TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 11 giugno 2009

Prato al ballottaggio. Il Grande Gioco - 1

Mentre Cennincina occhieggia dolcemente a tutti, fino ad arrivare a mettere in discussione anche l'inceneritore (pure quello di Case Passerini...), la Attucci si muove con La città per noi e continuano le trattative con Prato Libera & Sicura.
E' iniziato il Risiko delle alleanze...
Peccato che spesso la somma algebrica inganni...
MV

da la Nazione del 11/06/09
E’ il giorno delle alleanze

L’Udc decide se appoggiare Attucci, Cenni aspetta il sì di Milone e guarda ai grillini
IL PRIMO tassello è andato a posto ma è oggi la giornata decisiva per le alleanze nel centrodestra. Cristina Attucci, la candidata alla presidenza della Provincia, ha ottenuto il sì della lista civica «La città per noi» e aspetta di sapere se potrà contare anche su Prato Libera & sicura e soprattutto sull’Udc, già sicura di un seggio in consiglio provinciale con Francesco Querci. Cenni invece potrebbe ricevere la formalizzazione dell’appoggio da parte della lista Prato Libera & sicura (ci sarà un vertice fra gli esponenti del movimento) e sta cercando di stabilire dei contatti diretti con i ministeri di Tremonti (Tesoro), Scajola (Sviluppo economico) e Maroni (Interno), attraverso il parlamentare Riccardo Mazzoni, per ribadire la necessità di attenzione sul caso Prato. Se poi i ministri decidessero di venire in città, ancora meglio.

NEL FRATTEMPO il candidato ieri ha ribadito «che per risolvere i problemi non serve l’ideologia ma il buon senso» e che intende circondarsi «di persone capaci nei posti giusti, che sappiano fare quello che serve». Quanto alle alleanze, «contano i programmi» e per questo Cenni ha ribadito che sui problemi reali della città, quelli oggettivi, «ci sono punti di contatto con tanti, persino con Rifondazione», ribadendo un paradosso che testimonia la sua voglia di «usare il buon senso per trovare le soluzioni». Sui rifiuti ha confermato l’interesse per le proposte della lista Grillo e la volontà di incrementare il recupero di quanto si differenzia per arrivare, se possibile, «anche a rinunciare a Case Passerini», un’altra espressione ad effetto per far capire che gli interessano «i buoni progetti e non le ideologie». Altro esempio: «Maila Ermini ha fatto una proposta interessante sull’acqua. Se facesse risparmiare, forse non la dovrei considerare solo perché viene da qualcun altro?».

DAL CANTO suo Attucci ieri ha chiuso l’accordo con la lista civica «La città per noi» che al primo turno aveva presentato Luciano Mencacci (nella foto a sinistra con Attucci), sindacalista della Uil. Oggi arriverà probabilmente anche il sì della lista Prato Libera & sicura che potrebbe portarle in dote 2mila voti che, sommati a quelli de «La città per noi» (998), teoricamente ridurrebbero a poco più di 5mila preferenze la distanza da Lamberto Gestri. Guarda caso proprio quelle che ha ottenuto l’Udc, a questo punto decisiva. I centristi hanno avuto contatti anche col centrosinistra ma le possibilità sono due: alleanza col centrodestra o corsa solitaria, con Querci che siederebbe in consiglio all’opposizione indipendentemente da chi governerà. Dipenderà tutto dal vertice previsto oggi a Firenze (si parlerà anche delle prossime regionali), ma ieri il ministro Altero Matteoli ha inviato un messaggio all’Udc: «Il loro elettorato non vuole accordi con la sinistra. Auspico un’intesa».

UN’INTESA come quella con «La città per noi», che alle comunali ha appoggiato Cenni: «Ringrazio chi ha votato per me — ha detto Mencacci — Adesso invito tutti a schierarsi per Attucci. Perché un sindacalista si sposta a destra? Perché in 40 anni ho visto tante porcherie, tanti inciuci, tanti vincitori di concorsi già conosciuti. E’ il momento di cambiare. I candidati del centrosinistra sono lì per il vecchio sistema della politica, basato sui favori».
La candidata ha incassato «con soddisfazione» l’alleanza rispondendo poi a Gestri che l’aveva accusata di non sapere di cosa parla: «Lo aspetto mercoledì in piazza del Comune alle 21 per un confronto a tutto campo. Purtroppo gli ho rovinato la festa e capisco che questo lo renda nervoso. E’ lui che non sa di che cosa parla quando deforma il mio pensiero e mi attribuisce gaffes che tali non sono. Per l’interporto, ad esempio, Gestri si accontenta del fascio di binari collegato allo scalo merci della stazione, ma dimentica che ancora manca un collegamento rapido col porto di Livorno e l’aeroporto di Pisa. Ed i rifiuti? Se il piano regionale che impone ad ogni provincia di risolvere da sola il problema rientra in un accordo di programma, significa che l’accordo è sbagliato e rischia di far trovare pratesi e toscani con i rifiuti ammassati in strada». Poi la chiusura, velenosa: «Che la mia esperienza non sia di lungo corso lo dice la mia biografia; quella di Gestri dimostra invece che a lui l’esperienza non manca, ma nessuno ricorda i frutti importanti di un così lungo impegno».
Leonardo Biagiotti
da il Tirreno del 11/06/09
Patto tra Attucci e Mencacci
La lista “Città per noi” al ballottaggio col centrodestra

Un migliaio di voti in più alla candidata presidente della Provincia del Pdl: «Programmi affini e voglia di cambiare»

PRATO. Lei confessa di non saper parlare il “politichese”, lui dichiara di non aver mai pronunciato una parola di “sindacalese”. Sarà forse questo il segreto dell’accoppiata politica tra Cristina Attucci e Luciano Mencacci. Quella tra l’aspirante presidente della Provincia del centrodestra e il candidato de “La città per noi” è la prima alleanza ufficializzata in vista del ballottaggio del 21 giugno.

Un’accoppiata neanche troppo inedita a dire la verità, visto che il sindacalista della Uil, alle spalle 40 anni di servizio come agente di polizia municipale, non ha mai fatto mistero delle sue simpatie per lo schieramento di Cenni e Attucci. Ora quel suo migliaio scarso di voti raccolti a sorpresa, spendendo nemmeno 700 euro per la campagna elettorale della lista “Città per noi”, lo ha intercettato Cristina Attucci, a caccia di alleati politici per rafforzare la sua posizione in vista del ballottaggio decisivo. «Con Mencacci - spiega Attucci - la convergenza su alcuni punti programmatici è stata immediata. Ambedue concordiamo sulla necessità di un cambiamento da apportare nelle periferie della provincia. Il centrosinistra ha idee vecchie. Si vuole spacciare come un successo l’avvio dei lavori sulla bretella Prato-Signa. Ma su questa infrastruttura pesa un ritardo di oltre trent’anni».
E’ preoccupata la Attucci per i risultati elettorali nei Comuni della Vallata. «I sindaci eletti sono l’espressione della continuità rispetto al passato. Abbiamo un territorio veramente messo male: la gente non capisce o non vuole capire quali sono i veri problemi da affrontare. Ha bisogno di concretezza, non di tavoli di concertazione che non servono a nulla».
Cosa spinge però un sindacalista a schierarsi così apertamente con il centrodestra, visto che la Uil si è sempre dichiarata apolitica? Qui Mencacci tocca un nervo scoperto: «La Sinistra e Libertà ha candidato due cinesi all’interno della coalizione che sostiene Carlesi. Ma come si possono fare simili scelte di fronte a una città che sconta sulla sua pelle il problema dei cinesi?». Non ha peli sulla lingua il sindacalista quando denuncia il mancato ricambio interno al centrosinistra. «Carlesi e Gestri si sono circondati di gente che si è screditata agli occhi della città. Mi devono dire dove sta il cambiamento».
Mencacci si presenta come un tipo per certi versi “scomodo” ai più: «Nella pubblica amministrazione hanno sempre cercato di tapparmi la bocca quando subivo soprusi e angherie. Di questi ‘inciuci’ dentro le amministrazioni di centrosinistra non se ne può più. Adesso è arrivata l’ora di cambiare».
Quel serbatoio di 998 voti, di certo lui non se lo aspettava. «Hanno contato molto le mie conoscenze all’interno del sindacato. Dalla Uil del resto ho avuto carta bianca per le mie scelte politiche».
Ma. La.

Cenni chiede Maroni, Scajola e Tremonti
E intanto boccia l’inceneritore: «Non ce n’è bisogno»

PRATO. Squilla incessantemente il telefono di Roberto Cenni. E lui cerca di dividersi tra una sigaretta e un’altra, una chiacchierata con giornalisti e sostenitori, il filo diretto con Roma. Sta sentendo tutti in questi giorni: Maroni, Tremonti e Scajola. Vuole convincerli a fare una scappata a Prato prima del verdetto del 21 giugno. «Sono i ministri più titolati per affrontare i particolari problemi di Prato, in primis economia e immigrazione», fa notare Cenni. In questi giorni però, il candidato sindaco del centrodestra ha altri pensieri per la testa: il nodo delle alleanze da tessere per battere l’avversario Carlesi. E torna a strizzare l’occhio a Rifondazione. «Smettiamola di ragionare col vetro ideologico agli occhi. Con Paoletti abbiamo molti argomenti in comune». Inceneritore compreso. «Personalmente - ammette Cenni - sono contrario anche all’impianto di Case Passerini. Dell’inceneritore se ne può fare a meno. Incrementando la raccolta differenziata, si potranno risolvere molti dei problemi relativi allo smaltimento. Si arrangino gli industriali che si ostinano a volere l’inceneritore».
La campagna acquisti di Cenni procede anche per altre direzioni. L’ultimo ad essere corteggiato è Fausto Barosco dei grillini per le sue idee su ecologia e rifiuti. «Ma nei prossimi giorni cercherò un contatto anche con Maila Ermini. Si è spesa tato per difendere Gonfienti e poi le sue proposte sull’ultilizzo dell’acqua potabile delle fontanelle come bene comune mi trovano d’accordo». Ma.La.


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