TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 12 giugno 2009

Europa. Lasciali perdere, Monica.

Lasciali perdere Monica, ma non hai capito che loro esistono solo in funzione dello sterminio del mondo ambientalista italiano. Il disegno (anzi, lo scarabocchio) di questi signori è quello di eliminare i movimenti antagonisti ecologisti e di portare tutto dentro il PD. Su fatti coraggio, proponi qualcosa di nuovo!
mv


Nel come sempre interessante articolo di Francesco Ferrante e Roberto Della Seta sul risultato delle elezioni del 6 e 7 giugno, pubblicato su Europa di ieri, oltre al solito immancabile attacco ai Verdi italiani, sono contenute alcune riflessioni che vale la pena di riprendere ed approfondire.

Gli autori candidano il PD a riprendere in Italia la ricetta che ha fatto vincere al mio (ancora per pochi giorni) co-presidente Daniel Cohn-Bendit la partita in Francia, e cioè la scommessa sull’Europa e sulla rivoluzione verde come strade vincenti per tirare fuori il fronte progressista dalle pastoie nelle quali si trova. E’ normale che lo facciano, dopo una campagna elettorale nella quale il giochetto voluto da Veltroni del cambio della legge elettorale all’ultimo momento e l’esclusione dai media, (dalla TV ma anche dal « giornale-partito » Repubblica) dell’esperimento di Sinistra e Libertà, unica lista che ha fatto di questi due elementi il cuore della competizione, ha contribuito in modo decisivo a far fuori gli ambientalisti italiani dal PE.
Quindi ad oggi non ci sono ambientalisti riconoscibili dentro il PE, anche perché nessuna delle altre liste che sono riuscite ad eleggere eurodeputati ha ritenuto di candidarli.
Questo mi sembra un dato estremamente significativo della poca fattibilità, almeno per come sono i rapporti di forza nel PD oggi, della bella proposta di Ferrante e Della Seta di mettere al centro dell’azione del PD la rivoluzione verde di Cohn-Bendit e Obama. E questa è, tra l’altro, la situazione in tutti i grandi partiti del centro-sinistra europei, che non a caso hanno perso fragorosamente le elezioni europee. Neanche loro riescono a interpretare questa grandissima sfida.
Ciò detto, mi sembra che possiamo darci come ambientalisti dentro e fuori il PD, un obiettivo comune: gli ecodem si « sveglino » e ritrovino uno spirito di battaglia e di contrapposizione dura e di alternativa visibile a quelle forze che nel PD si beano di pensare al nucleare, al consumo del territorio, all’edilizia pazza , a ponti e autostrade come la strada per uscire dalla crisi economica. Da parte nostra, noi che stiamo fuori dal PD, impegnamoci a non finire nelle solite interminabili discussioni di lana caprina sull’identità di un nuovo partito/partitino più o meno di sinistra e più o meno tifoso o succube di Vendola, Ferrero o Pannella e ritroviamo la forza, la credibilità e la competenza per rilanciare l’iniziativa e la mobilitazione politica ambientalista ovunque si décida di stare, costruendo ponti fra noi e non facendoci la guerra.

Monica Frassoni
Co-presidente uscente del Gruppo dei verdi al PE

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