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La mer, la fin...

lunedì 21 aprile 2008

Ripartire dai territori

Sul sito nazionale di Rifondazione Comunista è possibile trovare due interessanti interviste ai segretari provinciali di Pisa e Massa Carrara, dove alle amministrative (che ricordiamo si sono tenute in contemporanea alle Politiche) la Sinistra l'Arcobaleno ha ottenuto dei risultati complessivamente positivi.
Le parole dei due segretari meritano molta attenzione, e potrebbero dare spunti di riflessione e di azione anche alle realtà delle nostre parti.
MV

Pisa, dove la Sinistra raddoppia i consensi e punta sul territorio Voto in controtendenza
Dario Danti*


Da dove ripartire dopo la sconfitta del 13 e 14 aprile? Sicuramente dai territori. Lo dicono le esperienze locali delle amministrative in Toscana. Lo dicono anche i risultati ottenuti a Pisa e in provincia.
Tre realtà - due sotto i 15mila abitanti e il comune capoluogo - andavano al voto e in ognuna abbiamo avuto situazioni diversificate e articolate. A Santa Maria a Monte la Sinistra l'Arcobaleno si presentava in alleanza con Pd e socialisti, dopo cinque anni di governo, ed è stata determinante nella vittoria contro la destra. A Montecatini Val di Cecina, realtà nella quale il Prc non si era presentato alle amministrative nelle scorse tornate, erano in campo, oltre a due liste di destra, quella del Pd e la Sinistra che ha raggiunto il 26% dei consensi (il 6% alla Camera). Anche a Pisa città la Sinistra ha raddoppiato i consensi rispetto al dato nazionale passando dal 5,8% al 9,5%, superando i 5.400 voti. Un dato importantissimo, frutto di un lavoro iniziato molti mesi fa.
A Pisa l'amministrazione uscente guidata da Paolo Fontanelli vedeva solo Rifondazione all'opposizione. Le forze della sinistra, pur da differenti collocazioni, avevano scelto, già da due anni, di dare vita a un coordinamento istituzionale: un vero e proprio patto di consultazione. Da settembre, poi, hanno cominciato a scrivere il programma della sinistra con cinque gruppi di lavoro aperti alla cittadinanza e alla società: un vero programma partecipato.
Pisa, in questi anni, è diventata un città complessa e molti sostengono che si stia avviando ad essere una «metropoli di seconda generazione»: una città fatta di terziario e produzioni high-tech, una città turistica e universitaria. Lo spopolamento dei residenti e l'aumento dei migranti e degli universitari fuorisede vanno di pari passo con la completa desertificazione dei tessuto produttivo tradizionale. I progetti in cantiere dalla giunta Fontanelli, per i prossimi dieci anni, prevedono investimenti per oltre un miliardo di euro: porto turistico, spostamento dell'Ospedale, riconversione delle tre caserme e un nuovo stadio. Su tutto questo si gioca il futuro riassetto urbanistico: il rischio è che le aree che si libereranno nel centro vengano adibite quasi esclusivamente a residenze di lusso, attività commerciali, uffici e studi privati.
Del tema dell'urbanistica partecipata parla il programma della Sinistra: la partecipazione, appunto, pilastro di un'altra idea di comune, con la lotta alla precarietà e per la dignità del lavoro, inclusione sociale e cittadinanza. Su questi temi la rottura con il Pd e una campagna elettorale molto dura. Purtroppo il Pdci, con la motivazione della necessità della "falce e martello" sulla scheda, ha corso con una propria candidatura a sindaco. Il nostro risultato, con Carlo Scaramuzzino, ha sfiorato il 10% e il candidato del Pd, Marco Filippeschi, si è fermato al 47%; il Pdci al 2%, senza neanche un consigliere. Ora il ballottaggio.
Serve ripartire dal territorio e da quello che abbiamo sedimentato e costruito in questi mesi. Non servono processi e colpevoli: la responsabilità della sconfitta è collettiva, come ha detto Nichi Vendola su questo giornale. Serve al paese una sinistra nuova e di popolo, a partire da Rifondazione Comunista.
*Segr. prov. Prc-Se Pisa


Massa Carrara. Un lungo impegno fuori dai palazzi
Gemma Contin

Martina Nardi è la segretaria del Prc di Massa Carrara, dove si è votato sia per le politiche sia per il comune e la provincia, con un risultato opposto all'andazzo nazionale. Infatti, Rifondazione comunista e la Sinistra arcobaleno hanno ottenuto il 10% nel voto amministrativo (l'8% alle politiche), addirittura il 15 se si sommano i voti di una lista civica di sinistra, tanto da andare al ballottaggio contro il Pd, e l'11% in quello provinciale, in una realtà territoriale dove il centrodestra si presenta con la faccia di Sandro Bondi, candidato del Pdl alla presidenza.
Come si spiega l'"anomalia" di Massa Carrara?
Noi abbiamo messo in campo un'operazione politica abbastanza significativa che si è trascinata anche la vicenda provinciale. L'epicentro però è stato la città capoluogo, ed è evidente che il dato "politico" più alto è stato proprio su Massa. La vicenda politica, che ha dato vita anche a una terza lista, ha a che fare con la spaccatura del Partito democratico che ha amministrato la città. L'operazione è stata quella di entrare a piedi pari nelle contraddizioni del Pd, che si presenta come un magma privo di un'anima vera e propria, con molte facce ereditate dall'Ulivo, ma per lo più provenienti dalla Margherita, che qui ha in particolare il volto più retrivo della vecchia Dc. Un Pd che, se ha identificato la sua via maestra a livello nazionale, qui ancora è la sommatoria di tante cose, molto legate a vecchie logiche di potere.
Voi cosa avete fatto?
Non abbiamo fatto altro che lavorare su queste contraddizioni. Un lavoro di lunga lena, durato questi cinque anni di opposizione al comune di Massa, dove una coalizione di centrosinistra, che comprendeva tutti ad esclusione di Rifondazione comunista, aveva il 64% dei consensi. In consiglio comunale noi rappresentavamo una piccola entità, marginale rispetto a una maggioranza schiacciante, ma aver lavorato sulle contraddizioni ha fatto sì che la maggioranza è andata assottigliandosi, prima con l'uscita dei Comunisti italiani, poi con l'uscita dei Verdi, poi della Sinistra democratica. Alla fine un pezzo dello stesso Pd ha condiviso con noi molte battagliea sia nella città che in consiglio comunale.
Parole chiave sono "radicamento nei territori" e "appeal tra i lavoratori". A Massa com'è andata?
Per quanto riguarda questa realtà io credo abbiano giocato alcune cose: la prima è la credibilità di un partito e di una coalizione che non comprendeva gente solo di Rifondazione. C'erano anche le altre componenti della Sinistra arcobaleno che hanno costruito in sinergia questa credibilità, con una relazione continuativa con quello che si muoveva sul territorio, facendo sì che quando si è nelle istituzioni non ci si chiude nel "palazzo". Il palazzo può essere estremamente affascinante, che si tratti del comune, della provincia o di Montecitorio. Ma noi non abbiamo mai perso di vista quello che avveniva sul territorio e abbiamo mantenuto una relazione strettissima con la realtà fuori dal palazzo, tanto che l'anno scorso quanto il Pd, con un'operazione tutta politicista, ci ha proposto un buon numero di assessorati, ma senza nessun punto programmatico per la città, noi non ci siamo stati. Credo che questo sia stato il cemento su cui abbiamo poi potuto costruire un'alternativa credibile, e un'alleanza con la "sinistra diffusa", che ha spaccato il Pd.
Adesso c'è il ballottaggio contro il Partito democratico al comune, mentre alla provincia si sfidano il Pd e il Pdl. E poi?
Io non sono dell'idea dell'"autosufficienza" del partito. Sono più d'accordo con la pratica della relazione politica e con la costruzione di un'alleanza della sinistra, con una matrice più legata alla proposta della Sinistra arcobaleno, ma anche allargata all'idea di una sinistra italiana che ne comprenda tutte le componenti che hanno condiviso con noi le battaglie di democrazia per il territorio. E' così che abbiamo costruito la nostra lista, portando via al Pd tanti ex assessori ed ex consiglieri, e proponiamo come sindaco una persona autorevole, che era già stato per otto anni sindaco Ds, prima di quello uscente. Io penso che il Pd può essere battuto perché non è un partito omogeneo ma un gruppo, diciamo di mero ceto politico, che si fa la guerriglia interna.

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