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mercoledì 10 giugno 2009

Petrolio. Oltre il giardino : genocidio


09/06/2009 da Green Report

Perù: gli indigeni chiedono di processare per genocidio il presidente Alan García

Le organizzazioni più rappresentative dei popoli indigeni dell’America latina hanno accusato il governo peruviano del presidente Alan García di aver attuato lo scorso 9 aprile «una repressione sanguinosa» contro i popoli autoctoni che stavano manifestando pacificamente contro un decreto che favoriva i petrolieri e ledeva i diritti degli indios.
La Coordinadora Andina de las Organizaciones Indígenas (Caoi) ha rivelato che nei violenti scontri dei giorni scontri nell’Amazzonia peruviana, in tre diverse azioni sono stati assassinati dalla polizia almeno 40 indios, per questo chiede che Alan Garcia sia sottoposto ad un processo internazionale per genocidio: «Promuovere il giudizio internazionale per Alan García Pérez e il suo governo, per la loro sottomissione e la repressione».
Il governo peruviano, che ha schiacciato con la forza e addirittura le navi militari la protesta india, non fornisce nessuna cifra delle vittime.
«Il governo aprista di Alan García Pérez ha scatenato una repressione sanguinosa nell’Amazzonia peruviana» dice la Caoi e denuncia che il 5 giugno gli indigeni sono stati attaccati da terra e dall’aria nella zona della Curva del Diablo.
Jeinner Cubas, un giornalista di TeleSUR, ha detto che le autorità del Perù non consentono l’accesso all’area degli scontri ai media, quindi nessuno sa bene cosa sta accadendo negli scontri che sembrano non ancora terminati tra indios e polizia.
Il Caoi, che rappresenta i nativi di Bolivia, Perú, Ecuador, Cile, Colombia e Argentina, considera le azioni contro gli indigeni peruviani come «La risposta dittatoriale ai 56 giorni di lotta pacifica indígena e alle richieste di dialogo e negoziati, che terminano nei proiettili di sempre, gli stessi di più di 500 anni di oppressione».
La protesta indigena era iniziata «per difendere un modello di vita» come aveva detto il leader indio Alberto Pizango, perché circa 60 etnie amazzoniche si sono sentite minacciate dalla nuova legge Forestal y de Fauna Silvestre e da quella sui Recursos Hídricos.
Secondo gli indios il governo vuole colpire i loro diritti di proprietà comune della terra e delle risorse naturali, inoltre si oppongono ai trattati di libero commercio con Usa e Cile.
«La Coordinadora Andina de las Organizaciones Indígenas chiede a tutte le organizzazioni e popoli del mondo di essere solidali con i popoli amazzonici peruviani – si legge in una nota – attraverso la realizzazione di picchettaggi davanti alle ambasciate del Perú in tutti i Paesi, ogni giorno, fino a che non si fermi il bagno di sangue e non si annullino i decreti legislativi del Tratado de Libre Comercio con Estados Unidos».
La Caoi lancia anche un appello alle organizzazioni indigene, ai movimenti sociali ed alle associazioni per i diritti umani di tutto il mondo perché avviino azioni concrete a favore degli indios e contro il governo di Lima e chiedono che il governo peruviano, l’inviato speciale dell’Onu per i popoli autoctoni, Amnesty International, i premi Nobel per la pace, la Comisión Interamericana de Derechos Humanos, l’Organizzazione mondiale del lavoro, perché inviino immediatamente missioni in Perù per fermare la violenza e imporre il rispetto dei diritti degli indigeni. «Dobbiamo fermare il massacro» conclude la Caoi.

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