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sabato 6 giugno 2009

Economia. Come ti "rilancio"...

... gli introiti della banca...
Questa è veramente "finanza creativa"!
MV

da il Tirreno del 06/06/09
Commissioni sui fidi non utilizzati

Allarme dell’Unione industriale. «Una doccia fredda e bizzarra»

Stanno arrivando lettere alle imprese «Lo diremo al prefetto»

PRATO. Un’impresa che ha ottenuto l’apertura di un affidamento ma ne ha fruito solo parzialmente, o anche per niente, è chiamata a pagare interessi trimestrali sulla somma non utilizzata, oppure a sostenere un onere fisso giornaliero.

E’ questa l’ultima novità in tema di oneri bancari. Ora le commissioni sono anche sugli affidamenti concessi ma non utilizzati: Interessi e commissioni, quindi, su denaro non ricevuto ma solo “virtualmente” a disposizione. Comunicazioni di questo genere stanno arrivando a molte imprese (sono già numerose le segnalazioni allo Sportello credito dell’Unione) da parte dei più svariati istituti di credito. Colpisce il fatto che ciò si sta verificando pressoché in contemporanea, con condizioni analoghe e da parte di una molteplicità di banche.
«Una doccia fredda che si somma alle molte che stiamo subendo - commenta Raffaella Pinori, vicepresidente dell’Unione industriale pratese - Un’invenzione bizzarra, questa delle commissioni sui fidi anche non fruiti, che ha il sapore della vessazione. Non è un problema solo pratese, ma si sta manifestando anche in altre zone d’Italia. Ci chiediamo quanto sia legittima un’operazione del genere, anche se apparentemente consentita dalle nuove norme che hanno contestualmente eliminato le commissioni di massimo scoperto; cercheremo di vederci chiaro, anche con l’aiuto di Confindustria. Intanto invitiamo le aziende a tenere gli occhi aperti: se arrivano lettere di questo genere, parlatene con la filiale di cui siete clienti e confrontatevi sul problema. Non è detto che troviate ascolto; può darsi che vengano proposte rinegoziazioni complessive non sempre convenienti e quindi da valutare caso per caso. Ma intanto non subiamo in silenzio e facciamo sentire il nostro dissenso».
L’Unione sta monitorando il fenomeno e si appresta a raccogliere documentazione da sottoporre al Prefetto in quanto soggetto incaricato della vigilanza sul credito.
«Sappiamo che le banche sono chiamate a effettuare accantonamenti - conclude Pinori - Però la strada di far cassa non può essere quella di accanirsi sulle imprese con queste modalità. Il senso di responsabilità a più riprese dichiarato e proclamato dagli istituti di credito rischia di essere contraddetto dai fatti. Le banche non sono imprese come le altre: lo dimostra il fatto che sono soggette a controlli, vincoli e regolamentazioni loro proprie ed estranee ad altre attività economiche. Hanno anche una funzione di sistema volta a promuovere lo sviluppo: così, invece, lo si strangola, proprio nel momento in cui bisognerebbe invece fare tutto il possibile per sostenere le imprese».

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