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La mer, la fin...

mercoledì 10 giugno 2009

Rifiuti. Riciclare gli inerti delle demolizioni.

AMBIENTE: CAVE; CON RICICLO PIU' OCCUPAZIONE E PAESAGGIO


(ANSA) - ROMA, 8 GIU - Con il riciclo degli inerti, anziche' l'estrazione dalle cave, si crea piu' occupazione e si salva il paesaggio. Questa la posizione in dossier di Legambiente sulle cave in Italia. Se la strada e' invece quella dell'attivita' estrattiva, continua il dossier, si rinuncia a promuovere un settore innovativo come quello del recupero degli inerti provenienti dalle demolizioni in edilizia, che puo' sostituire quelli di cava e che consente di avere molti piu' occupati: per una cava da 100 mila metri cubi l'anno gli addetti in media sono 9 mentre per un impianto di riciclaggio di inerti gli occupati sono piu' di 12. Sarebbe interesse di chi estrae orientare la propria attivita' economica verso il settore del recupero degli inerti. Secondo Legambiente l'Italia puo' scegliere questa strada, e seguire i Paesi europei che intorno a una moderna gestione delle attivita' estrattive hanno creato un settore economico capace di legare ricerca e innovazione nel recupero dei materiali. In Danimarca, per esempio, da oltre 20 anni ci si e' posto il problema di come ridurre le estrazioni da cava e promuovere il recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione, con una politica di tassazione che arriva a far pagare 50 euro a tonnellata per il conferimento in discarica degli inerti. Un meccanismo, questo, che ha funzionato visto che oggi si fa ricorso per il 90% a inerti riciclati invece che di cava. La Repubblica Ceca ha introdotto il concetto di consumo di suolo tassando oltre alla quantita' di materiale prelevato anche la superficie occupata dalle cave. Nel Regno Unito il canone di concessione e' di piu' di 6 volte quello richiesto in media in Italia. (ANSA)
08/06/2009

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