli di un "parco archeologico". Intanto, non ci sono fondi, e sembra servano addirittura ventimila euro per togliere le erbacce!
Certo che, però, alla Poggesi lacrimante per il dolore per Gonfienti poco ci crediamo, così come poco crediamo che la carta archeologica avrebbe impedito lo scempio (leggasi, interramento del decumano etrusco e impossibilità di continuare le ricerche dati i lavori dell'Interporto... Grazie, dottoressa Poggesi...).
MV

da il Tirreno del 21/04/09
Una colata di sabbia sulla città etrusca

Soprintendenza in cerca di fondi per conservare Gonfienti

I 20mila euro necessari per diserbare li investirà Interporto Poggesi: «Fare in fretta»

PRATO. In principio era Gonfienti. Oggi c’è un mucchio di erbacce a cancellare la memoria della misteriosa città etrusca, domani molto probabilmente sarà un mare di sabbia a seppellire questo glorioso passato. Etruschi sempre più dimenticati, insomma, con il sogno di un parco archeologico alle porte di Prato destinato sempre più a sfumare.
Per il momento l’unica preoccupazione della Soprintendenza per i beni archeologici sembra essere quella di reperire 20mila euro per fare piazza pulita di sterpi ed erbacce che delimitano l’area della domus, su un totale di circa 1500 metri quadrati. «Ma non bastano per rendere fruibile il sito archeologico al pubblico. Se si decide di tenerlo aperto - osserva la soprintendente Gabriella Poggesi - occorre trovare le risorse per le altre opere di manutenzione e per mettere in salvaguardia l’area. L’importante è fare in fretta, fermo restando la volontà politica a investire sul progetto del parco archeologico». Intanto l’appello della Poggesi è stato raccolto nei giorni scorsi dall’Interporto e dal suo presidente Antonio Napolitano, che si accollerà le spese previste per il taglio dell’erba. «L’Interporto - fa notare la Poggesi - sta già facendo molto anche perchè ci ospita all’interno della sua struttura per un nuovo progetto: un’ equipe della Soprintendenza sta lavorando infatti al restauro di alcuni reperti archeologici all’interno di un laboratorio attrezzato che in futuro potrebbe avere interessanti sviluppi». Ne correrà di tempo però, prima che Gonfienti possa diventare un’attrattiva archeologica interessante. Anche perchè la Soprintendenza sta contemplando sempre più l’ipotesi di un “insabbiamento” della città etrusca per non dover rimettere mano ogni anno alla spesa di 20mila euro di manutenzione dell’erba. Una cifra, quella indicata dalla Soprintendente ai beni archeologici, che non convince però l’architetto Giuseppe Centauro, che rappresenta i comitati cittadini gravitanti intorno a Gonfienti. «Anche perchè - fa notare Centauro - molte associazioni si erano offerte a titolo volontario per fare questo tipo d’intervento. Il punto è che adesso la Soprintendenza si lamenta dell’erba ma questo stato di incuria ambientale non nasce per caso».
Nel frattempo, 80mila euro per la conservazione dei suoi gioielli archeologici, la Provincia di Prato li ha già spesi. Sono serviti a finanziare la carta archeologica realizzata dalla Soprintendenza stessa, e che censisce in modo capillare ben 150 siti presenti sul territorio provinciale, tra cui anche quello di Gonfienti. «Se avessimo approntato prima questo strumento - torna a sottolineare la soprintendente - forse avremmo potuto evitare l’evoluzione che tutti conosciamo per la vicenda di Gonfienti». Nel giro di due mesi la pubblicazione sarà disponibile in libreria. «La carta archeologica - conclude l’assessore provinciale Paola Giugni - sarà uno strumento prezioso per rendere omogenee le scelte urbanistiche del territorio».
Maria Lardara



da la Nazione del 21/04/09
Tesori archeologici Ecco la carta storica provinciale Sono stati individuati 150 siti di rilievo

ARRIVA la Carta archeologica della Provincia di Prato, dalla Preistoria all’Età Romana, uno strumento di grande utilità per un territorio che fino ad oggi era ricordato per le necropoli etrusche del carmignanese ma che ha acquistato grande importanza per gli abbastanza recenti scavi nella zona di Gonfienti. Una carta voluta dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana e della Provincia di Prato che è stata presentata ieri in provincia dalle archeologhe Gabriella Poggesi e Paola Perazzi e dall’assessore alla cultura della Provincia Paola Giugni. Un incontro diviso in due parti: la prima esplicativa delle necessità e dei contenuti della Carta, la seconda allargata al «problema» di Gonfienti ed al possibile futuro parco archeologico della zona dalla quale sono stati prelevati interessanti reperti e che ora è stata ricoperta per la costruzione dell’Interporto.
Uno strumento di utilizzazione, questa Carta, del territorio antropizzato con 150 siti, l’ottanta per cento dei quali di Carmignano e di Prato e la differenza per la Val di Bisenzio con le sue tracce di viabilità antica per i collegamenti tra Etruria e l’area transappenninica.

LE PRIME due fasi del lavoro hanno previsto la raccolta dei dati bibliografici e lo spoglio degli archivi storici, il censimento dei depositi di materiali archeologici, la verifica del territorio, l’analisi e la rielaborazione scientifica di tutti i dati acquisiti per pianificare lo sviluppo del territorio e per la valorizzazione culturale delle conoscenze più significative. La terza con la produzione del volume che è già in stampa e che sarà pronto per le librerie possibilmente nel giro di due mesi. Un grande lavoro anche dal punto di vista scientifico con la ricomposizione delle informazioni in sede critica. Sarà messo anche on-line. E intanto sulle copertine del volume sono stati stampati due preziosi reperti: «L’Età Etrusca» (Carmignano), un avorio reperito nel cumulo di Montefortini e «L’Età del bronzo», del XV secolo a.c recuperato a Prato a Gonfienti. E per Gonfienti è stato dedicato spazio solo ad alcune porzioni: una pubblicazione completa sarà prodotta in seguito visto le migliaia di materiali rinvenuti.
Franco Riccomini

Gonfienti? Un piccolo museo visitabile
E GONFIENTI? «L’esperienza di Gonfienti – dice Poggesi – ci ha insegnato ad agire con prudenza. Se negli anni ’80, alle prime scoperte, ci fosse stato uno strumento come la Carta, i progetti avrebbero potuto andare avanti anche allora, evitando ‘dolori’ inimmaginabili a tutti i livelli».
Aggiungendo che il problema è ora ricomposto con l’aver ricoperto i siti archeologici che potranno comunque essere recuperati togliendo una ventina di centimetri di terra mentre rimane saldamente in piedi il laboratorio costruito tempo fa accanto agli uffici dell’Interporto che contiene i reperti ritrovati e serve appunto da laboratorio anche per quelli, restaurati, che andranno al Museo di Artimino.
E che diventerà un piccolo museo visitabile. Con le sinergie i Soprintendenza e Province di Prato e Firenze. Aspettando tempi migliori ma con decisione entro tempi brevi.

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