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La mer, la fin...

lunedì 20 aprile 2009

Prato. Ospedale ed espropri

Al di là della retorica dell'amicizia tra confinanti, ci rendiamo conto che in fondo è solo una questione di soldi. Intanto, però, i lavori per il nuovo ospedale rischiano un notevole stop!
MV

da il Tirreno del 19/04/09
Ospedale, via agli espropri: 2 euro al metro quadrato

GiustificaI proprietari ricorreranno al Tar: «I nostri vicini hanno avuto un’indennità 36 volte superiore». Già pronta la causa

IL CASO
di ELENA DURANTI
SULLA DATA di inizio lavori per il nuovo ospedale di Prato si allunga l’ombra di altri ricorsi al Tar e di altre cause giudiziarie. Stavolta non per la gara d’appalto, già contestata e processata dai tribunali amministrativo e penale, ma per le procedure di esproprio in corso, considerate inique dai cittadini.
E potrebbe dunque, slittare ancora, l’apertura del cantiere prevista dall’Asl 4 a settembre 2009. I provvedimenti d’esproprio che sono stati appena recapitati agli intestatari delle particelle catastali che compongono il lotto situato in località Galciana, hanno suscitato le ire di almeno la metà dei proprietari e innescato appunto denunce e ricorsi. Oggetto del contendere sono i terreni nella zona tra via Foscolo, via Ciulli, via Chiti e via Scarlatti che attualmente è adibita a orti vicinali, uliveti, vigneti e solo una piccola porzione di 77 metri quadrati di proprietà comunale è indicata come pascolo. Diciassette dei 34 intestatari (in realtà le particelle sarebbero 39 ma alcune appartengono ai medesimi proprietari) si sono visti riconoscere come indennità di esproprio solo due euro al metro quadro, per la precisione 2,05 euro, mentre per i restanti diciassette l’indennità è di ben 36 volte superiore: 74 euro e 25 centesimi.
Le famiglie Nieri e Banci si sono già rivolte a un legale, l’avvocato Franco Campagni, per intentare causa agli enti titolari del procedimento, nell’ordine Regione, Asl 4 e Comune. Spiegano di aver speso vita e denaro in quel pezzo di terreno coltivato a orto e a ulivi (300 piante in totale) che era costato 10mila lire al metro quadrato nel 1985: «Ci sentiamo raggirati e presi in giro». A cosa è dovuta la differenza di prezzo per terreni che originariamente facevano parte tutti parte della stessa proprietà (la terra dei Landini, ndr) poi venduta alle famiglie della zona perché fosse coltivata?
Sulla «carta», il divario è rappresentato da una stradina interna al lotto, un viottolo di utilità per i campi coltivati, che divide idealmente in due l’area da espropriare, che è stata però tracciata in proprio dai coltivatori. Infatti, non c’è sulle mappe catastali della proprietà originaria, ma è diventata la linea di discrimine tra l’equo e l’iniquo: guardando nord-ovest, a sinistra, ci sono i fortunati con l’indennità da 74,25 euro al metro quadro, a destra, i «beffati» dal processo di esproprio pubblico con l’indennità di 2 euro e 5 centesimi al metro quadro. Cioè il primo settore è stato considerato, secondo gli aventi diritto in modo «arbitrario», a uso edificabile, l’altro agricolo. Considerando che praticamente tutti hanno pagato i terreni circa 10mila lire negli anni ‘80, con il tempo trascorso e la svalutazione, si tratta di una cifra che deprezza secondo i proprietari il loro bene in modo «inaccettabile».
Il signor Banci che nella zona B ha circa 7mila metri fa una proposta a Comune e Asl: «Se mi trovano un terreno agricolo a 2 euro al metro quadro in qualsiasi frazione di Prato, sono disposto a fare a cambio. E’ una cifra ingiusta, scandalosa — aggiunge — senza contare il fatto che dal 2004, quando fu deliberato dal consiglio comunale che l’area sarebbe diventata edificabile, paghiamo l’Ici e le tasse come fosse edificabile e non agricola con spese annuali che nemmeno l’indennità arriva a coprire». Ma a non tornare alle famiglie Nieri e Banci che insieme agli altri comproprietari promettono battaglia e se necessario barricate di protesta, oltre alle cifre è anche l’etichetta di «agricolo» su quel settore di terreni vicini alla ferrovia e alla stazione di Borgonuovo, dove invece dovrebbe sorgere proprio il corpo «edificato» del nuovo ospedale.

ESPROPRI LE STORIE DEI COLTIVATORI. GALLINE, VERDURE DI STAGIONE, ULIVETI E POZZI D’ACQUA Trenta piccoli orti dove non cresce più l’amicizia
LA STRADA di sterrato che divide, all’interno del lotto di Galciana oggetto di esproprio, l’indennità di serie B da 2 euro al metro quadrato e quella degli «Eletti» che invece arriva a 74,25 euro, è affiancata per tutta la sua lunghezza da steccati, orti ben curati, cancelli chiusi a chiave che delimitano le varie proprietà. A verderli da fuori I 39 appezzamenti sembrano tutti simili, difficile capire, in particolare per chi li ha «governati» per 20 anni, dove stia la differenza tra un orto e quello di fronte.

C’E’ CHI ha scavato il pozzo fino a 60 metri di profondità per avere l’acqua a disposizione per le coltivazioni, c’è chi di sabato mattina è arrivato per sistemare e irrigare l’orto con la verdura di stagione, asparagi, barbe di frate, broccoli, lattuga e carciofi.

ALL’INGRESSO di uno dei poderi, si sente il profumo della siepe di rosmarino, delle piantine di menta e dell’erba cipollina. Più in là, verso la ferrovia, ci sono le galline nel pollaio. Ma soprattutto si respira nell’aria l’idea della smobilitazione, il sentore che è giunto l’ultimo raccolto possibile. Il contadino Mario che è già abbronzato dal sole, dice che non vale più la pena di lavorare e di tenere pulito, «dopo la notizia degli espropri». Qui nella bella stagione venivano organizzate merende all’aperto, cene d’estate con tavolate lunghe tra amici, spesso tra vicini di casa. Tutto funziona, o sarebbe meglio dire funzionava, anche con i mutuo soccorso e l’aiuto reciproco. Alcuni dei piccoli proprietari terrieri sono soci di trattori o di frantoio tra loro; chi ha l’acqua — pozzi scavati in proprio con costi e fatica — la presta anche agli altri. Spesso gli anziani di Galciana avevano ricevuto il permesso di ritagliarsi un angolo per l’orto; in cambio facevano piccoli lavoretti nel podere o tenevano a bada gli animali.

IL RITMO lento dell’amicizia coltivato con cura come l’insalata verde e gli alberi da frutto che adesso rischia di appassire. I padroni degli uliveti che ora valgono due euro al metro quadrato (il prezzo di una colazione. di una rivista o di un chilo di pane) si sentono amareggiati e bistrattati rispetto ai loro «dirimpettai».

ORA QUESTI cittadini di Galciana espropriati aspettano il sopralluogo degli ingegneri e dei geometri incaricati, previsto dalla legge e fissato a maggio, per farsi spiegare il perché di tanta discrepanza. Basta fare qualche esempio, a parità di metratura, per rendersi conto: una particella da 3mila mq con l’indennità di 2,05 vale 6.500 euro, con l’indennità di 74,25 vale invece 230mila euro. «E’ proprio una signora differenza», chiosa il saggio contadino Mario.

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