La Lega cresce in Emilia, Toscana e Lazio Pd avanti nelle roccaforti di Firenze e Bologna, ma aumentano i rischi per Renzi e Delbono
ROMA — Il Pd è in allarme. A Firenze e Bologna, storiche roccaforti del centrosinistra (con l’eccezione della vittoria di Giorgio Guazzaloca nel 1999 nel capoluogo emiliano), il centrodestra alle amministrative è in netto recupero. Secondo i primi dati non ancora ufficiali che emergono dai sondaggi Ispos e Swg, il Pd resta comunque in vantaggio. Ma dà segni di affaticamento. Nella città toscana Matteo Renzi, candidato del centrosinistra, è in bilico intorno a quel 50% che darebbe il successo al primo turno. E giorno dopo giorno aumentano i consensi per Giovanni Galli, ex portiere della Fiorentina candidato del Pdl. «E ancora Berlusconi di fatto non è sceso in campo direttamente per sostenerlo», osservano i sondaggisti. Inoltre, «c’è un forte malcontento nell’elettorato di centrosinistra ».
Da Firenze a Bologna: qui Flavio Delbono, che corre per il Pd, è accreditato al massimo del 45-46%, mentre Guazzaloca, a capo di una lista civica appoggiata dell’Udc, e Alfredo Cazzola, alla guida di un’altra lista civica sostenuta dal Pdl, insieme superano il 40%. Una partita da giocare, dunque. E la decisione del sindaco Sergio Cofferati di non ricandidarsi alle amministrative, ma di presentarsi per le Europee, potrebbe avere un effetto negativo sull’elettorato di centrosinistra. Ma soprattutto dietro il recupero del centrodestra nelle zone tradizionalmente rosse, ci sarebbe secondo Ipsos un dato sorprendente: un piccolo e imprevisto exploit della Lega in Emilia, Toscana e anche nel Lazio. I ricercatori in un primo momento avevano pensato a un errore o a un’anomalia statistica. Ma ulteriori verifiche hanno confermato il trend positivo del Carroccio.
La fotografia che emerge dai sondaggi è comunque ancora frammentaria. E il premier Silvio Berlusconi, per quanto soddisfatto, è prudente: prima di esultare ci sono da verificare l’effetto- terremoto sulle intenzioni del partito».
di voto e le conseguenze dell’eventuale accorpamento di election day e referendum (cioè i cosiddetti «trascinamenti » degli elettori da una parte o dall’altra). Ma la tendenza generale sembra chiara. Il Pdl non solo recupera alle amministrative nelle città «rosse», ma cresce alle Europee quasi ovunque ed è attualmente al 42-43%, dato nettamente superiore rispetto al 38% delle ultime politiche. E superiore anche alla somma dei voti previsti separatamente per An e Forza Italia. Insomma, la nascita del nuovo partito sembra aver richiamato nuovi elettori.
Il Pd, che alle politiche aveva superato il 33%, invece soffre quasi ovunque e pare molto sotto a quel 30% che l’ex segretario Walter Veltroni indicava come soglia minima per la sopravvivenza del partito. Alle amministrative il quadro è ancora più complicato: le liste civiche rischiano di erodere più consensi al Pd che al Pdl. E anche i «grillini» rappresentano nelle realtà locali una piccola insidia solo per il centrosinistra. L’Italia dei Valori va invece benissimo nei sondaggi per le Europee, dove il traino del leader Antonio Di Pietro è molto efficace: le prime rilevazioni danno il partito dell’ex magistrato intorno al 9% rispetto al 4,4% delle politiche. A livello amministrativo, dove però i politici locali non hanno certo il carisma di Di Pietro, l’Idv è su livelli ben inferiori. L’Udc sembra in leggera crescita. La sinistra radicale invece divisa nella lista Sinistra e Libertà e nell’alleanza fra Rifondazione e Comunisti italiani è ancora lontana dalla quota di sbarramento.
Paolo Foschi
12 aprile 2009
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