TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 7 aprile 2009

Prato. Le vere ragioni della crisi, dopo AnnoZero.

Riceviamo e con piacere pubblichiamo.
mv

Venerdi 10 aprile,
presso il centro sociale Ventrone, in via delle gardenie 15
vicino al polo studentesco,

Rifondazione Comunista P
rato invita la cittadinanza a confrontarsi sulle vere ragioni della crisi del distretto pratese.
Infatti dopo la trasmissione di Annozero è stata descritta una città nelle mani dell'illegalità e del lavoro nero come unica causa della crisi della nostra città,cosa al quanto falsa.
Le cause vanno ricercate nella mancata innovazione, riconversione industriale e sperimentazione che hanno tanto riempito le colonne dei giornali e qualche seminario per addetti ai lavori,ma hanno prodotto poco per le potenzialità di cui disponeva l’apparato produttivo pratese. In realtà processi delocalizzazione ispirati da criteri di profitto e la riconversione da profitto a rendita ha determinato un collasso nell’industria del tessile a Prato. A metà degli anni’ 90 di fronte alla crisi di competitività imposta da una globalizzazione sempre più marcata la risposta per molti è stata chiudere le fabbriche e diventare immobiliaristi. Per noi,Prato,deve continuare ad essere il “primo polo tessile d’Europa” ma non può pensare di riproporre un sistema in cui la flessibilità e il basso investimento tecnologico sono alla norma all’interno di un mercato di dimensioni ridotte rispetto a quello passato. Adesso in presenza di una crisi strutturale profonda dove tutto non sarà più come prima, non resta che salvare e potenziare quelle realtà che decidono di scommettere sulla ricerca,sull’innovazione offrendo un prodotto di qualità che altrove non si può trovare e proprio per questa scelta di qualità, bisogna essere in grado di avere attraverso l’impegno delle istituzioni, una strenua difesa della qualità del prodotto attraverso la lotta alla contraffazione,il controllo dei marchi e la tracciabilità del prodotto tessile in tutte le sue componenti ma non solo,l’impegno in prima persona degli Enti locali a sostegno di questo rilancio produttivo del contesto pratese dovrà essere indirizzato alle imprese che ricorrendo agli ammortizzatori sociali, non licenziano, stabilizzano il lavoro precario, adottano anche temporaneamente, politiche di ripartizione del lavoro a parità di salario. Per quanto riguarda la comunità cinese bisogna dire che per gli imprenditori italiani, la loro manodopera ha svolto una duplice funzione:da un lato ha garantito prezzi stracciati e consegne immediate e dall’altro ha funzionato da contenimento dei prezzi per la manodopera italiana. Un vero e proprio esercito salariale di riserva come si legge nei manuali di economia. Questo meccanismo però alla lunga ha determinato sempre più una penetrazione nell’economia cittadina e adesso una fuoruscita di massa dal contesto pratese ne determinerebbe un pesante contraccolpo.
Nel passaggio decisivo da profitto a rendita, una delle cause del declino del distretto tessile pratese, i cinesi hanno determinato la fortuna di chi ha ritenuto di cedere i propri laboratori,a volte fatiscenti, a prezzi esosi. Inoltre non producendo loro il tessuto ma utilizzando quello finito, la loro produzione ha permesso a imprenditori italiani di avere uno sbocco di mercato. Non è esagerato dire che ai fini della commercializzazione della produzione siano stati un elemento anticrisi. Giova inoltre ricordare che la comunità cinese non hanno né marchi propri né una loro struttura distributiva.
Indicarli pubblicamente come causa della crisi, come si fa quotidianamente anche sugli organi di stampa, e farci affari in privato è tuttora una pratica corrente e diffusa.
La questione cinese pone altri problemi che devono essere ricondotti alla carenza di leggi nazionali, alla legalità che in quanto tale deve osservata da tutti nessuno escluso.

Interverrà Paolo Ferrero,segretario di rifondazione Comunista ,già ospite della trasmissione di Michele Santoro e Manuele Marigolli segretario della CGIL di Prato,il quale illustrerà i numeri della crisi.

Vi aspettiamo
Rifondazione Comunista Prato

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