TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 3 giugno 2009

Prato verso le amministrative. Il Giorno del Papi - 3

E mentre la Nazione, da par suo, derubrica ad una "settantina" le persone a manifestare contro la sfilata di Berlusconi, e non cita minimamente le due cariche assolutamente inutili della polizia - il che ce la dice lunga sulla bontà dell'informazione cittadina - "godiamoci" il clima da stadio berlusconiano, che la dice lunga sugli esemplari umani che formano il popolo della destra...
MV

da il Tirreno del 03/06/09
«Silvio facci sognare»

Le parole della città con il cuore a destra

Bonini, pensionato: «Silvio è un mito». Niccolai, giardiniere: «Ero al mare ma volevo vederlo»

PRATO. Quando lo speaker ufficiale ordina la “prova striscioni”, alle 18.33, l’anfiteatro del Pecci è già un catino di emozioni represse, in attesa di Silvio che arriverà alle 19,20. L’ingresso dalle scale è bloccato da un quarto d’ora, qualcuno filtra ancora dal piano terra, ma presto anche lì il flusso si bloccherà. Tutto esaurito per la prima volta di Berlusconi a Prato: non poteva andare diversamente.
Le gradinate sono già piene alle 18 e la colonna sonora è monotematica: «Presidente siamo con te, meno male che Silvio c’è». Più che un inno, un mantra, interrotto ogni tanto dai cori da stadio.
E interruzioni per «Chi non salta comunista è», per il saluto a Roberto Cenni accolto sul palco («Roberto, Roberto!») subito dopo la “prova striscioni”. Qualcuno tira fuori un cartello, c’è scritto “Silvio pallone d’oro”. Gli spalti sono pieni di bandierine tricolori, distribuite dagli organizzatori e campeggia uno striscione, Benvenuto presidente. C’è tanta voglia di rivincita nelle centinaia di persone che sono venute a sentire il verbo di Silvio, c’è la speranza che il vento cambi dopo sessant’anni. «Sarebbe anche l’ora - dice Grazia Corsi, appoggiata al muro - Diciamo che Cenni mi convince al 90%, avrei preferito fosse più incisivo, ma il governo sta facendo bene e tutta questa gente lo dimostra».
«Berlusconi è un mito - le fa eco Piero Bonini, pensionato e attore a tempo perso («ho fatto la comparsa in Cenci in Cina e nel Signor Quindicipalle») - Cenni si deve fare le ossa, ma che vuole, qui a Prato non c’è tanto da scegliere».
Benedetta Storai è una bella ragazza di 19 anni. «Quando sono entrata un tizio mi ha detto se volevo entrare nel mondo dello spettacolo - racconta - Sicuramente era un comunista». Delle polemiche su Noemi e dintorni ha un’idea precisa: «E’ uno scandalo gonfiato alla vigilia delle elezioni per mettere Silvio in cattiva luce. Se avesse voluto avere una relazione lo avrebbe fatto in segreto». La madre Maria Luisa annuisce.
Marcello Niccolai fa il giardiniere e con la moglie ieri era al mare. Ha preso la sua auto ed è tornato a Prato per non perdersi il comizio del premier. «Non era mai venuto qui - commenta - e non volevamo perderlo. Sono in città anche perché ho la speranza che dopo 40 anni di sinistra si riesca a cambiare».
«Prato deve tornare ai pratesi», interviene Alessio Breschi, imprenditore. E subito parla di quello che nell’anfiteatro, colmo di bandiere tricolori, è per lui il problema più grande della città: l’immigrazione. «Serve un’immigrazione - dice - più controllata e non così selvaggia».
Su Noemi e tutta la polemica nazionale invece Breschi si pone delle domande: «Perché è venuto fuori tutto adesso? A 10 giorni dalle elezioni. Vero o falso che sia è sicuramente pilotato».
«Credo semplicemente - è l’opinione di Stefania, impiegata - che Berlusconi sia più esposto di altri ma che tutti alla fine siano uguali e di puri non ce ne siano».
E’ ancora l’immigrazione il tema che spinge Adriana, casalinga, a voler cambiare guida alla città. Susanna invece ha 17 anni. E di Noemi e dintorni non sa niente. O quasi. «Sono di destra perché è lo schieramento migliore tra i due». «Noemi? Ho letto qualcosa oggi ma prima non avevo sentito niente. Comunque sia quella è la sua vita privata e non può entrare nella politica».
Gianni, commercialista era nell’anfiteatro per curiosità. «Sono di centrodestra e non l’avevo mai visto dal vivo. Ci sono tante cose che in questa città non vanno ma penso che qui non cambierà niente: l’ideologia di sinistra è fin troppo radicata».
Ce ne vuole di coraggio in questo coro unanime per dissentire. Ci prova Vincenzo D’Orsi, uno sulla quarantina che uscendo dà del pagliaccio al premier. La reazione dei vicini è all’inizio di fastidio, poi qualche ventenne si avvicina e minaccia: «Smettila subito, ti aspetto fuori», «Sono orgoglioso di non essere tuo figlio». Per fortuna la lite si limita alle parole perché nella ressa i contendenti si perdono di vista. «In certi posti non si può neanche dissentire» commenta D’Orsi scuotendo la testa.
Intanto mentre davanti a Farsetti Arte la contestazione va avanti Berlusconi esce e in auto sfila sul lato che porta al parcheggio e poi a Prato Est. Qui c’è ancora chi lo ama. Lui saluta con la mano, duecento persone lo applaudono. Gli scontri sono “lontani”. E Berlusconi si gode solo i sorrisi.
I.R.-P.N.

da la Nazione del 03/06/09

E l’anfiteatro del museo diventa una torcida infuocata di super tifosi
UN CLIMA da stadio, mai visto a Prato. Il premier è stato accolto da ovazioni, applausi e striscioni tipo: «I love Silvio», «Silvio pallone d’oro», «Benvenuto Presidente», «Silvio, salva Plato», esibito ogni qual volta si parlava di cinesi. Sugli «spalti» persone di ogni tipo hanno aspettato anche per un paio d’ore l’arrivo di Berlusconi, proteggendosi dal sole con gli ombrelli, cantando «Meno male che Silvio c’è», facendo prove di cori: «Silvio sei unico», «Silvio sei il migliore», «Chi non salta comunista è». Nell’attesa, ci sono stati anche un paio di malori. L’arrivo, alle 18.30, di Roberto Cenni è stato accompagnato da un lunghissimo applauso al grido: «Roberto, Roberto». Prima che Berlusconi entrasse al Pecci, il ministro Matteoli ha ringraziato i presenti e in particolare il coordinatore pratese del Pdl Riccardo Mazzoni per la riuscita dell’evento: «Cenni è un candidato d’eccezione, che farà bene a Prato. Aspetto il vostro invito, per festeggiare tutti insieme lunedì», ha detto. E Cenni: «Vi ringrazio di cuore, questi tre mesi di campagna elettorale sono stati straordinari. Insieme ce la possiamo fare: questa città può davvero cambiare pagina».

AD ASPETTARE Berlusconi per contestarlo fuori dal Pecci c’era però anche una settantina di persone dell’estrema sinistra. Il servizio d’ordine era imponente, ma davanti all’entrata del museo dopo il comizio c’è stato un lancio di sassi (uno ha colpito al fianco un candidato del Pdl alle elezioni per i quartieri: è finito al pronto soccorso). Un uomo e sua figlia sono stati portati in questura per accertamenti. I contestatori si sono poi spostati davanti a Farsettiarte, all’uscita laterale dell’anfiteatro. Sono partiti insulti, sfottò (uno striscione: «Arriva Silvio, mamme tenete a casa le vostre bambine», un altro: «Noemi, no party»), e cori contro chi usciva e contro il premier. Ci sono stati attimi di tensione. Al termine della manifestazione all’esterno dell’anfiteatro, nel corso di una carica di alleggerimento un carabiniere è stato colpito al petto da un giovane. Portato al pronto soccorso il militare ne avrà per cinque giorni. Indagini su un gruppo dell’«area antagonista».

DOPO il comizio il leader del Pdl pratese Mazzoni ha commentato: «Il bagno di folla che Prato ha riservato a Berlusconi è la dimostrazione che Prato ha voglia di voltare pagina. Il Pdl pratese ringrazia il presidente per gli impegni precisi che ha preso per il nostro distretto, a partire dalla lotta senza quartiere all’illegalità cinese, e ringrazia i cittadini che hanno partecipato alla straordinaria manifestazione. Gli antagonisti che hanno tentato di rovinare la giornata sono stati respinti dalle forze di polizia, alle quali va il nostro plauso. Non sarà un gruppo di facinorosi a fermare l’onda di centrodestra e di cambiamento che sta arrivando anche a Prato».

Nessun commento: