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La mer, la fin...

mercoledì 3 settembre 2008

Archeoambiente. Oltre il giardino: Tuvixeddu.

Non c'è solo Gonfienti.
mv



In difesa della necropoli di Tuvixeddu

La necropoli di Tuvixeddu, uno dei più importanti contesti funerari ipogeici del mondo antico e testimonianza della Cagliari punica, poi romana, corre un rischio mortale sotto l'assalto della cementificazione. Il colle urbano, caratterizzato da migliaia di tombe che raccontano un'epocale vicenda paesaggistica, funeraria, architettonica e decorativa della città, sino a proporre pregevoli documentazioni moderne Liberty , sta subendo un ulteriore e forse definitivo affronto dopo cinquant'anni di devastazioni urbanistiche. La sentenza del Consiglio di stato riporta il complesso monumentale ai vecchi e inadeguati vincoli del 1997 che la regione autonoma della Sardegna, pur con gravi errori procedurali, aveva cercato di rendere congrui all'importanza dell'area: ma il pregio eccezionale del sito e la necessità di una tutela ben più ampia di quella legata all'accordo di programma del 2000 non possono essere messi in discussione. Straordinarie architetture cavate e decorate in affresco rendono Tuvixeddu in grado di far capire ciò che non è più documentato, in qualità e ampiezza, né a Cartagine né nel Libano dei Fenici. Le molte centinaia di tombe rinvenute nel corso dei lavori del cosiddetto «parco archeologico», finalizzati in realtà a nuove e devastanti cubature, dimostrano come l'accordo di programma e i relativi vincoli apposti dalla Soprintendenza archeologica fossero assolutamente insufficienti e inadeguati, e oggi non più sostenibili.
Ci rivolgiamo al Ministero per i beni e le attività culturali, alla regione autonoma della Sardegna, al comune di Cagliari, perché fermino lo scempio della necropoli e dell'area, in violazione delle leggi nazionali vigenti e dei protocolli europei e Unesco sul patrimonio culturale e paesaggistico; perché non compromettano a livello internazionale tradizione e immagine dell'Italia e della Sardegna. Invitiamo le istituzioni a realizzare la tutela integrale dell'area, procedendo al restauro ambientale e archeologico dei danni inferti, destinando il colle di Tuvixeddu a un'idea e a un progetto di città che difenda integralmente le proprie aree pregiate e proponga Cagliari, nel solco di una millenaria tradizione storica, come porta mediterranea aperta ai suoi grandi racconti storici. Chiediamo all'opinione pubblica, a studiosi e appassionati, a tutti i cittadini, alla rete associativa e alla grande tradizione di tutela del nostro paese di scendere in campo sottoscrivendo il nostro appello, vigilando affinché vengano perseguiti e realizzati i seguenti obiettivi: - l'ampliamento dei vincoli su tutto il sito di Tuvixeddu sino almeno a quelli stabiliti di recente dalla regione autonoma e ora non più validi per via degli errori procedurali stabiliti dal Consiglio di stato; - l'eliminazione di ogni ulteriore edificazione nell'area; - la definizione di strumenti di salvaguardia condivisi e giuridicamente impeccabili; - l'acquisizione pubblica dei terreni di tutto il colle; - l'apertura di un dibattito sulla città, della quale Tuvixeddu rappresenta la più importante ma non certo l'unica area archeologica di grande rilievo, né l'unica a rischio; - la promozione di un grande concorso di idee per una destinazione e un utilizzo del sito compatibile con la sua natura, destinato ad arricchire la godibilità del nostro patrimonio culturale e paesaggistico e la qualità della vita urbana.



appello promosso da Eddyburg e Il Manifesto Sardo

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