TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 11 aprile 2008

Candidati e lingua internazionale. La FEI ritira i questionari

La Federazione Esperantista Italiana ha inviato a tutte le forze politiche e ai loro candidati alle elezioni politiche il presente questionario. Per conoscenza ve lo sottoponiamo con le risposte di Marco Lion, candidato Verdi-Arcobaleno nelle Marche. Ci serve anche per ricordare e tenere vive le nostre istanze più radicali che ci vedono fermamente antagonisti all’omologazione culturale della cosiddetta globalizzazione.
Municipio Verde

Gentile Prof. Grassini
eccoLe qui di seguito le mie risposte al vostro questionario,
cordiali saluti
Marco Lion

1. Ogni popolo si identifica nella sua lingua. Ogni lingua è lo specchio di una cultura. Non c’è lingua senza cultura, non c’è cultura senza lingua. La diversità culturale (e linguistica) è una ricchezza. Tutte le lingue e tutte le culture hanno la stessa dignità e vanno tutelate e difese dal rischio dell’estinzione.
CONDIVIDO

2. La globalizzazione è un processo umano e spetta agli uomini indirizzarne il corso verso sbocchi più compatibili con il diritto di tutti i popoli di conservare la propria identità e la propria cultura.
CONDIVIDO

3. L’Unione Europea e le Nazioni Unite formalmente si fanno paladine del multilinguismo, affermando in modo ufficiale la parità dei diritti di tutte le culture e di tutte le lingue; anzi, l’Unione Europea accetta come lingue ufficiali tutte le lingue ufficiali dei Paesi membri. Ma nei fatti viene sistematicamente operata una pesante discriminazione a favore dei popoli più forti (ad esempio nelle lingue utilizzabili per i concorsi di assunzione negli uffici della UE). Questo atteggiamento si sta estendendo a macchia d’olio nelle istituzioni europee, favorendo i parlanti di una delle lingue dominanti come lingua materna e negando, quindi, pari opportunità a tutti i cittadini europei.
CONDIVIDO

4. È ormai tempo di affrontare con serietà la complessa problematica della comunicazione internazionale nella Unione Europea e nel mondo, studiando una politica linguistica rispettosa dei principi di democrazia, la cui attuazione potrebbe arginare il fenomeno della “desertificazione linguistica” che, secondo l’Unesco, si trova già in fase avanzata di sviluppo e rischia di determinare in meno di un secolo la morte della metà delle lingue attualmente parlate nel mondo. Appare improcrastinabile valutare in modo concreto la possibilità di utilizzo, nelle istituzioni internazionali, di una lingua ponte, non escludendo a priori l’ipotesi di lingue pianificate, come ad esempio l’esperanto. Una lingua ponte, particolarmente se neutrale, potrebbe costituire una soluzione decisiva al problema delle traduzioni e garantirebbe a tutti i popoli un’effettiva parità.
CONDIVIDO

5. Anche in Italia è necessaria l’elaborazione di una seria politica linguistica, che in primo luogo tenda a difendere, in linea di diritto ed in linea di fatto, la dignità e i diritti della lingua italiana, come di tutte le altre lingue; e, in secondo luogo, favorisca, nella scuola, l’insegnamento di una pluralità di lingue che allarghi lo spettro delle possibili opzioni alle lingue europee ed extraeuropee, non escludendo una lingua pianificata come l’esperanto.
CONDIVIDO

6.Se eletto, Lei sarebbe disponibile a collaborare con la Federazione Esperantista Italiana da una parte e con il Ministero della Pubblica Istruzione dall’altra perché l’Italia si faccia promotrice di una politica linguistica più giusta?
SI’
MARCO LION

Nessun commento: