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La mer, la fin...

lunedì 15 giugno 2009

Interporto. Tutta colpa degli Etruschi...

Il presidente della società Interporto (foto), conquista finalmente uno spazio sul Tirreno che da tempo lo trascurava. Gli telefona Cristina Orsini per permettergli di rispondere alle critiche del centrodestra. Per anni l'interporto ha succhiato soldi pubblici senza rendere niente alla città, ha gradatamente rispedito agli inferi gli etruschi e periodicamente si tira fuori qualche nuova trovata, come la costituzione di Interporto service, evidentemente una derivata della società immobiliare che Napolitano ha presieduto fino ad ora a spese dei pratesi. L'idea, come avrete capito, è quella di potenziare al massimo un'economia di transito, a grande impatto ambientale e con poca occupazione. Prato sarà il retroporto di Livorno! Chi è d'accordo alzi la mano... No Gestri, lei può abbassarla lo sappiamo come la pensa e anche come la racconta. Persino peggio della disorientata Attucci.
Quando finiremo di essere il retro di qualcosa?
MV



da il Tirreno del 15/06/09

Interporto sulla pista di decollo Ora si cerca l’area per le operazioni doganali dei container “livornesi”
Pronta la piattaforma e binari già in funzione
Misure antiterrorismo in tutta la zona
CRISTINA ORSINI

PRATO. Antonio Napolitano, presidente di Interporto, non ci sta. Non ci sta a “tenersi” l’accusa di inefficienza sul fronte della logistica pratese. «Credo non si possa “sparare” su Interporto solo perchè siamo in campagna elettorale». Il riferimento di Antonio Napolitano, ovviamente, è ai giudizi espressi recentemente dal centrodestra.
Presidente, la piattaforma serve o non serve, è partita o langue?
«Facciamo chiarezza. Il nodo logistico intermodale pratese è il più grande e il più funzionale del centro-nord, dal Brennero a scendere ed è pronto a partire».
In che direzione?
«L’obiettivo primario è di svolgere un ruolo strategico all’interno della piattaforma logistica Tirreno-Adriatico-Centro. Mi spiego meglio all’interno del disegno della logistica nazionale, il ruolo predominante, nell’area centrale, lo avrà l’interporto di Prato».
Come?
«L’anno scorso, il 14 luglio, abbiamo firmato assieme alle dogane dell’Italia centrale e all’autorità portuale di Livorno, un accordo, che è il primo in Europa, che ha come punto fondamentale il rilancio del sistema portuale nazionale. L’accordo prevede che le merci in arrivo al porto di Livorno, non vengano stoccate sul posto, ma che raggiungano la piattaforma pratese per poi partire per il mondo».
Per quale motivo? Livorno non ha lo spazio sufficiente per creare un’area di sosta per camion e container?
«Esattamente. Il porto di Livono non è come quello di Barcellona, per esempio, che dispone di ettari e ettari di terreno nell’area portuale. Sarà Prato a diventare il “retroporto” di Livorno. Anche per le procedure doganali. In pratica la merce passerà i controlli doganali nel nodo di Gonfienti».
Che, evidentemente, si sta attrezzando?
«Certo. La piattaforma è finita, i sette binari sono in funzione, quindi stiamo individuando un’area da destinare alle operazioni doganali. Verrà chiusa e attrezzata con gli scanner perchè in base alla nuova normatica antiterrorismo, camion e container devono essere passati ai raggi X».
Chi avrà la gestione del servizio?
«L’Interporto Service la società di gestione costituita da qualche mese e nella quale è entrata anche la Camera di Commercio con un pacchetto di quote. Se ci sarà necessità di reperire fondi, anche grazie a loro, saremo in grado di trovarli».
I tempi?
«Il servizio partirà entro il 31 dicembre».
Presidente accusano Interporto di troppi ritardi. Lei cosa risponde?
«Sì ci sono stati, è indiscutibile. Ma non si può dimenticare che Interporto ha convissuto e continua a convivere con una delle aree archeologiche più importanti del territorio. Per fare ogni e qualsisi tipo di intervento noi abbiamo bisogno del nullaosta della Soprintendenza. E queste pratiche portano via anni».

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