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La mer, la fin...

lunedì 21 aprile 2008

Il dibattito sulla moschea

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera "di risposta" al nostro appello a favore della costruzione di una moschea a Prato.
La sollecitazione ci serve, e non poco, per puntualizzare alcuni aspetti.
Possiamo anche discutere sulla localizzazione della moschea, anche se facciamo notare giusto per inciso che la proposta dell'imam Mofeed Ahmad è poco distante dall'attuale centro di cultura islamica (posto in via Oberdan)! E sicuramente condividiamo l'idea - possiamo anche qui discutere sulle forme - che l'intera area del Macrolotto 0 e di via Pistoiese debba essere oggetto di un progetto di "recupero" e rilancio che non può limitarsi all'aspetto urbanistico.
Infatti, nessuno mette in discussione che l'area di via Pistoiese sia oggi soggetta a forti tensioni sociali: ma queste tensioni sono anche figlie dell'incapacità della classe politica cittadina (e quindi anche nostra) di creare ponti tra culture diverse, ed è certo che se partiamo dal presupposto - o dal pre-giudizio - che sicuramente la costruzione di una nuova moschea porterà ad un inasprimento delle tensioni, difficilmente potremo fare passi avanti.

Se infatti ci opponiamo alla costruzione della moschea per questi motivi, allora niente ci differenzia, nella sostanza, dagli altri.
Sta a noi, e con noi intendo quelli che alle scorse elezioni hanno chiesto una scelta di parte, e che oggi si interrogano su come far rinascere una "sinistra dal basso", riportare anche sulle strade questioni così dirimenti! Sta a noi cogliere questa occasione anche per rilanciare nei fatti, e non solo con le parole, dei reali processi di integrazione di tutte le comunità presenti a Prato!
E se si legge bene il comunicato leghista, quello che si vuol negare è ben altro, ed è a questo, fondamentalmente, che noi ci opponiamo strenuamente! Si chiede che la libertà di culto sia sottoposta a controlli, verifiche e quant'altro... Domani o dopodomani potrebbero chiedere che questi controlli e verifiche vengano fatte ad ogni singolo iscritto a partiti o movimenti che si richiamano alla "sinistra".
Il punto, come si vede, è di principio, e nemmeno di poco conto.

Lanfranco Nosi
Riccardo Buonaiuti
Municipio Verde


Una moschea a Prato? Benissimo purché non in via pistoiese o nel Macrolotto Zero.

Aggiungere una moschea in via Marini potrebbe voler dire esasperare la già critica situazione nella zona ed i cittadini, fin troppo stufi e stanchi della non facile convivenza con la comunità cinese, potrebbero veramente reagire male.
Si guardi pure con attenzione all’ultimo risultato elettorale, non occorre essere statisti per capirlo il Macrolotto zero e via pistoiese hanno fin troppo pagato questa mancata integrazione ed uno scontro tra comunità troppo lontane e distanti culturalmente potrebbe realmente danneggiare l’immagine della Prato “aperta ed accogliente”.
Certamente non sono il solo favorevole ad una moschea in città, purché non la si realizzi nel MACROLOTTO ZERO e quindi lungo la via pistoiese.

Questa parte di città ha bisogno di spazi pubblici ed aperti, verdi ed attrezzati, di luoghi d’incontro e di socializzazione, qui siamo indietro almeno un cinquantennio di opere pubbliche ed utili per la collettività.
Qui esiste, come noto, una polverizzazione delle proprietà private che rende estremamente impervio il compito di operare con lo strumento della perequazione per condurre un vero e proprio “RIORDINO”al fine di realizzare nuove piazze ed aree verdi di qualità, occorre lavorare per ritrovare le condizioni affinché tutti i pratesi e non solo le comunità asiatiche siano incentivate ad investire in via pistoiese.
Eppure via Pistoiese potrebbe diventare la “naturale appendice” il proseguimento del “centro storico” se solo ci si credesse un poco tutti quanti, cominciando dalle associazioni di categoria, l’imprenditoria pratese fino alle Amministrazioni locali ed ai semplici cittadini, immaginiamo quello che potrebbe voler dire una lunga strada fatta di negozi potrebbe essere pure pavimentata con le panchine ed alberata una sorta di OUTLET VILLAGE di non soli negozi cinesi.
L’occasione eppure ci sarebbe seppure ancora potenziale, dai capannoni artigianali e dalle aree attigue si potrebbe, una volta RIORDINATE LE PROPRIETA’, proporre un valido piano di recupero purché d’iniziativa pubblica in cui il disegno generale questa volta dovrebbe essere redatto dall’Amministrazione comunale.
Un progetto guida come già più volte suggerito da realizzarsi per mezzo di strumenti urbanistici complessi di ultima generazione come le STU (società pubbliche di trasformazione urbana).
Uno scontro tra civiltà diverse porterebbe definitivamente compromettere ed escludere questa importante parte di Prato e quindi anche tutto il lavoro che l’Amministrazione ha cercato di fare anche grazie all’importantissimo contributo critico dei comitati che da anni lavorano con continuità ed impegno sulla zona gli stessi che hanno suggerito la necessità di aumentare dotazione degli standards urbanistici carenti nel Piano Secchi .
La convivenza in via Pistoiese fra i pochi italiani rimasti la forte comunita' cinese che notoriamente è chiusa come “incapsulata” in se stessa unita alla comunità pakistana potrebbe provocare un serio danno alla città.
Occorre fare rinascere questa parte di città, questa è la vera sfida la moschea la si realizzi pure ma altrove.

Alessio Mazzeo
Comitato Fuori Porta e le Mura

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