TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 7 giugno 2009

Prato. La lettera aperta di Marco Wong

Riproduciamo la lettera aperta che Marco Wong, candidato per Sinistra e Libertà al consiglio comunale di Prato.
Noi, alle domande di Marco, avremmo qualche risposta da dare: a Prato, e soprattutto ai pratesi, molto probabilmente interessa molto poco capire l'immigrazione in generale, quella cinese in particolare. E' più utile come capro espiatorio, o come, appunto, utile ad un preciso fine politico.
Non sono dinamiche propriamente pratesi, ma purtroppo radicate anche in altri contesti ben diversi dal nostro: nelle recenti elezioni Europee, a Rotterdam (per chi non lo sapesse, in Olanda...), città dove addirittura il sindaco è un immigrato marocchino musulmano praticante, e può essere portata a modello di integrazione, il primo partito in percentuale è risultato essere quello xenofobo erede dell'exploit di Pin Fortuyn di qualche anno fa.
A Prato, scontiamo una arretratezza culturale che ha quasi dell'incredibile, su questi come su altri temi.
Bisogna tornare (o iniziare?) a fare cultura... anche sulla convivenza!
MV


Lettera aperta a Prato che ho inviato ai media locali:



Mi chiamo Marco Wong e sono candidato al consiglio comunale di Prato in Sinistra e Libertà. Da alcuni anni mi occupo della immigrazione dalla Cina in Italia ed in questa veste mi è capitato di parlare di questi argomenti su media nazionali ed internazionali.

Ho aspettato la campagna elettorale con ansia e preoccupazione perchè mi aspettavo molta strumentalizzazione e disinformazione sulla comunità cinese di Prato a scapito della reale rappresentazione dei fatti.

Mi sarebbe piaciuto dare il mio contributo ad una corretta informazione sull’argomento e a scambiare le mie idee e proposte sull’argomento, ma se la mia candidatura ha permesso di esprimere il mio parere ad una radio svizzera non posso ritenermi altrettanto fortunato con la stampa pratese.

Al che viene da chiedersi: a Prato interessa davvero capire l’immigrazione cinese? Oppure ci si vuole accontentare di una visione parziale che serve ad un preciso fine politico?

Un terzo dei bambini che nascono nella città sono di origine cinese, ma nei dibattiti non ho mai sentito parlare di loro, che pure rappresentano il futuro di Prato, e questo è preoccupante se a fare questa dimenticanza è qualcuno che aspira ad essere il primo cittadino.

Mi sarebbe piaciuto poter illustrare le soluzioni che in altre città d’Europa e d’Italia sono state adottate con successo e grazie alle quali, per esempio, a Parigi un cittadino di origine cinese ha vinto il premio Nobel per la letteratura per il suo paese di adozione.

Avrei voluto parlare delle centinaia di studenti cinesi o di origine cinese che studiano alla Bocconi di Milano, mentre a Prato si deve affrontare il problema degli abbandoni scolastici negli istituti tecnici da parte di altri studenti loro connazionali, o analizzare insieme come il comune di Roma affronta il problema delle insegne bilingue e le misure che sono state adottate, di concerto con la comunità cinese locale.

Tutto questo non è stato finora possibile e me ne rammarico, soprattutto per la ricchezza del dibattito cittadino, ma rinnovo in questa sede la mia disponibilità a parlarne e discuterne con tutte le persone di buona volontà che vogliano aprire un dialogo per ricercare insieme le soluzioni migliori per Prato.


Un saluto,

Marco Wong

2 commenti:

Alessandro ha detto...

Non so di chi siano o tra chi siano distribuite le responsabilità, le colpe, magari non e' solo colpa dei politici ma anche di una parte della cittadinanza e degli industriali; il FATTO è che per troppo tempo non si é fatta una analisi seria del fenomeno immigratorio, particolarmente in questa Città: nè i vari governi locali hanno mai voluto "guidare", governare il fenomeno, né i giornali hanno fatto sempre parlare tutte le voci, compresa quella di Marco, sulla questione: è anche questa e' una grave lacuna.
Mi chiedo solo se tutto questo sia stato voluto solo dai poteri politici-economici pratesi (ognuno con fini diversi) o se non ci sia stato anche un tacito consenso di almeno una certa parte della comunità di immigrati, poichè mi riesce difficile pensare che tra di loro non si fossero accorti che qualcosa NON andava bene nei rapporti tra popolazione autoctona e popolazione immigrata, sempre che gli fosse importato qualcosa... ma onestamente NON so cosa pensare, faccio solo delle ipotesi, tuttavia la mia sensazione è che in generale non ci sia mai stato grande interesse nella comunità cinese (tranne qualche eccezione, come quella di Marco e forse altre che non conosco) ad affrontare e cercare di risolvere la questione: la sensazione che ho avuto e' di "indifferenza" al problema che forse non e' o non era nemmeno stato percepito come tale dalla comunità, fatte le dovute eccezioni, come ho sopra precisato.

Ho usato il termine "problema" perche' credo e sono convinto che nessuno (tra i pratesi che vivano e girino un po' la città) possa non essere daccordo che un problema esista...

io stesso ho di fronte e vicino a casa mia delle situazioni obbiettivamente problematiche e decisamente fortemente anomale rispetto alla norma delle abitudini, degli usi e costumi della popolazione autoctona.
Mi riesce difficile pensare che NON si possa percepire questa differenza che NON e' di razza ma di COMPORTAMENTI, cosa che poi con l' andar del tempo contribuisce anche ad amplificare la questione piu' propriamente "razziale", rinforzandola ma personalmente per quel che ho potuto constatare anche parlando direttamente con la gente la questione RAZZIALE ha un peso decisamente minoritario (poi chiaramente una certa "diffidenza" per il diverso nelle apparenze fisiche e' FISIOLOGICA in qualsiasi societa' e comunque destinata a ridursi nel tempo se le condizioni "di contorno" complessive sono ben governate) e PER FORTUNA perché questo gioca a favore di chi vuole risolvere la situazione.

Queste cose le ho rilevate durante la campagna elettorale, distribuendo volantini e parlando con la gente

"pratese autoctona" :

molti non sopportano gli immigrati al 90% per una questione essenzialmente COMPORTAMENTALE e tuttavia questo stato di cose è perdurato e si è protratto per troppo tempo perchè possano cambiare idea cosi' facilmente, almeno nel breve-medio periodo.


"pratese acquisita":

Ho parlato con Rumeni, Albanesi, Marocchini, Pakistani , Indiani con varie altre persone di provenienza ASIATICA... ecc. ecc., alcuni con cittadinanza (e diritto al voto), altri senza ma con quasi TUTTI c'e' sempre stato un clima di cordialità, di interesse RECIPROCO, di apertura da parte loro...

...non sono mai riuscito ad avere un dialogo con un cinese... mai nemmeno per caso...

OH per la verità non sarebbe esatto perche' tramite un mio cliente (sono tecnico informatico e giro molto tra le aziende e i privati) ho conosciuto una persona molto simpatica e socievole proveniente dalla Mongolia cinese con il quale ho avuto un cordiale colloquio... ma LUI non faceva parte di questa comunità...

ma MAi con qualcuno della comunità cinese immigrata a Prato tanto che mi sono fatto l' idea che sia una loro caratteristica SPECIFICA l' essere poco predisposti alla comunicazione e allo scambio.

Continua ----->

Alessandro ha detto...

SEGUE---->

Ho conosciuto pratesi che si esprimevano negativamente verso l' immigrazione massiccia specie se riguardava la popolazione della comunità Cinese ma POI... curiosamente avevano rapporti molto cordiali e collaborativi con gli inquilini o i vicini di casa rumeni o albanesi con i quali si intrattenevano in tranquille conversazioni.

Credo che questo debba far riflettere i politici, i governanti, gli intellettuali e tutti gli operatori culturalie sociali di questa Citta'.

Non pretendo di avere la Verita' assoluta, questa e' solo la MIA esperienza ma so che e' condivisa con molte altre persone e se si vuole cambiare in meglio la situazione di questa città non si puo' prescindere dal confronto con tutti coloro che in vari modi, in varie forme e con vari esiti e risultanze, sperimentano la vita cittadina parlando con la gente autoctona e nel contatto con gli mmigrati.

Personalmente apprezzo molto lo sforzo e la buona volontà di Marco Wong, spero che di cinesi cosi' attenti a questi temi e coinvolti nel processo di dialogo ed integrazione, ce ne siano sempre di più; invito tutti coloro che si interessano alla questione ad osservarla da varie angolature e punti di vista cercando di comprendere anche quello di una popolazione locale che si trova "separata in casa" con altre comunità che nel tempo sono cresciute, si sono radicate ma che continuano a NOn volere (complessivamente e fatta eccezione per casi particolari) un dialogo... PERCHE' ? A chi giova?

Quindi ripropongo l' appello di Maila Ermini del comitato "Primavera di Prato" alla popolazione Cinese di fare un atto di buona volontà cercando anche loro di comprendere le ragioni della popolazione autoctona e non soltanto di voler essere compresi.
Da parte nostra OBBIETTIVAMENTE risulta tecnicamente molto difficile se non impossibile poter comprendere chi NON vuol farsi conoscere...

Sbaglio?