TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 10 giugno 2009

Stati canaglia. Italia.

Sempre per la serie "pillole per la memoria" si può andare indietro nel tempo per rivedere l'atteggiamento dei governi italiani (centrodè e centrosinì parimenti) sulla questione degli stranieri irregolari e soprattutto del diritto di asilo di molti di essi che rispediti in patria fanno la fine del topo in trappola. E' un ripescaggio di un ripescaggio che ci fa saltare di tre in tre anni. MV


Tratto da Etnie.org
22 September 2006
Storie di ordinaria ingiustizia


Ciao a tutti,
cercando altre informazioni per la campagna per la chiusura dei cpt, ho
trovato questa “perla”:

Luglio 2003: Mohammad Said Al-Sahri cittadino Siriano espulso. “GOVERNO ITALIANO MORALMENTE CORRESPONSABILE MORTE DI AL SARI. L’ITALIA RISCHIA UNA CONDANNA DA PARTE DELLA CORTE DI STRASBURGO”
Morto sotto tortura. Tra bastonate e scosse elettriche, Mohammad Said Al-Sahri, l’ingegnere siriano espulso dall’Italia insieme alla moglie e ai quattro figli nel novembre scorso, sembra che sia stato ucciso. Ha incontrato il suo boia, in un carcere di sicurezza alle porte di Damasco, dove era detenuto da quando l’Italia lo ha rispedito nel suo paese, nonostante avesse richiesto l’asilo politico perchè perseguitato politico. A darne la notizia sono il Cir (Consiglio italiano per i rifugiati) e la famiglia che attualmente vive a Londra. «Abbiamo avuto la notizia da alcuni parenti che vivono a Damasco», dice Murhaf Lababidi, cognato di Mohammad (…).

(Sempre nel 2003 - tratto dal sito del Senato)
I Capigruppo dell’Ulivo in Senato Gavino Angius (Ds) e Willer Bordon (Margherita), hanno presentato oggi un’interrogazione al governo sulla vicenda del cittadino siriano Muhammad Al Sari, espulso dall’Italia “nonostante pendesse sulla sua testa una condanna a morte”. Il testo, sottoscritto da una trentina di senatori di tutti i gruppi dell’Ulivo e di Prc, parla di una “violazione delle norme sul diritto di asilo politico previste dalla nostra Costituzione e delle norme sui rifugiati politici. La vicenda è stata trattata con burocraticità e spregiudicatezza, sulla base degli indirizzi politici predisposti dalla
Bossi-Fini, secondo la quale dietro alle richieste di diritto di asilo si celerebbe un tentativo di aggirare il divieto di immigrazione clandestina”.
“Questa tragedia dimostra — spiegano i senatori — come sia quanto mai urgente rivedere la Bossi — Fini e dare attuazione, anche con una normativa apposita, al diritto di asilo”.
I firmatari chiedono anche “quali siano le considerazioni del governo in relazione al procedimento pendente presso la Corte di Strasburgo a carico dell’Italia per questa vicenda”.
Contemporaneamente, nel corso della commissione per i Diritti Umani di Palazzo Madama, i senatori dell’Ulivo, su iniziativa della senatrice Tana de Zulueta, hanno chiesto che il governo venga a riferire nella stessa sede sul mancato riconoscimento del diritto di asilo al cittadino siriano. Con una seconda interrogazione, i parlamentari chiedono “quali iniziative siano state effettivamente assunte dal governo italiano nel corso di questi mesi presso le autorità siriane per assicurare il rispetto dei diritti umani fondamentali nei confronti del signor Al Sari e della sua famiglia”.

Questo avveniva nel luglio del 2003. Oggi (2006 ndr) Amir rischia lo stesso destino.
Oggi al Governo ci sono gli stessi incoerenti che all’epoca presentarono l’interrogazione con accusa di violazione delle norme sul diritto di asilo politico. Ogni ulteriore commento mi sembra superfluo. Quello che invece non è affatto superfluo, ma urgente e necessario a continuare questa battaglia per tutti gli “Amir” rinchiusi nei cpt, diffondendo queste notizie e informando la gente di cosa sono in realtà i cpt e quale destino attende chi vi è rinchiuso.
AMIR LIBERO!

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