TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 1 aprile 2008

Varianti e variantine

Nei giornali è stato dato ampio spazio all'iniziativa organizzata dal gruppo dei "38-1" sul tema della variante alla Declassata e dell'area ex-Banci.
I rilievi che il gruppo di architetti avanza sulla variante, dalla mancata partecipazione della cittadinanza alla fumosità dei progetti dell'amministrazione comunale, passando per tutta una serie di altri temi (come potete leggere negli articoli riportati) sono nella maggior parte dei casi assolutamente condivisibili.
In questo contesto, però, ci preme far notare come l'appuntamento sarà caratterizzato dalla presenza di Loris Zanfranceschi, presidente di Urban SpA - società partecipata del Comune di Prato e dal gruppo Consiag che ha ricevuto, lo scorso anno, l'incarico di occuparsi del "marketing strategico" legato alla variante e dal gruppo Consiag di elaborare un progetto sull'area ex-Banci.
E' perlomeno curioso che il presidente Zanfranceschi presenti proprio il masterplan delineato dai tecnici di Urban durante un appuntamento così palesemente critico nei confronti della stessa amministrazione comunale.
Ci viene così da pensare che quei "rumors" riportati dal Tirreno nelle scorse settimane di una profonda spaccatura tra Urban e l'Ufficio di Piano (e quindi l'assessorato all'Urbanistica del comune) siano qualcosa di più di semplici voci di corridoio, ma il segno di una vera e propria divisione in seno alla stessa amministrazione, e per di più su un tema che definire "strategico" è dire poco.
Un solo commento finale: perlomeno, a questo punto, possiamo iniziare a confrontare proposte ed idee diverse da quelle, molto discutibili, fino ad ora somministrate dagli apparati comunali.

Municipio Verde

da La Nazione - Cronaca di Prato del 01/04/o8
«Case, fiere & crisi: la variante non va»

Gli architetti 38-1: «Ex Banci, è ora di discutere sul serio. La giunta sveli le carte»

di ANNA BELTRAME

«SULLA VARIANTE della declassata e sul progetto ex Banci non si è discusso abbastanza, né ci sono elementi di conoscenza sufficienti. Eppoi, vista la grave situazione della città, più che a una variante al prg di Secchi, siamo di fronte a un momento di ‘rifondazione’ e non ci sembra che ci siano la consapevolezza dei problemi e la partecipazione necessarie a prendere decisioni così importanti». In estrema sintesi è questo il messaggio lanciato ieri dai «38-1», il gruppo di opinione formato da architetti ma non solo, che, proprio per dare un contributo di dibattito e riflessione sui temi caldi dell’urbanistica, ha organizzato per domani sera da Soprattuttolibri un’iniziativa pubblica dal titolo provocatorio: «Variante a Gotham City».

GOTHAM è la città di Batman, la rappresentazione «oscura» di New York, un luogo irreale, appunto. «Il dibattito sull’urbanistica sembra riferirsi a una città che non esiste», hanno detto ieri i 38-1, per voce di Paolo Paoletti, Donato Berardi, Luca Piantini e Mario Bettocchi. E questo perché, a loro avviso, esiste «una scarsa costruzione di conoscenza», unita a «un insufficiente coinvolgimento della città». Tradotto in elementi più concreti, secondo i 38-1 manca ad esempio un’analisi sulle esigenze di abitazioni: «C’è chi parla della necessità di realizzare 12mila case in più, ma guardiamoci dentro a questi numeri, perché con l’economia in crisi e la popolazione che non aumenta più, c’è da chiedersi se la reale domanda sia questa o ci sia semmai l’interesse a costruire». E poi ci sono le previsioni sulle ulteriori superfici di vendita lungo la declassata: «Sono stati poco indagati anche gli effetti della multisala e dei suoi spazi commerciali, poi arriveranno quelli intorno alla Banci. Basta fare un giro a piedi in centro e contare: 67 i cartelli ‘affittasi’ sui negozi dentro le mura».

MA PER i 38-1 non è stato approfondito nemmeno lo scenario del polo espositivo: «Siamo certi che ci sia un mercato? E per quali fiere? Milano è in crisi e si allea a Francoforte, Bologna deve aumentare di 100mila metri quadri la sua superficie espositiva per restare competitiva. Restano le fiere di nicchia, ma se devono essere come l’ultima sul mobile organizzata alla Fortezza, che c’erano perfino i banchini con gli affilatori di coltelli come al mercato...». Non solo. «L’assessore Giovagnoli parla di uno studio di Irpet che prevede grazie al polo espositivo 44 milioni di indotto e 670 posti di lavoro in tre anni: lo possiamo vedere, questo studio?». Il tema dell’accessibilità ai documenti e del coinvolgimento della città ritorna spesso nell’analisi dei 38-1. «Non vogliamo leggere in questo l’intenzione di tenere nascoste ed opache alcune scelte, ma riteniamo che gli effetti di questa scarsa costruzione di conoscenza e della scarsa innovazione nella governance possano essere estremamente pericolosi per la città», dicono. Insomma, per i 38-1 c’è un problema di «rilettura» della città e c’è un’amministrazione che decide senza coinvolgere. Paoletti, Berardi, Piantini & Bertocchi non usano giri di parole: «In Comune dicono che non c’è tempo, che c’è l’urgenza di fare. Ma in questi quattro anni, cosa hanno fatto?». Un j’accuse che si commenta da solo.

E NON finisce qui la requisitoria degli architetti. «Sono in atto cambiamenti epocali — aggiungono —, dalle trasformazioni economiche con la grande crisi del distretto, a quelle sociali con l’immigrazione. Ci sono criticità spesso drammatiche, con le nuove povertà, la percezione di insicurezza, la conflittialità sociale: non sono sufficienti soluzioni di breve respiro, che magari replichino vecchi modelli di intervento e relazioni più o meno corporative». Così, arriva il messaggio finale: «La politica cittadina dovrebbe avere il coraggio di un confronto trasparente con la città, perché la politica non sono solo i politici, ma è il significato più alto della ‘polis’, con la sua complessità, i conflitti, le capacità intellettuali, le conoscenze».

da Il Tirreno del 01/04/08
La variante oscura di Prato-Gotham City

I “38-1”: «Poca trasparenza nei procedimenti urbanistici»

«Manca un’analisi del contesto sociale ed economico». Previsioni discutibili su case da costruire, tramvia, Multisala

PRATO. Prato è Gotham City: città oscura e chiusa. Altrettanto oscuri e inaccessibili sono idee, ragionamenti, carte sulle varianti urbanistiche in corso di elaborazione. Almeno secondo i “38-1”, il gruppo di professionisti (architetti, economisti, intellettuali) che in occasione dei momenti topici dello sviluppo cittadino, riemergono e, di solito, pungono. Non c’è Batman, l’eroe, a salvare Prato-Gotham. E secondo Paolo Paoletti e Luca Piantini (architetti), Donato Berardi (economista) e Mario Bettocchi (informatico), anche la politica latita, nella Prato alle prese con la questione più importante di questi e dei futuri anni: lo sviluppo urbanistico.
«La politica che mantiene le carte sulla variante Declassata coperte - spiegano - che parla di un urgenza a risolvere le probletiche attuali, soprattutto sul fronte economico e sociale, che però male si rapporta alla complessità della situazione». Insomma mancherebbe un’analisi approfondita del contesto (crisi economica del distretto - 54 posti di lavorto persi dal 20 marzo a oggi - nuove povertà, immigrazione, minore sicurezza, spopolamento del centro storico - 67 negozi dentro le mura con la scritta affittasi) che rischia, nel migliore dei casi, di far mancare l’obiettivo «nel peggiore - sottolinena Berardi - di procedere alla realizzazione di cose, magari bellissime, ma che potrebbero risultare perfettamente inutili per la rinascita della città». Per evitare il peggio - secondo il gruppo di intellettuali - fondamentale è il dialogo, l’apertura. Ecco perchè chiedono all’amministrazione comunale il massimo di trasparenza «e che il processo partecipativo, non quelle fatto dentro le circoscrizioni che rischia di innescare un meccanismo autorefernziale, e che anche la legge regionale codifica, finalmente cominci». Loro, i “38-1”, la buona volontà ce la mettono. Per questa sera, infatti, hanno organizzato a “Soprattutto libri” (inizio alle 20,45) un incontro dal titolo esplicito: «Varante a Gotham city» nella quale si parlerà, appunto, di costruzione della partecipazione in una città che cambia, dei nuovi scenari economici (con una relazione di Alfiero Falorni), entrando nel dettaglio della varinate sulla Declassata con un intervento di Loris Zanfranceschi, presidente di Urban, la società che ha ultimato il masterplan del polo espositivo, sull’area ex Banci.
Cosa, secondo i “38-1”, proprio non va sulle previsioni di sviluppo? Si parte con le case, in paricolare con la domanda abitativa. «Per la prima volta l’immigrazione a Prato si è fermata, la città cala e non cresce, riteniamo che i volumi destinati a nuove abitazioni - spiegano - previsti dalla varinate generale, anche tenendo in considerazione la quota delle ristrutturazioni, siano sovrastimati». Altrettanto dicono delle previsioni delle coop edilizie: «E’ tutta la valutare la necessità di oltre mille alloggi nuovi all’anno». Molto vicina alla questione-casa, quella delle aree dismesse o vecchie fabbriche in disuso da riutilizzare (secondo l’Ufficio di Piano si tratta di un milione di mc). «Da evitare - affermano - che vengano trasformati tout court in abitazioni». Una tendenza manifestata, secondo i dati presentati da Berardi, dal numero di imprese di costruzioni e di attività immobiliari. «Al 31 dicembre 2007 - spiega - su cento imprese pratesi il 26,4 era rappresentato da quella tipologia aziendale, una percentuale che supera quella di Firenze e che in rapporto alle dimensioni della città pone Prato in testa alla classifica italiana». Sul fronte della conversione economica della città i “38-1” si chiedono se siano stati effettuate indagini approfondite per capire in quele contesto nasca il polo espositivo: «Milanofiere è in crisi, la tendeza è quella di concentrare le attività in alcuni poli di dimensioni tali che riescano a dialogare con altre realtà europee. Il polo di Prato su quali basi nasce? Il rischio - aggiungono - è quello di minimizzare il processo strategico».
Sul fronte delle infrastrutture, anche lì, qualcosa - secondo il gruppo - è stato lasciato al caso. A partire dal progetto di tramvia «ma davvero deve solo collegare stazione e Banci?», per arrivare alla realizazione della Multisala: «Basta dare un’occhiata a ciò che sta emergendo a San Giusto per capire che per Prato è fuoriscala. Qualcuno ha valutato, in sede ridisegno della Declassata, che impatto avrà il complesso?».
Le conclusioni di Paoletti: «E’ chiaro che alla fine del percorso dovrà essere la politica a prendere le decisioni, che però non deve per forza coincidere con i politici ma con il significato più alto della Polis». L’eroe di Gotham secondo i “38-1”.
Cri. Or.

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