TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 13 giugno 2009

Prato al ballottaggio.Grandi divisioni, piccole convergenze?

Due articoli dal Corriere fiorentino sulle elezioni pratesi. Protagonisti gli accordi per il ballottaggio.
mv

Il caso Prato fa litigare anche i «grillini»

Rivolta contro l’ipotesi di appoggio a Cenni: i mal di pancia, finora contenuti negli incontri tra gril­lini per evitare spaccature, sono emer­si al meet up organizzato mercoledì se­ra

PRATO - Monta il malumore tra i grillini di Prato e dintorni per le dichia­razioni del candidato sindaco della li­sta «5 stelle Beppe Grillo.it» Fausto Ba­rosco, che potrebbe portare il suo 1,8% di preferenze (1.824 voti) in dote a Ro­berto Cenni, sostenuto dal centrode­stra. E da Berlusconi. I mal di pancia, finora contenuti negli incontri tra gril­lini per evitare spaccature, sono emer­si al meet up organizzato mercoledì se­ra nel locale il «Pentolone», a Prato, per fare il punto sul dopo voto. I primi a criticare l’apertura di Barosco a Cen­ni sono stati i grillini di Montemurlo, che con il 4% (417 preferenze) conqui­stato al primo turno avrebbero potuto rivendicare il ruolo di «ago della bilan­cia». Invece il candidato sindaco Enri­co Mungai, un 24enne che sente tutto il peso di dover rappresentare Beppe Grillo, ha scelto di non fare accordi e lasciare ai suoi «libertà di coscienza».

«CENNI MI HA CERCATO» - Niente di simile a Prato, dove Barosco si è detto disponibile ad ascoltare en­trambi i candidati, ma ha puntualizza­to «Cenni mi ha cercato, Carlesi no. Questa città ha bisogno di un cambia­mento in politica». Non escludendo co­sì l’apertura a destra e facendo monta­re la protesta dei grillini montemurlesi e di una parte di quelli pratesi, diso­rientati dalla «svolta anomala». Uno stato d’animo sintetizzato al meglio da Mungai, l’unico disposto a parlare: «Chi ha votato 'Lista 5 stelle', a Monte­murlo come a Prato, non ha votato me o Barosco, ma le idee di Grillo, che ci siamo impegnati a rispettare. Per que­sto non è pensabile fare accordi con la vecchia politica, meglio lasciare liberi gli elettori. Considerare nostri quei vo­ti, vuol dire pensare come i vecchi ap­parati che contestiamo». Ma la più sorpresa e arrabbiata di tut­ti è la neo eurodeputata della lista Gril­lo, Sonia Alfano, figlia di Beppe, giorna­lista assassinato dalla mafia. «Ma stia­mo scherzando? I grillini che pensano di allearsi con una coalizione in cui c’è il Pdl? Con Berlusconi? Ne parlerò con Grillo». Sonia Alfano, che è stata a Pra­to assieme a Grillo, ag­giunge: «Abbiamo la­sciato massima liber­tà sul territorio per­ché ci fidiamo dei nostri candidati, ma non è ammissi­bile un’alleanza con Berlusconi o con chi lo rappre­senta, in nessun ca­so ». Il giudizio di Alfa­no non è tenero rispetto alla titubanza di Barosco: «Valutare cosa? Fare alleanze nel­le segrete stanze è un modo di fare poli­tica vecchio che contestiamo». Quanto alle altre liste, Cenni ha in­cassato da subito il «sì» di Aldo Milone (2,7% preferenze) e il «no grazie» di Pa­olo Paoletti (1,7%) che con Rifondazio­ne rivendica la pro­pria coerenza politi­ca e attende di trovare un’intesa con il candida­to di centrosinistra Massi­mo Carlesi, che al primo turno ha presso il 47,51% di voti. Intanto Carlesi ha già intascato lo 0,25% (250 voti) di Renzo Bellandi di «Sinistra rossover­de », mentre la regista Maila Ermini (0,3%), dice di non voler sponsorizzare nessun candidato e di lasciare i 318 elet­tori che l’hanno votata, liberi di sceglie­re in base al programma. Chi non ha an­cora deciso cosa fare del «tesoretto» di 366 voti che porta in dote è Alessandro Rubino della lista «Libertà, legalità, no­vità » (0,36%). Nessuna decisione nem­meno da Francesco Mazzeo di «Sociali­sti per la libertà», che ha ottenuto lo 0,34% (340 voti).

IN PROVINCIA - Se al Comune mancano all’appello poche caselle, il discorso si fa più com­plicato in provincia, dove il candidato del centrosinistra Lamberto Gestri, che al primo turno si è fermato al 47,7 (63.764 voti) aveva gettato il primo amo all’Udc (4,45%). Ieri pomeriggio a Prato, per sciogliere il nodo del soste­gno ai ballottaggi si è riunito il consi­glio regionale del partito di Casini, che alla fine, anche per coerenza (visto che al Comune sostengono Cenni) ha deci­so di non appoggiare Gestri. Non è an­cora ufficiale l’accordo con il candidato di centrodestra Cristina Attucci (41,56% al primo turno), ma a questo punto sembra scontato. Chi invece ha già deciso di stare con Attucci è Luciano Mencacci, della lista «Città per noi» che ha 1.098 prefe­renze (0,82%). Fiutano l’aria, invece, Calogero Messina di Rifondazione (2,88%) e Lanfranco Nosi di Sinistra rossoverde (0,33%); probabilmente si apparenteranno entrambi con Carlesi, a meno di colpi di scena. Appoggerà Attucci, ma non vuole ancora ufficializ­zare l’intesa, Bruno Gualtieri della li­sta «Prato libera e sicura» (1,72%). An­cora da decifrare le scelte di Salvatore Pirronello dei «Socialisti per le liber­tà » (0,3%) e Raoul Cangemi di «Demo­crazia Cristiana» (0,22%).

Agata Finocchiaro 12 giugno 2009

L’enigma di Prato: con chi stanno i comunisti? I Democratici sospettano lo sgambetto a Carlesi: il Prc alle provinciali ha preso il 2,9%, alle comunali l'1,7.
Dove sono andati quei voti? Il segretario Paoletti nega, ma Cenni non pone veti


L’unica certezza è che ci sarà battaglia all’ultimo voto. Il «ca­so » Prato ogni giorno si compli­ca. Tra il «mistero» dei voti di Ri­fondazione scomparsi tra Pro­vinciali e Comunali e gli abboc­camenti di Cenni al candidato del Prc, il Pd lavora su due fron­ti per evitare la sconfitta. E sicco­me nulla è semplice nella sfida simbolo della Toscana, il Partito Democratico stringe con Prc per il Comune e fa oltrettanto per la Provincia con l’Udc (che in Co­mune però è alleata con Cenni e il Pdl, contro il Pd e Carlesi ma in Provincia correva da sola).

IL PARADOSSO - Un paradosso che non è il solo, dato che Roberto Cenni ha già detto che parlerà con tutti e che dalla chiusura delle urne si inseguono voci sul de­stino dei voti di Rifondazione (2,9% alle provinciali e 1,7% alle comunali). Al centro della scena, ieri, il balletto Rifondazione-Pd-Cen­ni- Udc. Martedì sera, in un di­battito- confronto televisivo, ha fatto rumore la sintonia tra il candidato del centrodestra Ro­berto Cenni e quello di Rifonda­zione, Paolo Paoletti. I due si so­no trovati d’accordo su alcuni punti programmatici. Il fatto, unito ai cattivi pensieri di qual­cuno su un voto disgiunto de­gli elettori di Rifondazione per penalizzare Carlesi, è stato al centro della giornata politica pratese. «Ho sempre detto che io parlo con tutti — spiega Pao­lo Paoletti — e per questo moti­vo sono andato al confronto te­levisivo a Canale 10, in cui si so­no stati convergenze con Cen­ni, e così continuerò in futu­ro ». E questa strana possibilità di intesa con Cenni? «Il confron­to è una cosa, l’alleanza un’altra e mi sembra del tutto improba­bile. Noi anzi chiediamo, come ho già fatto prima di giugno, il confronto con Carlesi e il Pd. Ma sia chiaro che decideremo sul merito, non a 'prescinde­re' ».

DOVE SONO I VOTI DELLE PROVINCIALI ? - Paoletti poi non vuol senti­re parlare di «stranezze» sul vo­to differenziato. «Mi sto chie­dendo anch’io dove sono anda­ti i voti che abbiamo avuto a Prato alle provinciali e non alle comunali, ma posso assicurare, per la storia del partito e per la mia personale, che non c’è sta­to alcun gioco di potere, nè per Carlesi, nè per Cenni». E il Pd? Lavora sui due bina­ri. Chiama Rifondazione per il Palazzo Comunale e l’Udc per la Provincia. Strano, ma vero. «Noi parliamo con tutti — dice Benedetta Gestri, segretaria provinciale del Pd pratese — ed è vero che in Provincia, do­ve l’Udc ha corso da sola, il pro­gramma del loro candidato è molto simile al nostro e che il dialogo è in corso. Al Comune non parliamo con l’Udc perché ha fatto la scelta di andare con il Pdl e la destra, ma per il resto dialoghiamo con tutti». Rifon­dazione era presente nelle liste unitarie del centrosinistra che hanno eletto lunedì i nuovi sin­daci di Cantagallo, Vaiano e Ver­nio, altro fatto che indurrebbe a ritenere naturale il dialogo a sinistra, ma nulla è semplice in una gara iniziata con il disarcio­namento da parte del Pd del suo sindaco in carica Marco Ro­magnoli. «Parliamo con tutti — ribadisce Squittieri — non cerchiamo l’accordo con Rifon­dazione. Gli abboccamenti Cen­ni- Paoletti? Più che un proble­ma nostro è del Prc, ma questo accordo è impossibile. Noi fac­ciamo appello agli elettori tutti del centrosinistra e della sini­stra per non consegnare la cit­tà alla destra». Secondo il Pd pratese non esisterebbe nes­sun «mistero» sui voti di Rifon­dazione scomparsi: sono anda­ti a Carlesi, in una specie di rie­dizione del voto utile di veltro­niana memoria per fermare il centrodestra. Sull’accordo bi­fronte, nonostante la prudenza di Squittieri puntano in tanti. Ad esempio l’ex sindaco di Pra­to e consigliere regionale del Pd Fabrizio Mattei. «La scelta dell’Udc cittadina di ritirare il proprio candidato per appog­giare Cenni, che ha anche la De­stra nella sua coalizione, ha provocato difficoltà nei centri­sti pratesi e se è ovvio che sul Comune con loro non parlia­mo, è vero invece che c’è un dialogo con corso sulla Provin­cia, a partire dai tanti punti di contatto tra i due programmi — dice Mattei — In città cer­chiamo e ci aspettiamo l’accor­do con i dirigenti di Prc e con i loro elettori e vedo già disponi­bilità. E parleremo anche con i grillini, non credo che voteran­no Cenni anche se Barosco sem­bra disponibile a farlo».

I PUNTI DI CONTATTO - Roberto Cenni conferma la sua linea. «Ho detto e ripeto che i punti di contatto vanno cercati sui programmi, sulle idee per il futuro della città, io non ho griglie partitiche o ideo­logiche. Ho fatto e faccio nota­re che ci sono punti ci contatto con Prc — aggiunge — sul no alla cementificazione e sull’am­biente, che ci sono con i grillini sull’inceneritore, con Milone sulla sicurezza. La strada corret­ta per rilanciare Prato e farla uscire dalla crisi è parlare di co­se concrete, scegliere tra Cenni e Carlesi. Io non chiedo il voto a Rifondazione, faccio notare ai suoi elettori e agli altri i punti di contatto concreti; se poi in loro prevarrà l’ideologia lo dica­no apertamente». Gli incontri tra partiti e schie­ramenti sono andati avanti tut­ta la giornata e oggi l’Udc deci­derà con chi stare. «C’è l’esecu­tivo regionale a Prato — spiega il segretario regionale dei cen­tristi, Nedo Poli — e sui ballot­taggi i livelli locali decideranno assieme al livello regionale, te­nendo conto delle esigenze poli­tiche generali». Una frenata, in­somma, su possibili intese bi­fronti, in una partita che somi­glia sempre di più ad un grande risiko. Il Pdl pratese aspetta, dando per scontato che l’Udc non potrà che confermare la scelta fatta alle comunali anche alle provinciali e liquidando gli abboccamenti Cenni-Prc come un fatto che non esiste, nato su un paio di battute in un dibatti­to pre-elettorale. Anzi, fanno notare al Pdl, gli elettori di Ri­fondazione hanno già dato per metà i loro voti a Carlesi, anche con il proprio candidato in lizza per di frenare il centrodestra.

Mauro Bonciani
11 giugno 2009

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