TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 12 aprile 2009

Prato. Per Ferrero si deve "alzare il livello del conflitto"...

... ma la domanda, spontanea, successiva è "per fare cosa"?

In realtà, l'altra sera nell'accalorato dibattito al circolo Ventrone non sono emerse particolari idee brillanti, da parte del segretario nazionale di Rifondazione Comunista, che potessero segnare una linea di demarcazione forte con quanto proposto oggi da praticamente tutti gli schieramenti politici: fondi per gli ammortizzatori sociali e pressioni sulle banche per il credito alle imprese.
Vero è che, in fondo, per cercare di arginare gli effetti della crisi, poco di più è possibile proporre, ma la totale assenza di prospettiva continua a marcare negativamente qualsiasi proposta messa in campo. E forse non è un caso che l'unica proposta realmente "comunista" fatta durante la serata da Alessandro Bonacchi, l'ieda di dare agli operai la possibilità di rilevare aziende in forma cooperativa, sia stata rintuzzata dallo stesso Ferroro, più occupato a rilanciare il trito slogan dell'alzare il "livello di conflitto", dimentico (ma siamo sicuri che non era il solo in quella sala) del fatto che il comunismo, quello vero, predicava la proprietà collettiva dei mezzi di produzione, e non il lavoro salariato all'infinito - o la protesta all'infinito.
E che in fondo manchi prospettiva, e prospettive, è stato il vero protagonista della serata - Pierluigi Ciofi, autore di un vero one-man show - a farlo notare: se chiude il tessile, non ci sono altre alternative.
Le alternative andavano create sicuramente prima...
E le alternative non si creano occupando l'autostrada, caro Ferrero!
MV


da il Tirreno del 12/04/09
«Bloccate l’autostrada, sarò con voi»

I cassintegrati “processano” Ferrero, lui li invita ad alzare la protesta

Quasi una riedizione di “Anno Zero” E l’ex ministro boccia il corteo del 28 febbraio

PRATO. Anno Zero, la vendetta. Stavolta non c’erano le telecamere di Santoro a inquadrare i lavoratori di Prato, ma venerdì sera, al centro sociale Ventrone, la rabbia dei cassintegrati è ugualmente esplosa di fronte a un esponente della politica nazionale, lo stesso che in quella memorabile puntata per il distretto non ci aveva proprio guadagnato una bella figura con gli operai.
Di fronte al tavolo a cui era seduto il segretario nazionale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, c’erano il dipendente della Milior, Pierluigi Ciofi, gli operai in cassa integrazione della Fintes, Orlando Mari e Vito Amatulli: l’ex ministro della Solidarietà sociale ha ascoltato tutti con pazienza, anche se i pratesi non gli hanno risparmiato una tirata d’orecchie.
«L’altra sera, in televisione, abbiamo avuto il coraggio di dire in due minuti quello che voi politici non avete detto in cinquant’anni», ha gridato un eroico Orlando Mari contro Ferrero, mentre Vito Amatulli l’ha buttata più sul piano politico: «Ci avete abbandonato quando eravate al governo Prodi: per quale motivo oggi un elettore di sinistra dovrebbe votarvi?», ha sentenziato l’altro operaio della Fintes. Ma Ferrero non si è lasciato scoraggiare dagli attacchi che arrivavano dalla base operaia (oltre un centinaio i partecipanti, molti gli iscritti al Prc), incitando anzi i lavoratori a portare avanti le loro rivendicazioni (allungamento di mobilità e cassa integrazione), sulla scia delle ultime mobilitazioni.
Blocco dei caselli per protestare. «Vi prometto che verrò con voi se deciderete di bloccare i caselli dell’autostrada per far sentire la vostra voce contro il governo»: la provocazione di Ferrero fa tanto lotta di classe, ma di sicuro è stata accolta con non pochi applausi del pubblico. Sulla crisi l’ex esponente del governo Prodi è stato prodigo di altre idee.
«Una soluzione potrebbe essere quella di ricorrere a una vertenza sulle aziende in crisi. Ma dovete riuscire a farvi ascoltare per bene dal ministro Scajola, senza visite lampo tra un aeroporto e un altro: in questo distretto occorre una seria politica industriale per riqualificare il tessile».
Ciofi-show contro Ferrero e Marigolli. E’ bastato il primo intervento del dipendente della Milior per capire che la serata sarebbe stata subito movimentata. Al segretario della Cgil, Manuele Marigolli, che aveva aperto il dibattito illustrando i problemi principali del distretto, Ciofi ha fatto perdere la pazienza, quando ha facendo notare che «se la crisi le radici nel 2001, perchè la prima monilitazione nazionale per Prato è arrivata nel 2009?». E ancora con gli occhi rivolti verso Ferrero. «Ma lei ha idea di quanto lavoro c’è dietro un vestito in vetrina fatto con le nostre stoffe?».
Immediata la replica di Marigolli: «Ricordiamoci delle battaglie sindacali nel 2003 per ottenere la cassa integrazione straordinaria per le piccole imprese: non è vero che ci siamo svegliati solo adesso».
La battaglia da soli, senza gli imprenditori. Ferrero è stato infine critico sulle modalità dell’ultima mobilitazione pratese. «Non necessariamente si deve andare a braccetto. Gli operai devono aumentare il livello di conflitto se vogliono trovare delle risposte».
Maria Lardara

1 commento:

Alessandro ha detto...

Il Bonacchi e' un ragazzo intelligente... si potrà non essere daccordo su tutto(del resto con chi si e' daccordo sempre al 100% ?) ma l' idea del rilevamento delle aziende in forma cooperativa e' ottima, fermo restando che chiunque si metta a condurre un azienda debba avere anche avere una formazione che gli permetta di avere le conoscenze per farlo (un conto e' essere dipendenti, un altro e' avere anche la responsabilita' della conduzione dell' azienda); FERRERO... mi spiace dirlo ma e' solo CHIACCHERA e sterile protesta senza proposta.