TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 11 aprile 2009

Prato. Il rilancio di "Prato Artigiana"

Come promesso, seguiamo ancora le vicende dell'associazione degli artigiani terzisti che ha "rotto" il duopolio CNA-Confartigianato nella rappresentanza della categoria.
Vedremo il risultato dell'assemblea dei contoterzisti lanciata per il 20 di aprile...
MV

da la Nazione del 11/04/09
«Contoterzisti uniamoci Aiuti a tutti, ma non a noi»

Biliotti lancia un’assemblea lunedì 20
NON DEMORDONO Manuela Biliotti e il suo gruppo “Prato Artigiana” nella lotta per dare visibilità (e, possibilmente, trovare risposte) ai problemi dei contoterzisti. Così, il prossimo appuntamento della battaglia portata avanti da “Prato Artigiana” sarà lunedì 20 aprile per un’assemblea generale deicontoterzisti, fissata per le 21 nella sede dell’associazione culturale Kolosseum (in via delle Gardenie, 2 nella zona del Villaggio San Giusto). Dopo la grande iniziativa promossa (anche su pressione della Biliotti e del suo gruppo) unitariamente da Cna e Confartigianato di Prato e Pistoia ora la “pasionaria” della subfornitura rilancia e organizza direttamente un appuntamento per i terzisti. E lo fa con una lettera-appello che conferma il disagio e il malessere di una parte importante edel tessile pratese.

«PRATO ARTIGIANA — scrive Biliotti — è riuscita a dare il significato giusto alla parola “artigiano terzista”, un’ identificazione diversa da quella dell’artigiano autonomo, noi operai che abbiamo fatto investimenti per gli altri, che abbiamo contribuito a dare “lustro” al tessile pratese, finalmente siamo considerati “una categoria a parte del mondo artigiano”, indispensabile per la filiera pratese, una categoria da proteggere se si vuole, veramente, che Prato non chiuda. La nostra categoria è quella più penalizzata adesso e meno considerata rispetto ad altre».
BILIOTTI polemizza sulla questione degli aiuti arrivati finora al distretto: «Sono stati stanziati milioni di euro che a noi non toccano, sono stati rivisitati gli ammortizzatori sociali, a noi non ci toccano. Quello che ci rimane ancora è la speranza che riprenda il lavoro, che questo sia un piccolo momento tragico, che supereremo perchè “tanto il lavoro ripiglia”. Quello che si respira adesso è la sfiducia, ma ricordatevi che la sfiducia non ci fa mangiare, anzi consente a chi ci governa di non prenderci neanche in considerazione, ci considerano pochi, ci considerano “merce di scambio”, ci considerano niente».
Di fronte agli appelli all’unità del distretto, Biliotit fa osservare un punto di vista particolare: «Uno sguardo deve essere rivolto anche a chi, impossibilitato a continuare, deve chiudere, vuoi per vicinanza alla pensione, vuoi per debiti accumulati o quant’altro ci vogliamo mettere, perchè chiudere, per noi, è impossibile se non si attiveranno strumenti di incentivazione, i nostri macchinari, il nostro lavoro, che sono i nostri unici investimenti, sono valutati meno di zero».
R.D.P.

Nessun commento: