TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 10 giugno 2009

Prato al ballottaggio. Affinità...

Cennincina punta sulle "scelte al servizio della città", aprendo addirittura ad un dialogo con Rifondazione (da lui stesso definito peraltro paradossale).
Ma queste affinità sono poi così reali? Certo, il nostro, da buon imprenditore, cerca sempre di cogliere le migliori opportunità (guarda come ti "globalizzo" l'impresa anche in Cina...), ma siamo poi tanto sicuri che il PDL sia disposto a sacrificare pié pari tutte le proprie posizioni per dare carta bianca al suo candidato?
Il dubbio è forte... E ci chiediamo quanto sia compatibile, nei fatti, la posizione di un Paoletti con le new town e le cementificazioni varie contenute nel programma che Magnolfi, Silli & company presentavano mesi fa, e mai smentito, o le posizioni di Barosco sui rifiuti, quando anche in provincia la Attucci sostiene la necessità dell'incenerimento...
Staremo a vedere...
MV

da la Nazione del 10/06/09
Cenni: ‘Martini mi ha dato una mano’

«Legge immigrati, solo un marziano la poteva concepire. Penso di vincere»
di ANNA BELTRAME
CENNI, come le sembra il ballottaggio, il giorno dopo?
«Un risultato straordinario, la vittoria della voglia di cambiare. C’erano venti punti di distacco, ne sono rimasti poco più di due: un recupero incredibile».
La battaglia ora si fa dura
«Queste due settimane devono servire a offrire agli elettori gli elementi per decidere chi può meglio amministrare la città. Invito il mio avversario a un confronto diretto, un faccia a faccia magari in piazza del Comune».
Ha fiducia nella vittoria?
«Certamente. Il mio programma è chiaro: aiuti alle famiglie risparmiando sui costi della macchina amministrativa, che va razionalizzata; i progetti sul lavoro, di cui ho parlato più volte, dal rigenerato — con le prime positive risposte che sono già arrivate dall’Europa —, alle facilitazioni per le aggregazioni di imprese».
Alleanze?
«Con Milone c’è un’assonanza molto chiara sui temi della legalità e dell’immigrazione».
E poi?
«Non escludo un dialogo con Barosco della lista Beppe Grillo, con cui ci sono affinità sulle questioni ambientali, a partire dai rifiuti, ed urbanistiche: siamo d’accordo sul fatto che questa città non ha bisogno di ulteriori cementificazioni. Paradossalmente su questo sono d’accordo anche con Paoletti, il candidato di Rifondazione. Il punto è che si tratta di fare scelte al servizio della città, non sulla base delle ideologie. Il mio è un atteggiamento pragmatico: non ho vincoli di partito, né appunto schemi ideologici».
La giunta?
«Nomi non li faccio per ora. Ribadisco però una cosa: è necessario ricostruire un reale governo del Comune, sulla cui gestione hanno preso troppo campo i dirigenti da una parte e le società partecipate dall’altra. Così sto pensando a una squadra che non è composta solo da assessori, ma da futuri amministratori di partecipate e sindaci revisori: c’è da guardare bene dentro a certi conti».
Nomi però ne girano.
«Sono nomi che fanno altri».
Da imprenditore si aspettava un appoggio più diretto da parte dell’Unione industriale?
«Altre associazioni si sono espresse in modo più chiaro»
Deluso?
«Immagino sia una questione di equilibri. No, non sono deluso, anche se non ho sentito tanta ‘vicinanza’. E comunque penso che gli elettori oggi decidano con la propria testa: il voto del primo turno dimostra con chiarezza la voglia di cambiamento che in città c’è, perfino nelle zone in cui il centrosinistra è storicamente più forte».
Alla sua campagna è servita di più la visita di Berlusconi o la legge sugli immigrati voluta da Claudio Martini?
«Berlusconi ha preso impegni precisi per Prato, un fatto molto importante. Quanto a Martini, mi ha dato indubbiamente una grande mano e lo dico da cittadino, ancora prima che da candidato...»
Cioé?
«Il tema dell’immigrazione è complesso ed è ovvio che certe decisioni non si possono prendere a cuor leggero: si tratta di persone che arrivano qui per disperazione. Detto questo, bisogna essere dei marziani per non capire che Prato non può accogliere altri immigrati e che con questa legge il problema rischia di diventare ancora più ingestibile. Martini oltrettutto è un pratese e conosce benissimo la situazione, questo aggrava le sue responsabilità. La legge è comunque solo l’ultima, ma palese conferma di come certa sinistra abbia perso il contatto con la realtà e abbia un modo ancora del tutto ideologico di affrontare i problemi. Ecco perché mi ha aiutato, anche da pratese che vuole bene a Prato: non può essere questo il modo di governare la città e tanti elettori lo hanno capito. Vorrei dire ancora una cosa su Berlusconi, però»
Quale?
«Può piacere o non piacere, ma la sinistra dovrebbe chiedersi perché a tante persone piace così tanto. Non mi pare intelligente liquidare Berlusconi parlando delle sue barzellette».
Un pronostico per il 21 giugno?
«Dopo 63 anni c’è tanta voglia di cambiare e l’alternanza è salutare ad ogni democrazia. La mia vittoria farebbe bene a tutti, anche alla sinistra».

Nessun commento: