TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 23 gennaio 2009

Toscana. La scissione di Rifondazione Comunista

Su tutta la Toscana, la questione è sempre quella... La nascita di questo "soggetto politico", che si vorrebbe "nuovo", che per marcare la sua discontinuità con il passato non trova di meglio che allearsi col PD.
E la scissione di Rifondazione prelude evidentemente a questo, e potrebbe portare anche ad altre scissioni - perché si dovrebbe chiarire una volta per tutte anche la posizione dei Verdi che fanno capo all'area di Paolo Cento, sicuramente tra i promotori dell'associazione nazionale per la Sinistra.
Certo, non è che l'alternativa in campo sia eccezionale: l'identitarismo "comunista" del PDCI e di quello che rimarrebbe di Rifondazione (che comunque a livello toscano è molto più ferreriana che altrove) sa oggettivamente di vecchio... Un po' come la salma di Lenin che qualcuno voleva portarsi in Italia.
In questo contesto, c'è spazio per riaggregare una sinistra autentica che, senza per forza cadere nel passatismo sterile, trovi qualcosa di meglio da fare che buttarsi nell'abbraccio mortifero del PD?
Forse si... La Sinistra Unita e Plurale di Firenze, ad esempio, ci sta provando... Ma il lavoro è di quelli veramente ardui!
MV

da il Tirreno del 23/01/09
Rifondazione, è una scissione vera

I vendoliani: in Toscana ci porteremo dietro il 36 per cento

Frosini: per noi è prioritaria l’unità dei comunisti Veltroni? Ha fatto vincere la destra
MARIO LANCISI

FIRENZE. Domani e domenica a Chianciano Nichi Vendola e i suoi compagni diranno addio a Rifondazione comunista: è scissione. E in Toscana scoppia la «guerra» delle cifre tra vendoliani e ferreriani toscani. Gli scissionisti assicurano: in Toscana siamo il 36% del partito. Ma il segretario regionale Stefano Cristiano replica: «Se ne vanno un po’ di dirigenti, i militanti restano». E, per non avere amare sorprese, la maggioranza di Paolo Ferrero ha indetto per il 24 e 25 gennaio - i giorni della scissione, appunto - giornate straordinarie di tesseramento al Prc. Dalla segreteria di via del Policlinico, a Roma, il messaggio è preciso: «Il futuro ha bisogno di Rifondazione. Investiamo tutti sul rilancio del Prc».
Vendola e i suoi hanno deciso di investire su una nuova aggregazione con Sinistra democratica, l’area del Pdci che fa riferimento alla Belillo e un po’ di Verdi.
Succede sempre così, ad ogni scissione politica. Chi se ne va grida forte: siamo in tanti. Chi rimane replica acido: sono due gatti. Intanto una cosa è certa: gli uni e gli altri escono da una batosta elettorale storica. Persino nella Toscana dove Rifondazione si è sempre presa il suo 7-8% di consensi (con punte anche del 12-14%), la sconfitta è stata impietosa.
Un pugno nello stomaco. Per questo Cristiano, al di là dei numeri, ammette: «Una scissione è sempre una ferita, un pugno nello stomaco». Poi accusa gli scissionisti: «Dicono di volersi battere per una sinistra riunificata e intanto rompono con il partito. La loro è una scissione solo per danneggiare Rifondazione. Politicamente non crea nulla di nuovo e di utile per la sinistra».
Sul futuro dei ferreriani, Cristiano è chiaro: «Noi siamo in basso a sinistra. Cioè cercheremo di rilanciare il partito a partire dal basso. Il Pd? Non è automatica la nostra esclusione dalle giunte. Se un’amministrazione governa bene noi non abbiamo difficoltà a farne parte», conclude.
Chi se ne va. L’esercito dei vendoliani è sicuro di portare in dote a Vendola il 36% del partito toscano e il il 40% degli eletti nei comuni e nelle province. «Con gli eletti di sinistra Democratica, area Belillo (ex-ministro di Prodi) del Pdci e con i Verdi che ci staranno e che a livello nazionale fanno riferimento a Paolo Cento si arriverà al 60% degli eletti della sinistra radicale. Da qui si può ripartire per valere nel confronto con il Pd il peso della sinistra. Quindi quello dei vendoliani non è un processo di scissione, ma di riaggregazione a sinistra, di riunificazione», sostiene l’ex segretario del Prc di Pisa Dario Danti. Punti di forza dei vendoliani in Toscana sono Gabriele Berni, segretario Prc Siena, Niccolò Pecorini, ex-segretario regionale Prc, Alessio Nincheri, ex segretario di Prato, Marco Paolucci, capogruppo ad Arezzo e il vice sindaco di Massa Martina Nardi.
Alleanza con il Pd. Intanto in tutta la regione stanno nascendo associazioni locali della sinistra, gruppi consiliari, case della sinistra. Che guardano al Pd. E in alcuni comuni e province partecipano alle primarie. Alle primarie di coalizione a Firenze la Sinistra candida al Comune Eros Cruccolini (Sinistra democratica) e alla Provincia Marzia Monciatti (vendoliana). Al comune di Prato Nincheri. Anche a Grosseto la Sinistra si presenta alle primarie di coalizione. In consiglio regionale per la Sinistra ci sono sono Marco Montemagni (ex-Pdci), Alessia Petraglia e Bruna Giovannini (entrambe di Sd).
Prc e Pdci insieme. Alla sinistra che si allea con il Pd si contrappone la sinistra critica. Da Rifondazione al Pdci.
«Per noi la priorità è quella di portare avanti l’unità dei comunisti cioè liste comuni con Rifondazione. Riteniamo che questo sia possibile un po’ dappertutto, in ogni caso saranno davvero sporadiche le realtà dove Rifondazione e Comunisti Italiani faranno parte di coalizioni diverse», spiega il segretario regionale del Pdci Nino Frosini. E il Pd? «La sensazione è che un po’ dappertutto il Pd sia ancora preda della “sindrome Veltroni”, che ha rotto con la sinistra e ha dato il Paese in mano a Berlusconi», conclude Frosini.

Nessun commento: