TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 18 aprile 2008

Il silenzio degli artisti

Artisti, intellettuali! Non vi rendete conto di stare alla frontiera?
Davanti alla ‘scomparsa’ della Sinistra (o alla sua in-globalizzazione?), mi chiedo cosa abbiano da dire gli intellettuali, gli artisti, che per tanti anni si sono schierati da quella parte. Parlo dei più famosi e di quelli meno. Dei giovani, per esempio.
Nessuno ha la forza, la voglia di parlare, di chiedersi ‘perché’, di dichiararsi almeno ‘smarrito’, come mi sento io, che a vario modo ho militato, negli ultimi anni anche col mio teatro; pur ponendomi – da artista – libera da schemi di Partito.
Nessuno teme, con questa massiccia concentrazione bipolare al Parlamento e nelle teste degli italiani, un ulteriore calo di ‘spazi liberi’, democratici? Nessuno ne paventa il rischio? Nessuno immagina che la cultura in Italia potrebbe diventare –già lo è quasi totalmente – fenomeno di marketing, di ‘vetrina’, di ‘prestigio’, ‘evento’? Fenomeno assolutamente conformista a cui l'artista si dovrebbe inchinare? Non fa, non ha fatto sempre l'artista, l'intellettuale già troppi inchini per mangiare in Italia? Non teme, l'artista, l'intellettuale, di non aver più nulla da dire, da dichiarare, di essere svuotato e seccato come in un processo di liofilizzazione? Di diventare insomma, prodotto liofilizzato! e , alla fine...di non servire più a niente? Di finire emarginato, buttato, ignorato, a tal punto che si possa dire - finalmente! - che l' attività artistica e intellettuale non serve a niente!
Tutta la cultura italiana era di Sinistra e da questa è stata sostenuta. Molte fondazioni, centri culturali che ora sono solide e inaccessibili realtà sono state frutto di spinte culturali sostenute e volute dalla Sinistra negli anni ‘70 e ‘80. La Destra stessa si lamentava del fatto di non avere artisti dalla sua parte.
E ora? Perché questo silenzio? Niente da dichiarare? Artisti, intellettuali! Non vi rendete conto di stare alla frontiera? Parlo anche a coloro che sono chiusi nelle roccheforti e s’illudono di starne lontani.

Maila Ermini - Teatro La Baracca - Prato

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Quanti hanno risposto al tuo appello? Quanti hanno il coraggio -fra gli artisti e soprattutto fra gli intellettuali - questo coraggio?

Anonimo ha detto...

credo che proprio nelle tue affermazioni si possa intravedere il problema. lo smarrimento che provo è il fatto di non essersi resi conto che il legame arte/politica non ha dato risultati in temini di sviluppo di coscienza, etica, ricerca. e anche a sinistra tante sono le roccheforti inaccessibili per quanto sostenute. in realtà c'è tanta gente che si sente isolata, appunto intellettuali e artisti, ammesso che si possa dare un significato attuale a questo termine. credo che dovremmo essere più trasversali per ritenersi veramente liberi e democratici. almeno per un alto senso dato a queste parole che non vorrei dare per scontate e acquisite nel popolo della sinistra. io vorrei cambiare linguaggio per parlare una lingua straniera e nuova.

marco signorini-firenze

Anonimo ha detto...

Offi il Tirreno pubblica quest'intervento, anche se mutilato del finale, forse per mancanza di spazio...
Io credo che noi artisti dobbiamo ascoltare quest'appello, far sentire la nostra presenza, non darci per morti.

Marco

Anonimo ha detto...

Carissima,
molti artisti preferiscono stare alla frontiera, piuttosto che in mare aperto. Molti di più poi sono i furbetti, gli artisti fintamente impegnati, che firmano appelli,fanno spettacoli d'impegno civile (e brutti) e poi al momento opportuno, zitti zitti, fanno i comodini loro! Ne ho visti e ne vedo tanti così. Un caterva. Ecco perché in realtà non hanno niente o poco da dichiarare.