TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

lunedì 28 aprile 2008

VERDI. Mattioli, Bonelli e i pontieri.

Alcuni interventi precongressuali di cacicchi romani al lavoro, li dobbiamo pubblicare per forza.
Il commento è in fondo. MV

Da Eco-news, Gianni Mattioli 28.04.08

Un movimento che faccia da pontiere tra le diverse anime ecologiste del centrosinistra. A questa prospettiva Gianni Mattioli lega il rilancio della questione ambientale in Italia dopo l'azzeramento della rappresentanza parlamentare dei Verdi. "Allo stato siamo di fronte a due situazioni molto critiche: da un lato la componente ecologista del Pd appare profondamente umiliata soprattutto perche' Veltroni ha voluto molto insistere in campagna elettorale sul tema della crescita a discapito del cambiamento climatico e dei problemi legati all'energia", dice al Velino Mattioli che aggiunge: "Se dunque da un lato gli ecologisti di questa parte non godono di buona salute, dall'altra mi pare si possa dire che i Verdi hanno raccolto quanto hanno seminato: le carnevalate continue hanno sostituito quello che dovrebbe essere uno sforzo di metodo per cercare punti di compromesso possibili in tema ambientale. Con l'aggravante di un'assoluta inconsapevolezza delle proprie responsabilita'". La prospettiva dunque e' difficile. E le ragioni di una chiusura di un ciclo storico dell'ambientalismo italiano appaiono profonde. "Né la componente ecologista del Pd né quel che resta dei Verdi sono la sede privilegiata del movimento per l'ambiente che dovrà nascere. L'ecologismo italiano che mira alla trasformazione della societa' dovra' essere impegnato a ritessere le fila di un discorso interrotto che parta dai contenuti ma anche dal metodo. Non credo dunque che queste istanze debbano confluire a orecchie basse nel Pd - spiega ancora Mattioli - ne' ritengo che sia opportuno partire subito con un partito della sinistra ecologista. Sono invece convinto che si debba cominciare da un movimento che sia capace a partire dalle questioni che sono ritenute prioritarie, di farsi da pontiere tra le diverse anime nei Verdi, ma anche in Rifondazione e tra i delusi del Pd".




Da Eco-news, Angelo Bonelli 28.04.08

Cosa c'e' nel futuro dei Verdi? Se lo chiede - e risponde - "Liberal". Con un articolo, tutto dedicato al cambio di rotta del Sole che ride. Nella confusione, finora, una chiara proposta di rilancio politico-culturale e' arrivata dall'ex capogruppo alla Camera Angelo Bonelli: "passare dall'ideologia del problema alla pratica delle soluzioni attraverso una contaminazione col mondo tecnico-scientifico. 'Nuovi verdi', li chiama lui, da lanciare magari con un ritocco del simbolo e attraverso un dialogo non subalterno col Pd". A 'Liberal', l'ex capogruppo anticipa i contenuti di un intervento che sottoporra' a giorni a tutto il partito: "Penso sia necessaria una rigenerazione culturale dei Verdi - spiega - Dobbiamo passare dall'ideologismo della critica del modello produttivo alla politica delle soluzioni. Intendo dire che, se parliamo di inquinamento, dobbiamo indicare poi soluzioni praticabili che migliorino la qualita' della vita dei cittadini. Per farlo occorre che il nostro ambiente si faccia contaminare sempre piu' dall'approccio tecnico-scientifico alla soluzione delle questioni". E’ questo "cambio di rotta", ci dice Bonelli, che dovra' contraddistinguere quelli che lui chiama "i nuovi verdi" e che potrebbe essere reso ancor piu' evidente "anche con una piccola modifica del simbolo". In questo momento, insiste Bonelli a 'Liberal', "si avverte, forte, la necessita' di costruire una nuova proposta che abbia, e' evidente, una classe dirigente adeguata". Un cambiamento di persone che sara', nelle intenzioni dell'ex capogruppo, anche un cambiamento delle forme di vita del partito: "Insisto, serve una rielaborazione culturale tutta centrata sulle pratiche. Per questo obiettivo sto mettendo in piedi una 'Rete nazionale del sapere ecologista'. Per fare nuove politiche non si puo' prescindere dagli uomini e io sto coinvolgendo tutta una serie di personalita' che fino a ieri avevano un po' abbandonato i Verdi. Penso, per fare un esempio, a Gianni Mattioli, ma anche a esponenti dell'associazionismo o a bravi ricercatori universitari: una rete di intelligenze utili al Paese". In questo senso, dice ancora Bonelli a 'Liberal', "faccio autocritica, c'e' stata inadeguatezza nella gestione del partito". Bonelli non si sottrae neanche sulle questioni tattiche: "E’ chiaro che bisogna pensare alle alleanze perche', qualunque sia la legge elettorale, non siamo autosufficienti. Io penso che serva un rapporto dialettico, non di scontro, col Pd. Poi al momento delle elezioni vedremo come procedere, se attraverso patti federativi o altre strade". In ogni caso, "non penso che la Sinistra arcobaleno sia la prospettiva giusta. Dovremmo chiederci, anzi, cos'e' la sinistra nel terzo millennio: siamo sicuri che basti scrivere sinistra sul simbolo per esserlo davvero?". A decidere, in ogni caso, sara' il Congresso, conclude Bonelli, dove "bisognera' rompere col vecchio meccanismo delle tessere e dei blocchi di potere, trovando il modo di liberare l'energia delle giovani intelligenze dei Verdi".



Da e per Municipio Verde 28.04.08

Pontieri a parte ci sembra un po' goffo questo passo in avanti di Bonelli, che per sostenersi rispolvera il più famoso papillon dei Verdi, il vecchio professor Mattioli, uno dei più importanti tecnici dell’ambientalismo di vent’anni fa, portavoce dei Verdi, per un po’ DS, poi PD ora di nuovo Verde.
Le motivazioni personali che spingono Mattioli a rimettersi in verde proprio adesso non le conosciamo, ma somigliano quelle di vecchi parenti che ricompaiono dopo molto tempo in occasione del funerale, per dividersi le proprietà del defunto.
Quelle di Bonelli invece sono più chiare:
“Abbiamo fatto una scemenza a metterci nell’arcobaleno ed è tutta colpa del gruppo dirigente, eccetto me.
Ho intenzione di rimettere in piedi un partito con il simbolo modificato (sole che ride con occhiali di Veltroni e occhio bovino).
Niente tessere perché basterà fotocopiare quelle del PD con qualche modifica.
Comunque a noi le tessere non servono perché saremo scientifici e tecnici e proporremo le soluzioni, quindi gli altri, cioè il PD, ci ascolteranno e diranno bravi.
Perché mettere in discussione il modello economico e sociale vigente?
Noi ci avvarremo di intelligenze giovani e liberate che non hanno bisogno di ideologie (come Mattioli).
Comunque deciderà tutto il Congresso, ovviamente dopo che ci saremo preparati la strada, oliando e manovrando senza posa.”

Col cavolo!
MV

Nessun commento: