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La mer, la fin...

domenica 12 aprile 2009

Politica. Foschi scenari

da il corriere.it
La Lega cresce in Emilia, Toscana e Lazio
Pd avanti nelle roccaforti di Firenze e Bologna, ma aumentano i rischi per Renzi e Delbono

ROMA — Il Pd è in allar­me. A Firenze e Bologna, sto­riche roccaforti del centrosi­nistra (con l’eccezione della vittoria di Giorgio Guazzalo­ca nel 1999 nel capoluogo emiliano), il centrodestra al­le amministrative è in netto recupero. Secondo i primi dati non ancora ufficiali che emergono dai sondaggi Ispos e Swg, il Pd resta co­munque in vantaggio. Ma dà segni di affaticamento. Nella città toscana Matteo Renzi, candidato del centro­sinistra, è in bilico intorno a quel 50% che darebbe il suc­cesso al primo turno. E gior­no dopo giorno aumentano i consensi per Giovanni Gal­li, ex portiere della Fiorenti­na candidato del Pdl. «E an­cora Berlusconi di fatto non è sceso in campo diretta­mente per sostenerlo», os­servano i sondaggisti. Inol­tre, «c’è un forte malconten­to nell’elettorato di centrosi­nistra ».

Da Firenze a Bologna: qui Flavio Delbono, che corre per il Pd, è ac­creditato al massi­mo del 45-46%, mentre Guazzalo­ca, a capo di una li­sta civica appoggia­ta dell’Udc, e Alfre­do Cazzola, alla guida di un’altra lista civica soste­nuta dal Pdl, in­sieme superano il 40%. Una par­tita da giocare, dunque. E la decisione del sindaco Sergio Cofferati di non ricandidarsi alle amministrative, ma di presentarsi per le Europee, po­trebbe avere un effetto nega­tivo sull’elettorato di centro­sinistra. Ma soprattutto die­tro il recupero del centrode­stra nelle zone tradizional­mente rosse, ci sarebbe se­condo Ipsos un dato sor­prendente: un piccolo e im­previsto exploit della Lega in Emilia, Toscana e anche nel Lazio. I ricercatori in un primo momento avevano pensato a un errore o a un’anomalia statistica. Ma ulteriori verifiche hanno confermato il trend positivo del Carroccio.

La fotografia che emerge dai sondaggi è comunque ancora frammentaria. E il premier Silvio Berlusconi, per quanto soddisfatto, è prudente: prima di esultare ci sono da verificare l’effet­to- terremoto sulle intenzio­ni del partito».

di voto e le conseguenze dell’eventuale accorpamen­to di election day e referen­dum (cioè i cosiddetti «tra­scinamenti » degli elettori da una parte o dall’altra). Ma la tendenza generale sembra chiara. Il Pdl non so­lo recupera alle amministra­tive nelle città «rosse», ma cresce alle Europee quasi ovunque ed è attualmente al 42-43%, dato nettamente superiore rispetto al 38% delle ultime politiche. E su­periore anche alla somma dei voti previsti separata­mente per An e Forza Italia. Insomma, la nascita del nuo­vo partito sembra aver ri­chiamato nuovi elettori.

Il Pd, che alle politiche aveva superato il 33%, inve­ce soffre quasi ovunque e pare molto sotto a quel 30% che l’ex segretario Walter Veltroni indicava come so­glia minima per la sopravvi­venza del partito. Alle ammi­nistrative il quadro è ancora più complicato: le liste civi­che rischiano di erodere più consensi al Pd che al Pdl. E anche i «grillini» rappresen­tano nelle realtà locali una piccola insidia solo per il centrosinistra. L’Italia dei Valori va invece benissimo nei sondaggi per le Euro­pee, dove il traino del lea­der Antonio Di Pietro è mol­to efficace: le prime rileva­zioni danno il partito dell’ex magistrato intorno al 9% ri­spetto al 4,4% delle politi­che. A livello amministra­tivo, dove però i politici locali non hanno certo il carisma di Di Pietro, l’Idv è su livelli ben inferiori. L’Udc sem­bra in leggera cresci­ta. La sinistra radica­le invece divisa nella lista Sinistra e Libertà e nell’alleanza fra Ri­fondazione e Comuni­sti italiani è ancora lon­tana dalla quota di sbar­ramento.

Paolo Foschi
12 aprile 2009

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