TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

lunedì 20 aprile 2009

Prato. Filiera corta?

E' vero... si fa presto a chiamare "Terra di Prato" un mercato dove il prodotto, benché biologico, viene pure da Venturina o dalla Valdichiana. E quindi, le critiche di Cristina Cozzi - una delle prime animatrici dei cinque Gruppi di Acquisto Solidale censiti a Prato nella Rete GAS - sono perlomeno fondate.
Certo, poi, a ben pensarci, se il prodotto nostrano rischia di essere quello "alla diossina" riportato dai Comitati contro gli inceneritori, stiamo freschi...
MV

da il Tirreno del 19/04/09
Il mercatino del gusto fa il pieno

A ruba miele, anatre, olio. Prossimo appuntamento il 16 maggio

PRATO. Il primo appuntamento di “Terra di Prato”, mercatino del gusto, è stato un successo. Pubblico e commercianti soddisfatti, nonostante l’acquazzone che si è scatenato a fine mattinata. Dopo tanto parlare dei prodotti tipici e biologici si stanno raccogliendo i primi frutti: l’educazione al gusto, alla ricerca di nuovi sapori sta diventando parte dell’ alimentazione quotidiana.
Visitare gli stands è stato come fare un salto nello spazio e anche nel tempo: le bottiglie del vermut bianco di Prato hanno origine lontanissime, come del resto il melone retato pratese adottato dallo slow food di Prato. Un prodotto agricolo tipico del distretto che già Filippo Mazzei amava, tanto da portare con sé i semi nel viaggio in America. «Abbiamo rilanciato questo prodotto - ha sottolineato Alessandro Venturi - attraverso una campagna di adozione; solo oggi abbiamo trovato cento persone che pianteranno i semi, a luglio ci ritroveremo per degustare insieme i frutti». Non solo il rilancio del melone retato, ma anche una campagna attraverso l’ “Ortoincondotta” per sensibilizzare i bambini a mangiare la verdura: gli alunni della scuola di Casale hanno in affido un orto che coltivano insieme a maestre e genitori, durante il periodo scolastico mangiano alla mensa scolastica le verdure coltivate, mentre in estate si impegnano a vendere i prodotti in piccoli mercatini.
Ma “Terra di Pato” è anche un’occasione per degustare prodotti nuovi e sperimentare gusti inediti. Da Santa Maria a Monte arrivano le anatre allevate ancora “a terra” e spiumate a secco.
«Alleviamo le anatre secondo l’antica tradizione - spiega Roberto Frizzetti - oltre a macellarle e a vendere la carne prepariamo anche sughi particolari secondo la ricetta della mia nonna». E così si posso assaggiare i crostini della nonna dove oltre all’ anatra c’è un po’ di vino, i durelli, le cipolle rosse e gli aromi coltivati direttamente nel campo. L’interesse dei compratori, infatti, è prevalentemente rivolto all’ origine dei prodotti e alla loro coltivazione. «La prima domanda che mi pongono - spiega Fedele Raho della ditta Rigaggioli - è se sono prodotti coltivati da noi, quali sono i metodi usati per la conservazione e quindi se possono venire direttamente in azienda per comprare e rendersi conto di persona di come sia stretta la filiera che utilizziamo». Tante le richieste, soprattutto per il patè di carciofi che presto verrà lanciato sul mercato nella versione “fresco”. Molto interesse anche per il miele e per i ricostituenti naturali. Alla Bottega del miele vanno a ruba le confezioni di polline asciutto o fresco, usato come rimedio naturale per alzare le difese naturali, mentre la ricerca di gusti particolari, come la confettura di radicchio rosso da abbinare al formaggio, ha fatto il tutto esaurito al banco dell’agriturismo Montaneta. Dopo tante verdure e assaggini, anche di olio, il pranzo ideale si chiude con il tradizionale vermut bianco pratese, riscoperto dalla Nunquam: «Abbiamo seminato decisamente bene - spiega Cristina Pagliai - tante persone sono ritornate per acquistare le bottiglie che si trovano solo da noi. Il fatto di essere piccoli artigiani che produciamo direttamente è sicuramente un ottimo biglietto da visita».
I prossimi appuntamenti di Terra di Prato sono per il 16 maggio e il 20 giugno dalle 8,30 alle 13,30 in piazza del Mercato Nuovo.
Alessandra Agrati

Ma il mercato dei produttori è un’altra cosa

PRATO. Si fa presto a dire filiera corta. Ma soprattutto si fa male a chiamarlo “Terra di Prato”, se tra le assenze del nuovo mercato figurano i banchi della frutta e della verdura fresca di stagione. Muove da questi presupposti la critica di Cristina Cozzi, leader dei Gas (Gruppi di acquisto solidali), al progetto del mercato della fiiera corta inaugurato ieri mattina: «Non c’è spazio per i produttori agricoli del nostro territorio, gli unici due banchi di frutta e verdura per l’appunto erano stati presi d’assalto dalla gente. E i produttori di specialità tipiche sono quelli che si possono trovare anche in piazza Duomo, senza bisogno di aspettare il mercato». Manca insomma, secondo Cristina Cozzi, lo spirito originario sotteso al progetto della filiera corta, nel mercato di sabato che non privilegia le produzioni agricole locali e che, oltretutto, chiama i produttori fuori da Prato. E così ieri mattina le massaie hanno riempito il sacchetto della spesa con la verdura proveniente addirittura da un agricoltore di Venturina. «E’ un peccato non dare una possibilità di lavoro ai produttori delle nostre terre - conclude Cristina Cozzi - in un momento di crisi economica. In questo senso avevamo avanzato delle osservazioni precise all’assessore Giovagnoli: concepito così, il mercato non rappresenta la filiera corta ed è solo un’operazione di vetrina».
Maria Lardara


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