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La mer, la fin...

giovedì 24 aprile 2008

Dibattito sulla moschea. Freni "tecnici" di natura politica

Nel dibattito sulla proposta della comunità pakistana di una "moschea" in via Marini, scende in campo anche la presidente della Circoscrizione Centro, che senza grossi problemi si affretta a dichiarare l'incompatibilità del progetto con gli attuali strumenti urbanistici.
Una precisazione di cui tenere sicuramente conto, ma che non centra la questione. Intanto perché, come ricordavamo nei giorni scorsi, un centro culturale islamico esiste già, nella zona; in secondo luogo, perché in realtà stiamo sempre parlando di "centri culturali" (la definizione di moschea, effettivamente, risulta inappropriata), con locali che possono essere adibiti anche al culto, ma che hanno anche altre funzioni; in terzo luogo, e questo in via di principio, sappiamo benissimo che anche gli strumenti urbanistici sono soggetti a trasformazioni e variazioni... Prato ne sa qualcosa, in proposito!
Rimane il fatto, e lo vogliamo ribadire, che il nostro punto d'impegno non è tanto a favore di un progetto piuttosto che di un altro, o di una localizzazione particolare, quanto sul riconoscimento
alla comunità pakistana, così come alle altre comunità presenti sul territorio, del diritto di praticare la propria religione.
Certo, non fa piacere vedere come anche alcune istituzioni cittadine si affrettino a tirare in ballo motivi "tecnici" per coprire le proprie titubanze politiche!

Municipio Verde

da La Nazione del 24/04/08
«La nuova moschea in via Strozzi non si può fare»

IN VIA STROZZI non si può costruire nessuna nuova moschea. A precisarlo è la presidente della circoscrizione centro Rosita Mattei dopo aver letto del progetto della comunità pakistana guidata dall’imam Mofeed Ahmad e delle conseguenti proteste dei residenti, della Lega e de La Destra che ha anche promosso una raccolta di firme. Proprio la petizione promossa dal partito di Storace e Santanché, che ha ottenuto un chiaro successo a Prato alle ultime elezioni, ha convinto Mattei ad uscire allo scoperto mettendo un freno «tecnico» all’idea dei pakistani (che comunque hanno in cassa solo 50mila euro dei 350mila necessari).
«SI SENTE DIRE di raccolta di firme, pro e contro, la nascita di una moschea in via Strozzi — spiega Mattei — Prima che si crei una discussione, peraltro senza fondamento, è bene chiarire, confortata dagli uffici comunali, che non c’è alcuna richiesta presentata in Comune e che comunque in via Strozzi non potrebbe sorgere, perchè gli strumenti urbanistici non prevedono in quella zona la nascita di luoghi di culto». Per la circoscrizione e per i tecnici, dunque, anche se la comunità pakistana trovasse i soldi non potrebbe aprire il nuovo centro islamico, che peraltro sarebbe frequentato anche da donne e cristiani. Del resto l’area, come tutto il Macrolotto 0, è oggetto di una profonda revisione urbanistica che non prevede luoghi di culto come le moschee: «Non siamo contrari a priori alla nascita di centri di preghiera per altre confessioni — dice Mattei — ma in quella zona non si possono fare».
C’è comunque chi non si arrende ed ha promosso una raccolta firme a favore del progetto (pare si tratti di Municipio Verde), mentre i consiglieri di An Fulvio Ponzuoli e Maurizio Bettazzi hanno presentato un’interrogazione per chiedere, tra le altre cose, se il Comune intenda finanziare in qualche modo la moschea criticando l’idea deella comunità pakistana. Intanto anche all’interno del Pd si discute. L’altra sera c’è stata una riunione fra alcuni assessori, la coordinatrice provinciale Benedetta Squittieri e la circoscrizione. Le proteste che ha sollevato il progetto hanno richiesto un approfondimento che ha portato allo stesso risultato: la moschea, tecnicamente, in via Strozzi non si può fare.
L.B.

da il Tirreno del 24/04/08
Mattei: «Nessuna moschea in via Marini»
An chiede il trasferimento del centro islamico e della mensa La Pira
PRATO. Moschea pakistana in via Marini: è il presidente della Circoscrizione Centro Rosita Mattei a mettere uno stop alle polemiche: «Prima che si crei una discussione, peraltro senza fondamento, intendo chiarire che non c’è alcuna richiesta presentata in Comune e che comunque in via Marini non potrebbe sorgere alcuna centro perché gli strumenti urbanistici non prevedono in quella zona luoghi di culto».
Fermento e sospetti tra i cittadini della strada anche hanno provocato un’interrogazione firmata da Fulvio Ponzuoli e da Maurizio Bettazzi di Alleanza nazionale nella quale si chiede al sindaco una valutazione attenta sull’opportunità della nascita di un centro di culto islamico in una zona «che rappresenta già adeso un nodo sensibile per la sicurezza della città vista l’altissima presenza di residenti extracomunitari, in particolare cinesi» e in considerazione «della difficilissima situazione di degrado che persiste nella zona del centro storico vicina all’attuale moschea di vicolo De Gherardacci». Ponzuoli e Bettazzi chiedono se il Comune «si è fatto carico di valutare la presenza dei necessari permessi urbanistici» se «ha previsto di partecipare e in che misura al finanziamento del progetto, come ha già fatto per il centro islamico» e se «sono state valutate ubicazioni alternative magari in zone periferiche». Assieme al consigliere di An della Circoscrizione Centro Matteo Cocci chiedono infine «di attivare un percorso di analisi serio sulla possibilità di disclorare in zone più idonee» la moschea di vicolo De Gherardacci assieme alla mensa La Pira e al dormitorio pubblico «strutture - scrivono - che ormai in modo inequivocabile rappresentano punti di riferimento per aggregazioni criminali». In particolare il consigliere Cocci punta l’attenzione anche sulla sicurezza dei «volontari che operano nella mensa, dei residenti di via del Carmine e delle persone che vivono attorno alla chiesa di San Bartolomeo ma anche di tutte quelle persone che semplicemente percorrono la strada».

1 commento:

Anonimo ha detto...

La posizione assunta dala Circoscrizione Centro appare palesemante quella della politica che non riesce ad avere il coraggio di compiere scelte impopolari, benchè giuste.
Come ben si sà, la Circoscrizione Centro, è avviluppata nel disagio da parte dei cittadini ed ha visto, in questi ultimi anni, la nascita di una miriade di comitati: Via Marini è "il fornte del fronte", dove il già diasagiato Centro Storico, lascia spazio alla bolgia infernale del Macrolotto Zero, forse la zona della città a più alta densità di illegalità.
Così dove è più alta la tensione sociale per la presenza della più importante comunità cinese della città, dove forse sarebbe più necessario prendere una decisione in favore dell'integrazione ed avere, ripeto, il coraggio di affrontare le resistenze di quella parte della cittadinaza che, impropriamente, associa il proprio disagio alla convivenza con le diverse etnie presenti sul posto, si sceglie di sedare il tutto salvandosi "in calcio d'angolo".
Ritengo che questa posizione sia assolutamente dannosa per le dinamiche sociali interne alla città, ma di grande astuzia strategica per chi si trova nella necessità di fomentare l'equivoco del disagio causato dalla convivenza con le comunità di immigrati, e lasciando così che le resposabilità della politica possano agevolmente andare in sordina.
Dopo il susseguirsi di varianti urbanistiche che hanno guidato le più grosse e recenti trasformazioni del tessuto urbano della città, tirare i ballo il problema dell'incompatibilità urbanistica, di fronte alla richiesta di realizzazione di un centro culturale islamico,(poichè utilizzato anche per funzioni di culto?!) è assolutamnete kafkiano.
In ultimo, in considerazione anche delle vicende geopolitiche degli utlimi anni, visto l'innegabile importanza del dialogo fra le diverse religioni e nell'auspicio che questo possa essere veicolo di integrazione e base per la crezione di una "società del dialogo e dalla tolleranza", laddove la politica dimostra di non riuscire ad arrivare, sarebbe opportuno che vi potesse essere un interessamento al problema da parte della Curia Vescovile Pratese, per frar fronte al problema della locale comunità Islamica. Proprio rintracciando le posizioni assunte dalla Circoscrizione Centro, il centro del problema risulterebbe dunque essere legato al fatto che quest'ultima non abbia la possibilità di disporre di quelle risorse che le consentirebbero di costruire il proprio edificio di culto, laddove gli strumenti urbanistici lo consentirebbero.
Occorre infatti ricordare che se è vero che all'interno degli strumenti urbanistici vengono espressamente previsti lotti di terreno destinati alla realizzazione di edifici di culto, è anche vero che anche nel campo delle religioni sembra che esistano esitono "ricchi e poveri", ovvero "religioni ricche", che hanno la possibilità di costruire i propri edifici di culto dalle fondamenta al tetto, e "religioni povere", che si trovano a ricavare spazi per le proprie assemble e momenti di prghiera dove meglio capita....
Detto questo, poco conta che sua natura sia urbanistica piuttosto che sociale, quello che conta è che LA POLITICA NON PUO' GLISSARE SULL'ESISTENZA DEL PROBLEMA!

Saluti,

Francesco Fedi