TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 12 giugno 2009

Prato. A colpi di propaganda

Mancano risposte... Da Roma... ma un po' da tutti...
MV

da il Tirreno del 12/06/09
La leader Filtea attacca il Governo

Fedeli: «Hanno chiamato Prato ma non abbiamo avuto risposte»
PRATO. E’ un fiume in piena Valeria Fedeli. Alla villa medicea di Artimino dove era ospite di un convegno organizzato da Federmoda Cna Toscana, la leader di Filtea Cgil ha lanciato una sparata contro il ministro Scajola sul tavolo del distretto. «Sono molto arrabbiata con lui. Ha voluto convocare i pratesi a Roma sotto campagna elettorale per sponsorizzare il centrodestra. Ma sta di fatto che finora dal governo non abbiamo avuto risposte. Manca ad oggi una seria politica industriale che sostenga le piccole imprese in questo momento di difficoltà, soprattutto quelle più virtuose che continuano a fare investimenti sul territorio». Ma i veri padroni di casa della tavola rotonda di ieri pomeriggio, dal titolo “Tutela del made in Italy ed etica d’impresa per il futuro del sistema moda”, erano tutti i pezzi grossi di Cna Federmoda, nel cui organismo nazionale siede anche Luca Rinfreschi, ex presidente della Camera di commercio. Con lui torna in auge la battaglia per la tracciabilità dei prodotti tessili con l’istituzione di un marchio che fornisca la storia dell’articolo comprato al negozio.
Secondo Rinfreschi, «parlare di made in Italy ha ancora più senso in una situazione di crisi per il sistema delle nostre piccole imprese». Sulla sede del convegno ad Artimino soffiavano i venti politici da vigilia di ballottaggio, quello che incoronerà a sindaco Carlesi o Cenni. L’ex presidente della Camera di commercio non ha risparmiato una critica a mister Sasch che in campagna elettorale ha fatto come propri cavalli di battaglia la difesa del made in Italy e il progetto sul cardato rigenerato.
«Cenni - ha osservato Rinfreschi - prende il lavoro avviato da tempo dalle associazioni di categoria a livello locale e nazionale». I tempi, secondo Rinfreschi, sono maturi per tornare ad alzare la voce a Bruxelles, complice il ricambio degli organi del Parlamento europeo. «L’auspicio è che cambi l’atteggiamento di quei paesi che ci remavano contro sull’avvio dei percorsi di tracciabilità. Come Cna ci stiamo mobilitando per richiamare l’attenzione con la proposta di un disciplinare etico per le imprese. La tracciabilità è anche nell’interesse delle imprese cinesi. A Prato ne stanno chiudendo molte. Il dumping e la concorrenza sleale sono un pericolo per qualunque azienda operi nel settore moda».
Dall’appuntamento di ieri è uscito un altro bollettino di guerra sulla situazione di questo comparto a Prato. La radiografia scattata dai dati di Movimpresa porta un segno meno in tutte le province toscane, con le imprese di quella pratese passate dalle 4223 nel 2000 alle 3557 nel 2008, con una perdita del 15,8%. Sempre meglio comunque di Pistoia, dove il saldo negativo in questo arco di tempo è del 40,2%. Impietosa l’analisi di Valeria Fedeli: «In questi anni - sottolinea la sindacalista - i pratesi hanno dovuto combattere contro due situazioni difficili da controllare: da una parte la mancata regolazione dei mercati, dall’altra la crescita di un sommerso sul territorio. Non è solo colpa dei cinesi. Gli imprenditori pratesi in qualche caso si sono fatti la guerra tra loro con dumping e concorrenza sleale».
Maria Lardara

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