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La mer, la fin...

mercoledì 3 settembre 2008

Prato. Aumentano i lavoratori in mobilità.

Dati inquietanti sui quali riflettere, tenendo conto che negli ultimi anni il "trend" è sempre lo stesso...
MV

da la Nazione del 03/09/08
Licenziamenti, un boom inquietante

Gli iscritti nelle liste di mobilità crescono del 12%, ma nelle piccole aziende è +17%

di ROBERTO DAVIDE PAPINI

NELLA loro arida essenzialità i numeri sulla crisi del distretto tessile dicono di più di tanti appelli all’ottimismo, all’infondere fiducia, al non indulgere al pessimismo.
E infatti, i dati sui lavoratori in mobilità forniti dalla Provincia non lasciano spazio a molti ricami: da gennaio ad agosto, infatti, gli iscritti alle liste di mobilità sono aumentati di 141 unità, rispetto al 2007, passando da 1101 a 1242.

UN AUMENTO di oltre il 12% che è ancora più rilevante se si pensa che per le aziende sopra i quindici dipendenti lo scarto rispetto all’anno scorso è solo di due unità in più, mentre per le aziende fino a quindici dipendenti (ovvero la gran parte della realtà produttiva del distretto) la differenza è un più 139, ovvero un incremento del 17%.

«SONO DATI che preoccupano — osserva l’assessore provinciale al lavoro, Paola Giugni — tenendo conto che parliamo solo di iscritti nelle liste di mobilità, senza quindi inserire tutti i lavoratori che sono in cassa integrazione». Un’osservazione non banale quella dell’assessore, visto che di fronte a crisi aziendali, sempre di più i sindacati premono e spesso ottengono strumenti alternativi rispetto alla mobilità (ovvero al licenziamento).
Il che ha fatto sì che ci sia stato un certo incremento della cassa integrazione al quale, però, non ha fatto per nulla riscontro un calo della mobilità.

«CREDO che sia evidente — continua Giugni — che la situazione è brutta, difficile. Per il futuro del distretto pratese penso che ci sia un’unica prospettiva. Da un lato occorre un ulteriore “dimagrimento” del distretto stesso che deve continuare mantenendo qui, però, il cervello della produzione e della progettazione. Dall’altro una diversificazione verso altri tipi di produzione».
Già, tessile più avanzato, di qualità più alta e diversificazione è un ritornello che si sente da alcuni anni a Prato. «Sì è vero — risponde Giugni — ma si sta facendo qualcosa in questa direzione. Anche la Provincia indirizza una parte importante dei suoi sforzi verso la formazione di chi è in mobilità per poter rientrare in una produzione più alta e verso la diversificazione. Di certo, comunque, il tessile deve restare lo zoccolo duro del distretto».
Proprio partendo dall’esperienza degli sforzi della Provincia, Giugni trova un po’ di ottimismo per il futuro
«Devo dire — aggiunge l’assessore — che in effetti la situazione è più dinamica e in movimento rispetto a quello che questi dati illustrano, anche se è ovvio che siamo di fronte a una situazione problematica. Per esempio, cresce il numero di coloro che ritrovano lavoro dopo essere stati in mobilità, e buona parte di loro lo ritrova nel tessile. Certo non sono tutti contratti a tempo determinato, ma possiamo dire che proprio questa dinamicità del mercato del lavoro e gli ammortizzatori sociali consentano di evitare un tracollo dal punto di vista sociale e di pter programmare il futuro e il cambiamento».

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