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La mer, la fin...

domenica 13 aprile 2008

Politica e rispetto del corpo. Alfredo Albiani sostiene Roggiolani

In seguito alla bellissima e festosa domenica alle Cascine di Tavola del 6 Aprile, Alfredo Albiani ha scritto questo bel commento che ci porta ad una dimensione della politica completamente rinnovata nel suo modo di concepire la persona umana.
MV

La politica incontra il corpo dei cittadini. Una promessa concreta per il futuro
di Alfredo Albiani - Tai Shan

Ho sempre pensato che la parola d’ordine della politica dovesse essere rispetto e ancora più forte propongo questa affermazione nel momento attuale. Imparare a rispettare è la vera cultura nuova dove si può costruire un edificio politico nuovo. D’altronde politica significa etica della polis, cioè, come è giusto in una democrazia, prendersi cura della collettività.
Da cosa partire? Dal recupero del rispetto per il corpo fisico che una politica superficiale virtuale, terreno di lotte tra fantasiosi millantatori di chissà quale futuro, ha dimenticato. Lo ha dimenticato ingabbiandolo in auto messe in fila a decina di migliaia tutti i giorni nel traffico di tutte le città, lo ha compresso all’interno di quartieri senza verde, senza spazi culturali, col terrore del prossimo, ladro violentatore e assassino, in case malsane, senza spazio senza aria, costretto a infarcire il proprio quotidiano di trasmissioni deleterie di emittenti disgreganti ed alienanti.
Lo invade negli ospedali, lo dimentica negli ospizi, lo reprime nelle scuole e lo aliena nei posti di lavoro e ciascuno vive come un animale senza coscienza di chi sia, di quali diritti abbia, di quali doveri e, soprattutto, di cosa significhi vivere attivamente in una collettività, una città, una regione o una nazione, e fermiamoci qui.
Comunicare significa rendere partecipi gli altri di qualcosa e la parola contatto significa con l’utilizzo del tatto, il senso che si scopre per primo all’interno dell’utero svegliandoci alla coscienza provenienti dal mare dei non nati. Il tatto è lo strumento dell’organo più grande dell’essere umano: la pelle. E questa è il confine, il filtro ma anche e soprattutto il punto di conoscenza diretta della realtà e tra le persone, per toccare l’altro, di un altro vero, tangibile concreto essere fatto di emozioni, vitalità, sentimenti, idee, necessità inalienabili, come la voglia di stare insieme, abbracciarsi, e crescere insieme. Retorica? No, concreto progetto per uscire da un corpo invece diventato strumento di controllo, di stupro dell’intelletto e del creativo. Siamo tutti una massa di carne informe, senza capo, senza coda, senza diritto di partecipazione consapevole e cosciente alla vita di ciascun momento del vivere. Per questo si perde il rispetto, di sé dell’ambiente, degli altri, della propria e altrui esistenza. Si perdono i confini consapevoli che la pelle ci aiuta a consapevolizzare ed il tatto a scoprire esplorandone ogni aspetto.
Nella mia ricerca ed esplorazione dell’unità mentecorpo iniziata a metà degli anni 70 come studente di arti e discipline psicosomatiche e poi come insegnante prima da solo e poi con altre persone, si è creato progressivamente un percorso di occasioni cui i cittadini hanno potuto accedere come diritto, con l’operato di molti operatori che hanno donato tempo e idee. Questa occasione ora ha avuto un momento importante perché domenica 6 aprile 2008, in un parco meraviglioso come quello delle Cascine di Tavola di Prato, vi è stato un incontro, il riavvicinarsi tra la politica ed il corpo concreto dei cittadini dove un uomo di governo di questa Toscana, Fabio Roggiolani, si è avvicinato loro, con i quali ha sempre e comunque aperto e instaurato un dialogo sincero, e li ha abbracciati, da vicino, parlando come si fa in una vera agorà, ascoltando, confrontando, discutendo, proponendo, accettando un contatto totale integro, pieno di occasioni nuove, semi di nuovi progetti da realizzare in un prossimo futuro, comunque vadano le cose.
Abbiamo constatato insieme che, ristabilire il rispetto per il corpo significa rispetto per la più piccola parte della persona e dei luoghi dove vive, cresce, studia, viaggia, si alimenta, lavora, si cura ed anche dove si prepara a morire. La politica deve crescere in questa direzione, abbattere i muri costruiti da un capitalismo consumista cinico ed imbroglione, fatto di finte attenzioni e di false cure, che ci condanna ad una solitudine immensa.
Fabio usa nel suo fare di uomo politico concreto sempre il termine sostenibile, sostenibile da corpi aggiungo io.
Il corpo, non più edonistico della politica dei partiti, ritorna a vivere sotto le mani di operatori che toccano la persona, un tocco alchemico che entra nell’anima, nella memoria e nella storia. Corpo che torna testimone della partecipazione congrua del vivere e costruire, attore negli attimi di ogni giorno.
Toccare con le mani che sono lo strumento di eccellenza dell’umano cervello che, tramite loro, si espande nell’ambiente per conoscere, per toccare di fatto il mondo.
Il mondo con cui il cucciolo ed il bambino pervade di sé l’ambiente correndo, saltando, inciampando, cadendo e rialzandosi. Il corpo che è la mente che cerca di esprimersi nella natura di ciascun individuo, uscendo dalla condizione di frustrazione cui è sottoposta con l’annebbiamento dei sensi e della volontà.
Ieri domenica 6 si sono incontrati i germi di un nuovo modo di fare e vivere la politica, come persona che governa e come cittadino che chiede di essere governato secondo regole giuste eque che tengano conto di ciò che è realmente necessario per vivere.
Alfredo Albiani
presidente della Scuola della Via Interiore Prato

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