MV
Ciao a tutti, sono una ragazza di 25 anni e sono iscritta da qualche mese alla vostra mailing list ma non avevo mai scritto nulla e mi è capitato di venire qualche volta alle vostre iniziative ma non sono ancora iscritta all’associazione e non conosco personalmente nessuno di voi.
Utilizzo questo spazio per buttare giù qualche mia ipotesi sulla sconfitta. Suonerà tutto disfattista e accusatorio, ma in realtà vuole essere un incoraggiamento per un futuro totalmente nuovo.
Siamo stati sconfitti per il valore sempre scarso dato alle istituzioni e alle sue regole, con le quali si pastrocchia di continuo. Non ci si interessa affatto a fondo di quali siano i meccanismi e la prassi che tengono in piedi l’ordinamento e a volte non se ne sa proprio nulla oppure se lo si sa non si è affatto interessati a diffonderlo. Ieri una mia amica sveglia e intelligente laureanda in sociologia elettrice e rappresentante di lista della sinistra arcobaleno mi chiedeva quando ci sarebbe stato il ballottaggio. Ieri nei seggi di Brindisi a nessun rappresentante della sinistra arcobaleno era stato spiegato come funzionava lo spoglio, nè che il regolamento prevedeva che le bianche venissero annullate subito, ogni volta che venivano estratte, cosa fondamentale per evitare i brogli. La legge elettorale stomachevole e insensata è stata contestata dalla Sinistra Arcobaleno ma non più di tanto e non prioritariamente e vorrei far presente che una sua parte mostruosa è quella che prevede gli scrutatori di nomina partitica. Su questo parte poi ci si è proprio adattati comodamente, tanto comunque anche noi eravamo rappresentati, quindi anche noi avevamo i nostri scrutatori. E adesso che la nostra rappresentanza è sparita – so che la rappresentanza per avere gli scrutatori serve nei comuni, ma è il concetto che mi interessa – spero rifletteremo. Io voto in Puglia e in realtà non so come funziona da voi, ma da noi Rifondazione e ora la SA provvede a nominare gli scrutatori tra gli iscritti e i loro parenti (lo fa anche mia madre, quindi non parlo per invidia) senza interrogarsi sulla gravità della cosa.
Siamo stati sconfitti per la cecità e la siderale distanza dal paese: esemplificativo di questo è la questione del reddito sociale. Vi racconto una storia: in Puglia, che non è nemmeno depressa come altre zone del meridione, ma al contrario al confronto di altre regioni per molti versi è un paradiso, lo stato sociale è utilizzato ora e da sempre come fondo da cui lucrare, a tutti i livelli. C’è ad esempio nel leccese un’intera generazione di anziane che prende una pensione come lavoratrice agricola pur non essendo mai stata in un campo ed avendo pagato i contributi per questa pensione con i soldi che lo stato stesso le ha dato per la finta disoccupazione stagionale destinata ai lavoratori agricoli. E si tratta di brava gente, badate bene, ma a cui nessuno ha mai spiegato niente. Né il valore dello stato sociale, né il concetto del rispetto per le istituzioni, viste da loro come una nebulosa poco chiara. E chi ha proposto il reddito sociale non sa che ora le cose vanno ancora peggio perché sempre in Puglia i proprietari terrieri fanno lavorare la gente gratis nei campi e l’unico stipendio per questi lavoratori consiste sempre nella disoccupazione stagionale che fornisce lo stato. E forse non si sa che un sacco di giovani e la quasi totalità delle giovani di sesso femminile in Puglia lavora in nero nei supermercati, nei negozi di vestiti, negli studi di grafica, nelle agenzie immobiliari, negli studi degli avvocati per 50 ore a settimana e con uno stipendio che va dai 350 ai 500 max 600 euro e semmai esistesse il reddito sociale sarebbe il più grande incentivo per abbassare ulteriormente questi pietosi salari e per spingere a licenziare e riassumere in nero quei pochi che hanno personale regolare. Con i soldi per un ipotetico salario di cittadinanza andrebbero invece fatte delle cose per la comunità in generale in termini di servizi e cultura che portino progresso per tutti così che se proprio si vorrà tra 100 anni il reddito sociale si potrà istituire, perché ci saranno le condizioni per accoglierlo .
Siamo stati sconfitti perché quello che serve è una massiccia profonda rivoluzione culturale e per attuarla bisogna partire semplicemente dal mettere in discussione e modificare ogni proprio comportamento quotidiano. E non parlo del consumo critico e dell’ecologia pure sacrosanti e fondamentali, ma di qualcosa che sta a monte e di cui queste due prassi non sono che una logica conseguenza: parlo di una lotta a tutte le forme nascoste e non palesi di servilismo e autosfruttamento oltre che di sopraffazione e sfruttamento nei confronti dell’altro – tipo per fare un banale esempio il personale domestico a ore non dichiarato oppure, cosa molta più subdola, del personale domestico a cui si da una mano, forma gravissima di umiliazione – e ancora contro ogni forma di ipocrisia – così diffusa, così capillare, così letale - e di maschilismo che si annida anche lui dappertutto e costantemente - da parte anche dei più insospettabili - e che ha un potente forma di espressione nella valutazione degli altrui comportamenti sessuali molto più che nell'utilizzo dei sostantivi al maschile invece che al neutro ottenuto con l’asterisco. Alla base del maschilismo e di molti altri mali c’è a mio parere innanzitutto l’idea del sesso che è ancora un enorme tabù e che dunque non essendo ancora considerato una cosa naturale può essere sfruttato strumentalmente da tutti i reazionari di ogni ordine e grado per tenere ferme le coscienze in molti modi e la sinistra arcobaleno non contribuisce affatto a sciogliere il tabù. Anche per questo siamo stati sconfitti.
Siamo stati sconfitti per Franco Giordano che è venuto a fare l’unico comizio a Firenze – escluso quello della festa di chiusura – al chiuso, in una sala Arci naturalmente vuota perché l’evento non era stato neanche segnalato ed è stato quasi tutto il tempo a dire che aveva fretta e doveva tornare a roma. E c’erano anche i giovani-vecchi dirigenti che si affrettavano a togliere le sedie perché la sala non sembrasse vuota, tanto per rendere la scena del burocrate nominato certo della propria elezione bloccata che viene a salutare gli aficionados completa.
Siamo stati sconfitti per atteggiamenti alla Sansonetti che forcaiolamente oggi si è messo a chiamare forcaioli gli elettori di Di Pietro e siamo stati sconfitti da un garantismo vuoto e indultista che non si sforza nemmeno di darsi solide basi teoriche e che non so come si concilia poi con chiedere un inasprimento delle pene per i reati ambientali e le ecomafie.
Siamo stati sconfitti per Fausto Bertinotti che nei giorni dell’approvazione dell’indulto a chi gli scriveva alla mail ufficiale della camera per protestare rispondeva con una mail uguale per tutti che anche quel simpatico reazionario di Giovanni Paolo II l’aveva chiesto ed era dunque giusto così, mentre Di Pietro riusciva ad incanalare questa protesta dando spazio alla gente.
Siamo stati sconfitti per Niki Vendola che non parla mai di laicità ed ammicca sempre ai cattolici, sputando di fatto sulla sua base. Strano però, perché se lui si mettesse a dire al papa che questo diritto può averlo e quest’altro no perché l’essere il papa è contro natura ( ad esempio in quanto troppo fantasioso essendo rappresentante in terra di qualcuno che non esiste – lo so che Vendola è credente, faccio un esempio ) non credo che il papa gli ammicherebbe altrettanto
Siamo stati sconfitti perché a livello locale molte volte la sinistra arcobaleno si è chiusa nel proprio gioco di piccoli poteri e piccole scale gerarchiche.
Siamo stati sconfitti perché spesso la sinistra arcobaleno si chiude a livello culturale, non sognandosi mai ad esempio di guardare un programma reazionario del pomeriggio per farsi un’idea e restando anni luce lontano dalla cultura popolare, lasciando quel terreno totalmente libero perr gli ultra-conservatori.
Infine siamo stati sconfitti per chi come Pancho Pardi e Flores D’arcais l’altra sera al cinema Colonna ha fatto una pressione psicologica incredibile per togliere voti alla SA, ma questo è a mio parere l’ultimo dei motivi di cui ci dobbiamo occupare.
Ciao a tutti,
Tatiana
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