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La mer, la fin...

venerdì 18 aprile 2008

Torquemada su Pecoraro Scanio

Pubblichiamo qui il pezzo di "Se li conosci li eviti" di Travaglio-Gomez, dedicato all'ipotesi di accusa contro Alfonso Pecoraro Scanio, sostanzialmente per corruzione.
Il brano è riportato anche nel blog di Beppe Grillo. Come ricorderete il caso è venuto alla luce in campagna elettorale, regalandoci una bruttissima emozione. Ricordiamo che quello di Pecoraro era il solo caso di un candidato verde inquisito e comunque soltanto dopo la formazione delle liste. Seguiremo con attenzione la vicenda giudiziaria del Presidente nazionale e vi faremo sapere.
Fra coloro che hanno o avevano problemi con la legge, figurano anche i due rappresentanti di RC Francesco Caruso e Daniele Farina.
Fra i reati a loro ascritti, il Torquemada in pigiama di seta, Travaglio, attribuisce a Farina anche la resistenza alla forza pubblica durante una manifestazione alla Centrale Nucleare di Montalto di Castro nel 1986.
A questo proposito vorrei ricordare che in quegli anni il movimento pacifista ed antinucleare ha sperimentato e attuato tecniche di resistenza passiva che escludevano l'uso della forza nei sit-in e nei presidi alle centrali e che, a partire dai sottoscritti, molti, impauriti ma convinti, hanno lottato senza usare la violenza.
Per Travaglio farsi trascinare per i piedi da un poliziotto è un reato paragonabile alla corruzione? Sarà così severo il suo giudizio adesso che siamo extraparlamentari e che dovremo ricorrere spesso alle manifestazioni di piazza?
Ricordiamo per concludere che il giornalista in questione, alle elezioni di domenica ha appoggiato Di Pietro, colui che ha di fatto impedito di istituire una commissione parlamentare sui fatti di Genova 2001.
Nonostante questo imperdonabile difetto, lo ringraziamo di compilare queste cronache giudiziarie che altrimenti avremmo difficoltà a conoscere e anche per il bel modo che ha di narrarle.
municipio verde


Pecoraro Scanio Alfonso (Verdi): Ministro dell’Ambiente e leader dei Verdi, è indagato per associazione per delinquere e corruzione dinanzi alla Procura di Roma, che nel marzo del 2008 ha ereditato il fascicolo per competenza dal pm potentino Henry John Woodcock.
Probabile che il fascicolo passi al Tribunale dei ministri, competente sui reati ministeriali.
L’ipotesi d’accusa, emersa da intercettazioni avviate nell’inchiesta su Corona-Vallettopoli e approfondita dai Carabinieri del Noe diretto dal celebre Capitano “Ultimo”), è che il ministro si sia fatto pagare vacanze all’estero, viaggi in aereo e in elicottero, soggiorni in hotel di extralusso (per esempio il Town House di piazza Duomo a Milano, 7 stelle), telefonini e altri regali da alcuni imprenditori interessati ad appalti per lo smaltimento di rifiuti della Campania, a bonificare alcune aree inquinate della Basilicata e a ottenere incarichi per organizzare le trasferte del Ministero.
L’agenzia turistica Visetur avrebbe saldato il conto del soggiorno natalizio di Pecoraro al Town House, mentre il fratello avvocato del titolare veniva inserito fra i consulenti del Ministero e la ditta otteneva l’appalto per occuparsi di alcune trasferte ministeriali. Pecoraro s’è proclamato innocente e ha annunciato la rinuncia a ogni tipo di immunità.
Anche suo fratello Marco, senatore uscente dei Verdi (non ricandidato), è indagato con le stesse ipotesi d’accusa
(Travaglio/Gomez)

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